Lopera
Se la vita di Hilsenrath non fu facile, altrettanto complicate
possono essere considerate la stesura e la pubblicazione della
sua opera letteraria.
Il giornalista Richard Anders al termine di un articolo pubblicato
sulla Neue Rundschau nel 1979, sostiene che probabilmente
senza lodissea della sua vita, non esisterebbe nemmeno
lo scrittore Edgar Hilsenrath:
Mir scheint es fast undenkbar,
daß der Schriftsteller Hilsenrath ohne die Traumata seiner
Jugend auskommen kann. [1]
La stesura di un primo romanzo inizia alletà di 14
anni. Hilsenrath è molto fiero di questo passo iniziale nella
letteratura:
Und
mit vierzehn Jahren habe ich meinen ersten Roman geschrieben.
Es war ein Roman über einen weißen Neger, inspiriert von Hugo
Bettauer, dem österreichischen jüdischen Bestsellerautor,
und hatte irgendwo mit dem Judenproblem zu tun. Im übrigen
wollte ich der erste Schriftsteller von vierzehn Jahren werden,
die einen Roman veröffentlicht. Ich hatte ihm fast fertig,
aber dann wurden wir deportiert. Ich habe das Manuskript zwar
während der Zeit im Ghetto aufbewahren und es dann meiner
Mutter geben können. Aber sie wurde auf dem Weg nach Westen,
nach der Befreiung, an der Grenze zwischen Ungarn und Österreich
ausgeraubt. So ging mein Manuskript verloren. Ich habe es
nie wiedergesehen.
[2]
La tematica dellebreo vittima perseguitata è già presente, anche se indirettamente,
in questo approccio al mondo letterario, come se Hilsenrath
presagisse la catastrofe che di lì a poco si sarebbe verificata.
Il primo vero romanzo dello scrittore
ancora giovane, ma costretto a crescere velocemente nellinferno
del ghetto rumeno di Moghilew-Podolsk, vede la luce molti
anni più tardi. Dopo molteplici tentativi, seguiti da una
richiesta daiuto a Max Brod, Hilsenrath riesce finalmente
a liberare la propria coscienza, scrivendo il suo primo grande
libro: Nacht. Come il protagonista del suo terzo scritto
Bronsky - uno dei suoi tanti alter ego - Hilsenrath compone
quasi tutta la sua prima opera durante la notte in un caffè
newyorchese per emigranti. Dopo la stesura del romanzo, iniziata
in Francia nel 1950, conclusasi in America nel 1954, Hilsenrath
cerca di procurarsi un editore in Germania, perché desidera
che la sua opera sia letta, capita ed apprezzata dal pubblico
tedesco:
Durch
eine falsche Telefonverbindung kam er mit dem Chefredakteur
Henry Marx ins Gespräch, der sich den Roman zur Ansicht erbat.
Auf dessen Anraten sandte Hilsenrath 1963 dem damaligen Cheflektor
des Kindler Verlages, Hans Geert Falkenberg, sein Manuskript
mit dem Arbeitstitel Nachtasyl. Dieser Titel wurde
bei der späteren Veröffentlichung aufgrund des gleichnamigen
Romans der russischen Schriftsteller Maxim Gorkij in Nacht
umgeändert. Noch im Dezember desselben Jahres erhielt Hilsenrath
Antwort von Falkenberg, der den Roman als herausragend bewertete,
da er »an keiner Stelle auf eine so gnadenlose, harte dennoch
sehr einfache Schilderung eines jüdischen Ghettos gestoßen«
sei.
[3]
La moglie
delleditore Kindler teme eine falsche Reaktion
des deutschen Publikums e tenta di ostacolarne luscita.
Tuttavia, lo stesso Kindler, deludendo le aspettative
della moglie, opta per la pubblicazione del romanzo e scrive
una premessa, con la quale cerca di alleviare al lettore il
peso di un racconto crudo e spietato, che dipinge un gruppo
di ebrei, internati in un ghetto e sottoposti a prove insostenibili
(fame, tifo, razzie e miseria) alla stregua di bestie feroci,
in lotta fra loro quasi a confermare la legge darwiniana della
sopravvivenza delle specie.
[4]
Kindler
schrieb daraufhin ein Vorwort, das die Absicht, ein Gegenstück
zu der von ihm als »durchweg melodramatisch« bezeichneten
Holocaust-Literatur in Deutschland zu schaffen, mißachtete.
Kindlers romantische Verzerrung der Liebe in Nacht verfälsche
die Erwartungen der Leser wie folgt: »Nacht ist ein
hartes, ein unsentimentales Buch. Daher berührt es umso tiefer,
wenn der Autor zeigt, wie auch angesichts des erschütternsten
Elends die Liebe noch eine letzte zärtliche Blüte zuentfalten
vermag.« Um den Gültigkeitsanspruch von Nacht auf den
Autor zu beschränchen, verlangte Kindler, ferner ein Nachwort
von Hilsenrath, das dem Roman einen autobiographischen Charakter
unterstellte. Der Leser, unwissend ob der an die Veröffentlichung
genüpften Konditionen, wurde wiederum fehlgeleitet. Erst Jahre
später konnte Hilsenrath dieses Mißverständnis korrigieren:
»Zu diesem Nachwort wurde ich von dem Kindler Verlag gezwungen.
Nacht ist ein 100-prozentige Roman und keine Autobiographie.
Natürlich war ich im Ghetto, - aber das ist nicht meine Geschichte,
es ist eine erfundene Wahrheit.« [5]
Nel 1964, 1250 esemplari di Nacht
escono sul mercato editoriale tedesco, ma solo alcune copie
raggiungono le librerie. Dopo la vendita di soli 791 libri,
Kindler decide di ritirare i rimanenti dal mercato. La casa
editrice tenterà in seguito di motivare allo scrittore le
ragioni di questa decisione, incolpando la posizione politico-culturale
della Germania di quel periodo.
Er
rechtfertigte die Verlagsmaßnahme sämtliche Restexemplare
aus dem Handel gezogen zu haben, damit, daß unter der bundesdeutschen
Bevölkerung ein verklappt antisemitischer Trend bestünde.
[...] Im Rahmen des von konservativen jüdischen Kreisen gutgeheißenen
deutschen Philosemitismus arrangierte Landau eine kulturpolitische
Entscheidung zugunsten des »guten« Juden, auf den die Demolarisierungsmaschinerie
Hitlers keinen Einfluß gehabt hatte. [...], Landaus Vorbehalte
weniger das Werk als den Publikationsort betrafen: für Amerika
den Antihelden, aber in »Deutschland« darf ein solches Buch
nicht verbreitet werden. Diese Sachlage spiegelt sich auch
in Hilsenraths Kommentar: »Kindler hatte Angst, das Buch herauszubringen,
weil es eben mit einem Tabu, und ließ das Buch damals verschwinden«.
[6]
Le numerose recensioni uscite in seguito alla pubblicazione
di Nacht smentiscono le giustificazioni della Kindler.
Molti critici prendono posizione contro la decisione della
casa editrice, ritenendo che la rappresentazione realistica
e talvolta cruda degli ebrei di Hilsenrath, spaventi gli editori
perché essi tentano di nascondere dietro un falso filosemitismo
il loro odio nei confronti degli ebrei. Le argomentazioni
della Kindler risultano quindi infondate. Anche le reazioni
dei giornali stranieri sono positive.
Dopo linsuccesso tedesco, lopera di Hilsenrath viene pubblicata
in America nel 1966 dalla famosa casa editrice Doubleday di
New York. La reazione del pubblico americano è completamente
diversa da quella dei lettori tedeschi:
Das
Tabu, das Hilsenrath brach, ist für die Art der Vergangenheitsbewältigung
in Deutschland charakteristisch und erklärt die Kontroverse.
Die jüdische Minderheit in Deutschland duldet di literarische
Konzeption des »Beispieljuden«, weil sie Zurückhaltung übt,
um Konfrontationen zu vermeiden. In den Usa hingegen bildet
die Judenschaft eine Einheit, die »auf der Anerkennung des
Pluralismus ihrer gestaltenden Gruppen beruht.« [7]
Questo spiega chiaramente linsuccesso dellopera in Germania e il
trionfo della stessa in America. Solo pochi recensori americani
giudicano negativamente il romanzo di Hilsenrath. In venti
stati americani il libro viene recensito nei giornali delle
metropoli per almeno due anni e anche nelle piccole città
la stampa locale consiglia la lettura del romanzo Nacht
del nuovo, giovane scrittore di origine ebraica.
Dopo il
grande successo di Nacht negli Stati Uniti, consolidatosi
con la pubblicazione inglese nel 1967, Hilsenrath decide che
è il momento di dare alle stampe un nuovo manoscritto, terminato
nel 1968 durante il suo sfortunato viaggio in Germania. Nel
1971 esce The Nazi and the Barber la traduzione delloriginale
manoscritto tedesco presso la casa editrice Doubleday. Nel
1973 la Doubleday vende i diritti delle due opere di Hilsenrath
alla Manor Books inglese. Nel 1977 viene pubblicata in Inghilterra
una seconda edizione del romanzo dal titolo: The Nazi Who
Lived As A Jew. Nel frattempo lopera era già stata
pubblicata in Italia (1973) e in Francia (1974), dove ottenne
la nomination al Grand Prix de lHumeur
Noir.
[8] Nonostante le numerose recensioni e lelevato
numero di copie vendute, il romanzo fu completamente ignorato
dalle riviste più influenti.
Anche la seconda opera di Hilsenrath
presenta caratteristiche peculiari che creano non pochi problemi
di ricezione e comprensione della vicenda narrata. Un romanzo
sconvolgente, ma soprattutto insolito, che mostra lardito
coraggio di prendersi gioco di una realtà crudele e spietatamente
macabra come quella dellOlocausto.
La popolarità di Hilsenrath tarda a farsi
sentire nel suo Paese dorigine. Lo scrittore desidera
pubblicare Der Nazi & der Friseur in Germania ma
ogni tentativo fallisce:
Auch
wenn Der Nazi & der Friseur 1976 im Ausland eine
Auflage von über einer Million Exemplare erreicht hatte, blieben
die Versuche von Dagmar Henne, der Münchner Vertreterin Max
Beckers, diesen Roman auch bei einem deutschen Verlag unterzubringen,
erfolglos. Hilsenrath bemühte sich deshalb selbst darum und
bekam über 25 Absagen, unter anderem von Hoffmann & Campe,
Bertlesmann, Rowohlt und Scherz. Sie lauteten meist ähnlich
wie die des C. Hanser Verlages, dessen damaliger Verlagslektor
Peter von Becker eine umfangreiche Lektoratsarbeit für den
Roman von Nöten hielt. Seiner Meinung nach mangelt es der
Konzeption sowie der stilistischen Ausführung, dem Psychogramm
des Erzählers als auch den sozialen Umfeldern und insbesondere
den weiblichen Figuren an Details: »Der gelegentlich so reizvolle
Ton, skurril, makaber, satirisch, verklingt einfach zu oft
in einem kolportageähnlichen manchmal >journalistisch<
dahingeschriebenen Parlando. Etwa die Palästinafahrt [...]
erscheint fast als belangloses Gesprächszitat.« [9]
Ancora una volta il mondo tedesco cerca di nascondere le
proprie colpe e paure dietro giustificazioni insensate, cercando
di impedire ad un uomo vittima dellodio antisemita,
di esprimere attraverso la letteratura i propri sentimenti
e le proprie opinioni sul passato della Germania, che un tempo
era stata anche la sua patria.
Con laiuto di una nuova amica Marianne
Wagner-Reinecke, redattrice di una rivista tedesca, conosciuta
in un locale berlinese frequentato da scrittori, Hilsenrath
riesce finalmente a trovare un editore disposto a pubblicare
Der Nazi & der Friseur.
Was
ich in dem Gespräch an diesem Abend erfuhr, weckte nicht nur
mein Interesse an den Büchern von Edgar Hilsenrath, sondern
auch meine Empörung darüber, daß dem Schriftsteller in dem
Land, das seine Bücher brauchte, offensichtlich nur Ablehnung
entgegenschlug. Ich erbat mir die beiden Bücher, von denen
er bei unserer ersten Begegnung im »Natubs« sprach, Nacht
und Der Nazi & der Friseur. Den Ghetto-Roman legte
ich erst aus der Hand, als ich ihn von Anfang bis Ende durchgelesen
hatte; [...] Daß ihm nach dem Grauen, des er selbst durchlebte
und in diesem Roman verarbeitet hatte, die Möglichkeit geblieben
war, auch eine Liebesgeschichte zu erzählen, beeindruckte
mich zutiefst. Am nächsten Abend las ich sogleich den weniger
umfangreichen satirischen Roman Der Nazi & der Friseur,
der nur als Manuskript existierte. Danach war mir klar,
daß ich alles tun mußte, um öffentlich von diesen Büchern
und von Hilsenrath zu berichten, denn diese Bücher schienen
mir gerade für deutsche Leser so notwendig. [10]
Successivamente Marianne Wagner-Reinecke si mette in contatto Arnfried Astel
dello Saarländische Rundfunk, al quale chiede
di far partecipare Hilsenrath ad una puntata del suo programma
radiofonico Autoren im Gespräch. Grazie a questa opportunità
Hilsenrath troverà il giusto personaggio disposto a pubblicare
unopera così scomoda come Der Nazi &
der Friseur.
Il primo
incontro di Hilsenrath con il suo futuro editore Helmut Braun
avviene nellautunno del 1976 in un locale di Berlino.
Braun rimane un po sconcertato alla vista di un ometto
con baffi selvaggi, occhi accesi e felici, il basco, i jeans,
il parca e una birra in mano, certamente non credeva che quellimmagine
trasandata fosse quella di uno scrittore che aveva venduto
più di un milione di libri. [11] Braun non nasconde il suo iniziale
scetticismo sia nei confronti della persona sia dello scrittore.
Anche Hilsenrath non cela la sua diffidenza nei riguardi di
un editore tedesco sconosciuto:
Auch ich war skeptisch,
als er begann, die Geschichte seiner Bücher und skizzenhaft
die Geschichte seines Lebens zu erzählen. Es war so phantastisch,
irreal, unglaublich, schockierend, empörend, verletzend, daß
es eigentlich nicht Realität, sondern nur Literatur sein konnte.
War es Fiktion, dann war es so gut, daß es sich lohnte, dafür
zu kämpfen; war es Realität, dann war der gebotene Einsatz
dafür Lust und Pflicht zugleich. Vorausgesetzt, das Manuskript
Der Nazi & der Friseur war so gut, wie es die Empfehlung
durch die Buchausgaben in den USA, Frankreich, Großbritannien
und Italien und dies dahin verkaufte Gesamtauflage von über
1,2 Millionen Exemplaren versprach. Edgar gab mir das Manuskript,
von ihm deutsch geschrieben und doch zuerst in Englisch, Französisch
und Italienisch veröffentlicht, weil in deutschen Verlagen
hauptsächlich Feiglinge saßen, die eines alle ganz genau zu
wissen schienen: »so darf man nicht über das Thema Judenverfolgung
schreiben.« Er übergab mir auch Unterlagen, die die Odyssee
seiner beiden Bücher Nacht und Der Nazi & der
Friseur dokumentierten. Drei Tage später habe ich ihm
einen Vertrag geschickt fasziniert von seiner exellent
geschriebenen, bitterbösen Satire. Postwendend kam der Vertrag
unterschrieben zurück und damit war sein Buch auch
mein Buch!
[12]
La fiducia di Helmut Braun viene premiata. Le finanze per
unadeguata promozione del libro scarseggiano, ma leditore
è convinto che i media saranno entusiasti dellautore
e della sua storia, quindi è disposto a rischiare pur di pubblicizzare
e successivamente pubblicare il romanzo. Il manoscritto è
così sottoposto alle redazioni delle riviste Der Spiegel
e Die Zeit. Rolf Becker e Fritz Rumler dello Spiegel
rimangono impressionati dalla qualità del manoscritto. Tre
giorni più tardi esce un articolo di Rumler intitolato: Max
& Itzig, il cui sottotitolo riporta le seguenti parole:
Dem Romancier Edgar Hilsenrath
gelingt in Der Nazi & der Friseur scheinbar Unmögliches
eine Satire über Juden und SS. [13]
Questo
articolo è la scintilla iniziale. Successivi scritti vengono
infatti pubblicati sui più noti quotidiani e riviste tedeschi:
Stern, FAZ, Express, Süddeutsche
Zeitung. La prima edizione del romanzo raggiunge le
diecimila copie e nei due mesi successivi la seconda e terza
edizione toccano la stessa vetta. Fu soprattutto la recensione
su Die Zeit di Heinrich Böll a stimolare il generale
interesse per lopera di Hilsenrath. Un successo inaspettato
anche da Kindler, che cerca di giustificare lequivoco
creatosi anni prima con la pubblicazione di Nacht e
si ritiene fiero di aver scoperto per primo il
nuovo grande autore di lingua tedesca.
Alcune letture tratte da Der Nazi &
der Friseur seguono la pubblicazione del romanzo. Purtroppo
una parte della popolazione tedesca non è ancora pronta ad
affrontare un romanzo cinico e insolito come questo. I neonazisti
fanno sentire il loro grido di protesta e minacciano apertamente
il povero scrittore, che si appresta intimorito alla sua lettura:
Bewußt wurde der Jude Hilsenrath
eingeladen, der aus seinem Roman Der Nazi & der Friseur
lesen sollte. Bewußt wollte man sich der Vergangenheit
stellen und in besten Bürgsinn Flagge zeigen. Mitglieder der
braunen Gruppierungen empfanden dies als Herausforderung,
die sie annahmen. So kam es, daß nicht nur wohlwollende Zuhörer
bei den Lesungen anwesend waren, sondern auch ein Trupp Schläger,
in Ledermäntel und Stiefel gekleidet, bewaffnet mit Fahrradketten
und Schäferhund. Um es vorwegzunehmen: Es blieb bei Drohgebärden,
niemand wurde angegriffen oder gar verletzt. Die vorsorglich
gerufene Polizei sah keinen Grund einzuschreiten, die ungebetenen
Gäste verhielten ja »friedlich«, die Polizisten zogen wieder
ab. Und die Neonazis hatten erreicht, was sie wollten: Dem
»Saujuden«, dem aus dem Gas Entsprungenen wollten sie es zeigen.
Angst sollte er haben, wissen, daß ein Jude in Deutschland
auch dreißig Jahre nach dem Zusammenbruch des »Tausendjährigen
Reiches« zittern muß. Edgar Hilsenrath hat Angst gehabt, aber
er hat der Bedrohung standgehalten, hat aus seinem Buch gelesen,
von seinen Erlebnissen in der Deportation berichtete und fand
die Zustimmung und Unterstützung seiner Zuhörer. Es kam nicht
zur möglichen Eskalation, die braune Truppe zückte ab. [14]
Alla fiera di Francoforte del 1978, Hilsenrath
sottoscrive un contratto con la Langen-Müller per altri due
romanzi e vende i diritti dei due già pubblicati. Gibt
acht, Genosse Mandelbaum (1979), poi pubblicato dalla
R. Piper Verlag con il titolo originale Moskauer Orgasmus,
e Bronskys Geständnis escono con letichetta
Langen-Müller. Secondo lo scrittore, però, le tematiche dei
due nuovi romanzi non sono adatte al programma della casa
editrice. Questa inadeguatezza è chiaramente comprensibile
dal cambiamento apportato al titolo originale del primo romanzo
e dalla descrizione che esce sulla successiva pubblicazione
presso la casa editrice R. Piper:
Den Moskauer Orgasmus, eine sensationelle Erfahrung von komischen
Dimensionen, verdankt Anna-Maria Pepperoni, die Tochter eines
New Yorker Mafia-Bosses, dem russischen Dissidenten Sergej
Mandelbaum. Um dieses Sexualgenie über den Eisernen Vorhang
zu lotsen, heuert der Papa den Homosexuellen Triebverbrechen
Karl Schnitzel an...
Aus diesen Ingredienten hat Edgar
Hilsenrath eine deftige Parodie auf die triviale amerikanische
Sex & Crime- Literatur gemixt- eine respekt- und atemlose
Slapstick-Kömodie, die ihrem Titel alle Ehre macht und den
Nabel der Welt sehr eindeutig unterhalb des nähmlichen ansiedelt.
[15]
Anche Bronskys Geständnis, romanzo
fortemente autobiografico, che riprende la tematica dellOlocausto,
è ricco di espressioni talvolta scurrili e immagini altrettanto
impudiche. Ma la realtà che Hilsenrath descrive in questo
testo è quella newyorchese da lui stesso vissuta, come dichiara
nella premessa al libro intitolata In eigener Sache:
Ich
habe mit disem Buch versucht, meine eigene Geschichte zu schreiben.
Es ist jedoch ein Roman wenn auch autobiographisch
-, das heißt: eine Mischung aus Dichtung und Wahrheit, die
notwendig war, um Hemmungen zu überwinden, Hemmungen, die
mir die Niederschaft eines solchen Stoffes sonst unmöglich
gemacht hätten. [...] Ich kann keine einzige Zeile ändern,
ohne die Wirklichkeit zu verzerren. Auch die angeblich anstößigen
Szenen gehören zu diesem Buch, weil sie zu meinem Leben gehören,
sie sind Bestandteil der Einsamkeit der Verzweiflung und der
Isolation, die ich gekannt habe. [...] Dies ist meine Geschichte,
und auch was erdichtet ist, entsprach nur dem Wunsch, die
Wahrheit in ein anderes Gewand zu hüllen.
[16]
Tre anni più tardi Hilsenrath trova un nuovo editore per il suo manoscritto
Zibulsky oder Antenne im Bauch (1983). Anche questultimo
romanzo, come i due che lo hanno preceduto, non trova riscontro.
Una nuova insoddisfazione che porta alla rottura con la Claasen
Verlag e a un periodo di riposo dello scrittore.
Helmut Braun, che dopo la bancarotta della sua casa editrice ha fondato la casa
cinematografica Rubicon, finanzia la ricerca di Hilsenrath
per un nuovo progetto letterario, dal quale scaturisce Das
Märchen vom letzten Gedanken. Inizialmente, lo scrittore
incontra molte difficoltà per trovare un editore disposto
a pubblicare il suo nuovo romanzo sul genocidio del popolo
armeno da parte dei turchi durante la Prima Guerra Mondiale.
Questa tematica si riallaccia ancora una volta allo sterminio
degli ebrei dEuropa. Eva Jaeggi, conoscente dello scrittore,
raccomanda il manoscritto a Ralf Peter Märtin, lallora
direttore editoriale della Piper. Märtin rimane entusiasta
e, dopo la pubblicazione di Das Märchen vom letzten Gedanken,
decide di ristampare tutta lopera già pubblicata
di Hilsenrath.
Nel marzo del 1989 Das Märchen von letzten Gedanken vince il premio Alfred-Döblin,
che ripaga lautore delle difficoltà incontrate nel lungo
cammino verso il successo. Un trionfo inaspettato, ma meritato,
che non lo ha reso un uomo diverso da quello semplice e un
po trasandato che molti anni prima si era presentato
davanti agli occhi increduli di Helmut Braun. Hilsenrath rimane
uno scrittore riservato, che fra le quattro pareti del suo
piccolo appartamento di Berlino, continua a scrivere di sé
e del suo popolo, affinché il lettore, talvolta un po
scettico, non possa mai dimenticare le tradizioni culturali,
religiose e linguistiche del popolo ebraico. Un popolo continuamente
perseguitato, che i nazisti hanno cercato di annientare, e
che Hilsenrath cerca di far rivivere grazie alla sua opera.
Il ricordo dello sterminio del popolo ebraico non cadrà nel
baratro delloblio, comè successo nel caso del
popolo armeno, perché qualcuno come Hilsenrath cercherà di
spolverare la coscienza degli uomini, affinché sia sempre
lucida, per ricordare le atrocità, che si spera non dovranno
mai più essere commesse.
Das
Vergessen soll man nicht entstauben, sagte der Archiviar.
Es ist zu gefährlich. Und nach diesen Worten war er verschwunden.
[...] Ich sagte: Ich möchte, daß Sie das Vergessen entstauben.
[...] Ich erzählte dem Schweigen die Geschichte des Völkermords.
Ich machte das Schweigen darauf aufmerksam, wie wichtig es
sei, daß man offen darüber sprach. Ich sagte: jeder müsse
es wissen! Denn wie sollte in Zukunft der Völkermord verhindert
werden, wenn jeder behauptet, er habe nichts gewußt und habe
auch nichts verhindert, weil er sich so was gar nicht vorstellen
konnte. Ich sprach lange und ausführlich. Ich forderte nichts
für mein Volk, und ich verlangte auch keine Bestrafung der
Verfolger. Ich sagte: Nur das Schweigen möchte ich brechen. [17]
Queste parole del Meddah, voce narrante del romanzo, rispecchiano
chiaramente il desiderio di Hilsenrath di rendere eterno il
ricordo dellorrore vissuto, affinché non si ripeta;
esse rivelano però anche la volontà dello scrittore di creare
un ponte tra passato e presente, tra ricordo e oblio, fermando
il tempo nello spazio della sua scrittura.
Le tradizioni del suo popolo e in particolare della comunità ebraica di Siret
rimangono impresse tra le pagine di un romanzo Jossel Wassermanns
Heimkehr (1993), lultimo, grande capolavoro di Hilsenrath.
Con questopera lo scrittore ha voluto lasciare ai posteri
la sua eredità: quella del popolo della sua infanzia felice,
di gente comune, ma speciale e per questo unica, quella degli
ebrei della Bukowina, che stipati nel vagone di un treno merci,
attenderanno in eterno lincontro con la morte.
Und
der Wind draußen, der flüsterte dem Rebben etwas ins Ohr.
Und der Rebbe nickte und sagte: »ja, du hast vollkommen recht.
Der Gojim sind dumm. Sie plündern jetzt unsere Häuser. Und
sie graben in unseren Gärten. Und sie glauben, daß wir alles
zurückgelassen haben, was wir besaßen. Und sie lachen sich
ins Fäustchen. Dabei wissen sie nicht, das wir das Beste mitgenommen
haben.
»Was
ist das Beste?« fragte der Wind.
Und
der Rebbe sagte: »Unsere Geschichte. Die haben wir mitgenommen.«
Und
der wind sagte: »Aber Rebbe. Das kann doch nicht sein. Die
Geschichte der Schtetljuden ist zurückgeblieben.« »Nein«,
sagte der Rebbe. »Du irrst dich. Nur die Spuren unserer Geschichte
sind zurückgeblieben.«
Und
auch das ist wahr. Die Spuren waren zurückgeblieben. Aber
die Zeit würde sie allmählich verwischen, und es würde nichts
zurückbleiben. Nichts. Und so sagte er zum Flüstern des Windes:
»Wir haben nur das Vergessen zurückgelassen, und was wir mitgenommen
haben, ist das Erinnern.« Und der Rebbe kriegt plötzlich Angst,
denn die Geschichte der Schtetljuden und das wahre Erinnern,
das war in großer Gefahr.
»Wir
müssen unsere Geschichte irgendwo verstekken«, sagte er zum
Wind, »wo die Gojim sie nicht finden.«
Und der
Rebbe dachte nach und sagte zu sich: »wir dürfen sie auf keinen
Fall mit uns herumschleppen. Denn wenn uns die Gojim in den
Ofen stecken man hat ja Gerüchte gehört -, dann könnte
unsere Geschichte mit uns verbrennen. Am besten, wir verstekken
sie auf dem Dach des Zuges. Dort ist sie uns nahe und doch
so weit weg, daß die Gojim sie nicht finden. Nein. Kein Goi
ist so klug und wird die Geschichte der Juden aus Pohodna
und das Erinnern an sie auf dem Dach eines Güterzuges vermuten.« [18]
Con questi bellissimi dialoghi, pieni di tristezza e timore,
si conclude lopera di Hilsenrath, ma rimarrà sempre il ricordo degli ebrei, che lautore ha voluto rendere eterni
con lausilio della letteratura.
|
|