Storia della letteratura europea - Torna in homepageArea francese 1850-1890


Area francese 1850-1890

Sono alla base fenomeni politici e istituzionali di larga trasformazione in Europa. Così in Francia la rivoluzione del febbraio 1848 (che segna una vera e propria svolta culturale) e l'avvento della seconda Repubblica porta al colpo di stato di Luis Napoléon e al Secondo Impero (1852-1870), all'esperienza della Comune di Paris (1871), e alla Terza Repubblica (1875); nel 1898 è l'"affaire Dreyfus", il complotto giudiziario delle destre che provoca la mobilitazione sociale e politica degli intellettuali di sinistra, al cui capo è Zola, con cui il naturalismo diventa paradigma del movimento culturale e letterario dei progressisti.
Analogamente, in campo culturale a una storiografia conservatrice e reazionaria (Numa D. Fustel-de-Coulanges, Hippolyte Taine, Joseph E. Renan) si contrappone l'inizio di una storiografia socialista (L. Blanc 1811\1882, J. Jaurès 1859\1914).
La sconfitta (con la repressione politica) del socialismo utopico e delle illusioni romantiche spinge i letterati verso l'osservazione scientifica, "obiettiva" di uomini e cose (narrativa), o verso l'isolamento, l'avventura interiore, l'esplorazione del linguaggio.

Produzione lirica francese

L'arte-per-l'arte

In Francia, alla generazione di poeti impegnati (Hugo ecc.) e "larmoyant" si contrappone una generazione di poeti che respingono qualsiasi forma di impegno, difendono l'autonomia dell'arte anche nei confronti della morale e della politica. Così Théophile Gautier (1811\1872) e la scuola dell'"arte per l'arte". Ciò non significa che siano assenti le istanze d'impegno sociale. Hugo è in esilio 'volontario', ma continua a produrre (I castighi, 1853; Le contemplazioni, 1856; Le leggende dei secoli, 1859-1883), costituendo una specie di figura tutelare e "coscienza critica" per i più avvertiti. Ruolo di caposcuola, capace di esercitare una influenza su buona parte di quella che oggi consideriamo come la migliore produzione poetica del secolo e sulle poetiche, ha Charles Baudelaire.

Il parnassismo

Dalla gauteriana 'arte-per-l'arte' deriva il «parnasse» (1866-1876), che ne radicalizza il discorso formale. A dirigere il movimento letterario sono due giovani poeti, Catulle Mendès e X. de Ricard, che erano già stati animatori di due riviste poetiche, la «Revue fantaisiste» e «L'Art». Nel clima culturale del periodo, caratterizzato dalla crisi del gusto tardo- romanticista e dal progressivo affermarsi della mentalità positivista, i parnassiani coltivarono un ideale di poesia emotivamente impassibile, formalmente impeccabile.
I parnassiani pubblicarono i loro testi poetici in tre raccolte dal comune titolo, Il Parnasso contemporaneo (Le Parnasse contemporain, 1866, 1871 e 1876): il nome deriva dal monte sacro a Apollo e alle Muse, e evocava la superiore serenità e la preziosità del lavoro artistico. Essi si richiamarono agli esempi del classicismo del XVI e XVII secolo, del neoclassicismo del XVIII secolo, e ad alcuni aspetti della poesia tardo-romanticista di Banville, Gautier, Baudelaire, considerando soprattutto Leconte de Lisle come il loro maestro. Punto di riferimento era ovviamente la prefazione a "Mademoiselle de Maupin" (1835) di Gautier, la poetica teorizzata nel 1872 da Banville nel "Piccolo trattato di poesia francese". Vi si riconobbero, provvisoriamente, poeti diversi tra loro come François Coppée, René Sully-Prudhomme, José María de Hérédia, fino a Mallarmé . Questa eterogeneità portò alla rapida dissoluzione del movimento, ufficialmente provocata dal rifiuto di pubblicazione nella raccolta del 1876 del "Pomeriggio di un fauno" di Mallarmé
. La frantumazione del movimento in varie direzioni di ricerca fu però anche una delle condizioni della diffusa influenza del parnassianismo sulla poesia europea. Con la nozione parnassiana di autonomia della poesia si confrontarono e scontrarono le successive tendenze poetiche e estetiche.

Il simbolismo e i 'maledetti'

Si identifica con il nome di simbolismo un movimento poetico sorto in Francia negli ultimi decenni del XIX secolo. Si considera come testo-base del simbolismo Il pomeriggio di un fauno di Mallarmé , pubblicato nel 1876 a spese dell'autore perché rifiutato dal «Parnasse contemporain». In quello stesso 1876 la rivista dei parnassiani chiuse le pubblicazioni. Il simbolismo nasce come scissione dal parnassismo ovvero come confluenza in esso di stimoli già presenti nell'ambito del parnassismo e che si svilupparono autonomamente dopo il 1876. Allora Paris fioriva di cenacoli di artisti, ognuno contraddistinto da proprie poetiche e posizioni teoriche e politiche, i vari gruppi si aggregavano e disaggregavano nello spazio anche di una sola stagione. All'interno dei gruppi cui la critica diede poi il nome complessivo di 'decadentisti', si isolò per un processo di graduale differenziazione, il gruppo dei simbolisti. Nell'ambito di una sensazione comune, di crisi di una intera società, il simbolismo cercò una riflessione sul lirismo prodotto da quella sensazione, tentando di elaborare una poetica unitaria consapevole e coerente. Vi erano alcuni autori considerati come maestri: Baudelaire, Verlaine, Rimbaud, Mallarmé . Ma all'esempio di Baudelaire i simbolisti anteponevano Mallarmé per il quale la bodeleriana «poetica delle corrispondenze», il «tempio della natura» concepito come «foresta di simboli», era solo il presupposto e non l'approdo per arrivare a un «linguaggio di rapporti simbolici», alla «magia verbale», alla «poesia pura», agli effetti calcolati della musicalità, della suggestione, del misero.
Testi teorici importanti furono il Manifesto del simbolismo (Manifeste du symbolisme) pubblicato nel 1886 da Jean Moréas sul «Figaro». E le riviste che ebbero una larga diffusione europea: «Le Symboliste» (1886), «La Plume» (1889), «Le Mercure de France» (1890), la «Revue blanche» (1891). Nel 1886 René Ghil espose nel Trattato del verbo (Traité du verbe) la sua teoria della «strumentazione verbale». Altri proposero l'uso del verso libero. Mancò tuttavia una intesa di fondo sul significato e sul valore di "simbolo". Baudelaire aveva scritto:

«in certi stati d'animo quasi sovrannaturali, la profondità della vita si rivela interamente nello spettacolo, per comune che sia, che si ha davanti agli occhi».

Questo spettacolo comune diventa il simbolo di quella profondità. I simbolisti elevano questa affermazione a norma generale del loro fare poesia. Il procedere per simboli risponde soprattutto a un'ansia metafisica, e rivela immediatamente una concezione della poesia come essenzialmente rivelativa. Mallarmé che voleva arrivare alla sintesi di questa rivelazione, dovette rassegnarsi allo scacco e non lasciò dell'opera vagheggiata che pochi, splendidi e misteriosi frammenti. La rivelazione consiste in un'opera di «decifrazione» o di «traduzione», per la quale il poeta usa come mezzo privilegiato metafore e similitudini. Mèta della sua ricerca è la bellezza intemporale.
Il simbolismo segna nella storia della cultura l'inizio di una fase in cui la poesia diventa prodotto destinato soprattutto ai poeti, in cui il poeta-scrittore presuppone come destinatario un poeta-lettore. Si produce una poesia estremamente chiusa, impopolare, ma dall'altra parte si ha una straordinaria, lunghissima catena di influssi diretti di poeti su poeti.
Se precursore immediato viene considerato Baudelaire, precursori mediati sono considerati Poe, Novalis, Hö lderlin. Sono maestri innanzitutto Mallarmé, e poi Verlaine e Rimbaud .


Estetismo: il decadentismo

Le diverse vicende poetiche di Jean Moréas e di René Ghil ci portano a due diverse direzioni che il simbolismo innesca, sulla linea dell'evasione poetica, nell'ambito di un clima e di un atteggiamento culturale che alcuni hanno voluto individuare sotto una comune etichetta (decadentismo). Il regresso classicistico-decadentista, e la perdita del significato della parola a favore della sua assunzione puramente musicale, la riduzione a elemento di una evocazione pre-conscia e pre-scientifica, mitica. In entrambi i casi è in atto il processo di estraniazione dalla realtà quotidiana e dai problemi sociali e politici, estraneità che è una precisa presa di posizione politica da parte dell'intellettuale anti-borghese e di destra. Un minore è Charles Asselineau.

Gli (altri) simbolisti

Al simbolismo fanno riferimento due gruppi di autori, le cui opere sono in grado di reggere al tempo. Il primo gruppo si contraddistingue anche per l'aderenza al mito biografico del 'maledetto' e del 'misterioso': Lautréamont, Corbière, Laforgue, Nouveau.
Il secondo gruppo è dato dagli scrittori belgi di lingua francese: Verhaeren, Rodenbach, Maeterlinck. A questo gruppo potrebbe assimilarsi un poeta elegante come Charles Cros.

Produzione narrativa: il naturalismo

In campo narrativo, problema centrale diventa l'emergere delle masse come nuovi soggetti che "fanno la storia", al posto degli eroi individuali. A questa esigenza gli scrittori realisti e naturalisti danno risposte diverse, nel quadro di una impostazione razionalista e scientista. Sotto l'influsso dei successi della "scienza", si cerca di applicare alla lettera- tura metodi di osservazione "scientifici", "obiettivi", che rendano conto della realtà "naturale" (in questo caso sociale) così come essa è, in tutte le sue sfaccettature. Così l' "impersonalità" nel trattare la materia- ambiente sociale della piccola borghesia in Flaubert (1821\1880). Mentre i fratelli Edmond (1822\1896) e Jules (1830\1870) Goncourt studiano con raffinata scrittura squallidi "casi clinici". Emile Zola si serve delle leggi dell'ereditarietà e del determinismo sociale ("I Rougon-Macquart", 1871-1893) e teorizza il "romanzo sperimentale" (1880). E' un processo di semplificazione che ha il culmine con Guy de Maupassant. Parallela ma indipendente è la ricerca di Alphonse Daudet (1840\1897), scrittore di costumi.
Il tema sociale penetra anche all'interno della ormai tradizionale produzione di feuilleton, nella quale si colloca uno scrittore di largo seguito all'epoca (quanto poi dimenticato subito dopo), Georges Ohnet. Tra i maggiori scrittori del tempo, un posto merita Jules Verne, fortunatissimo autore di romanzi e racconti in cui usa il fantastico unito a una buona padronanza di conoscenze scientifiche. Con lui siamo nell'ambito della fantascienza. I suoi romanzi ebbero un costante successo presso il pubblico dei giovani lettori per tutto il XX secolo.

Anti-naturalismo
a) impegno, psicologismo, esotismo

Al di fuori del naturalismo, e di breve durata, altri filoni narrativi: l'impressionismo letterario e sociale di Jules Vallès, lo psicologismo di Paul Bourget, l'esotismo di Pierre Loti.

b) memorialistica

Prosegue il genere della memorialistica. Tra questi, oltre ai Goncourt, è da ricordare almeno Henri Frédéric Amiel .

c) simbolismo, irrazionalismo

Un filone a parte è quello proveniente dall'estetismo. Il simbolismo influisce anche sulla narrativa: l'ultimo Joris-Karl Huysmans con Controcorrente (1884) scrive il manifesto della nuova narrativa, che avrà i suoi autori anche in Edouard Dujardin, e Marcel Schwob.
Le istanze romanticiste dell'irrazionale sono perseguite da Villiers de l'Isle-Adam.

Al fantastico, influenzato anche dalla tradizione inglese della "letteratura nera" appartengono alcuni racconti e romanzi del duo Eckermann & Chatrian.


d) regionalismo

A tematiche regionaliste, con forte venature campestri rimanda la produzione di un minore come André Theuriet. Ambientati in Alsazia sono alcuni dei romanzi e racconti del duo Erckmann & Chatrian.


Produzione teatrale

Il teatro nella seconda metà del XIX secolo diventa istituzione borghese per eccellenza; il pubblico si fa vasto e stabile.
Il teatro naturalista e simbolista poi, si rifà al romanzo; vi si dedicano Zola, i Goncourt, Daudet, ma l'unica figura di rilievo in Francia è quella di Henry Becque.
Acquista importanza l'opera dei registi. Nel 1887 l'attore e regista André Antoine fonda il «Théatre Libre»; nel 1893 A.M. Lugné-Poe fonda il teatro de «L'Oeuvre» dove sono rappresentante soprattutto opere simboliste (Villiers de l'Isle-Adam, Maeterlinck), e nel 1896 Ubu roi di Alfred Jarry (1873\1907) che precorre tutto il teatro antiteatrale del XX secolo.
All'interno dell'area culturale francese, un certo interesse culturale ha, nella seconda metà del XIX secolo, la nascita di un movimento che tenta il recupero della tradizione occitanica e provenzale. Il felibrismo ha caratteristiche romanticiste, ma riesce a porsi in risonanza con le esperienza poetiche più avanzate provenienti dal simbolismo e decadentismo Parisno.

Contesto

Indice L'Ottocento

 


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