Jules
Laforgue
Jules Laforgue
Jules Laforgue nacque a Montevideo nel
1860. Studiò a Tarbes e a Paris, divenne collaboratore
della «Gazette des beauxarts» e di altri giornali. Amico di Gustave
Kahn e di Paul Bourget , e grazie al loro appoggio ottenne l'incarico
di lettore dell'imperatrice Augusta a Berlin, dove rimase negli
anni 1881-1886. A Berlin sposò una giovane inglese. Morì
di tubercolosi dopo un anno di matrimonio, a Paris nel 1887.
Durante la sua breve esistenza pubblicò
solo due raccolte di versi: I lamenti (Les complaintes, 1885)
e L'imitazione di Nostra Signora la Luna (L'imitation de Notre-Dame
la Lune, 1886). Nel 1890 apparve una raccolta postuma, Gli ultimi
versi (Les derniers vers) comprendente tra l'altro Il concilio
delle fate (Le concile féerique) del 1886. Racconti filosofici
in prosa sono le se Moralità leggendarie (Moralités
légendaires, 1887). Notevoli i saggi critici su Baudelaire
e Corbière.
La poesia di Laforgue, paragonabile per alcuni
aspetti a quella di Heine, è una poesia ironica e acre.
L'uso dei ritmi popolari e dell'argot non nascondono la fondamentale
amarezza di Laforgue, lettore di Schopenhauer e di Hartmann. Una
poesia piena di dissonanze, di destrezza, di accostamenti imprevedibili
di parole, dove la metafisica ironizza il sentimentalismo, e il
linguaggio quotidiano ridimensiona i temi drammatici, la presenza
di quell'io inconscio che perseguita il poeta e gli fa sentire
effimera l'esistenza. Laforgue ha avuto un grandissimo influsso.
Attraverso il simbolismo si è diramato a tutta la poesia
del XX secolo, giungendo fino ad autori diversissimi come Apollinaire,
Eliot, Montale.
© Antenati - 1994-1997
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