Théophile
Gautier
Théophile Gautier
Nato a Tarbes [Pirenei] nel 1811 (morirà
a Neuilly-sur-Seine nel 1872), si dedicò molto giovane
alla pittura, nell'atelier di Rioult. Partecipò con passione
al dibattito letterario tra classicisti e romanticisti. Fu protagonista
della 'battaglia' di "Er nani", nel 1830: guidava in teatro i
giovani romanticisti indossando il suo famoso gilet rosso- ciliegia.
Già nel 1830 scrisse un libro di ironica presa di distanza
dalla generazione romanticista, I giovani-Francia (Les jeunes-
France). Nel 1835 con il romanzo Mademoiselle de Maupin rivalutò
l'ideale classicista di bellezza e lanciò, con una celebre
prefazione, la parola d'ordine dell'Ğarte per l'arteğ.
La sua attività di poeta inizia con
le Poesie (Poésies, 1830), e prosegue con i poemi narrativi
e fantastici Albertus o l'anima e il peccato (Albertus ou l'âme
et le péché, 1832), e La commedia della morte (La
comédie de la mort, 1832). Culminò nelle liriche
di Smalti e cammei (Emaux et camées, 1852), improntate
a un idea le di levigata compiutezza formale che vuole contrapporsi
alla spontaneità dell'emozione. Gautier come poeta anticipò
l'impassi bilità e il perfezionismo nella fattura del verso
che fu poi dei parnassiani. Costoro lo considerarono come un maestro.
Ma anche Baudelaire nel dedicargli "I fiori del male", lo definì
"poeta impeccabile" e "mago perfetto delle lettere francesi".
In prosa Gautier scrisse un gran numero di
racconti. Notevoli sono quelli fantastici, che si rifanno alla
lettura di Hoffman. Con le loro sottili e luminose evocazioni,
segnano un capitolo originale nella produzione fantastica: La
morte innamorata (La morte amoureuse, 1836), Il cavaliere doppio
(Le chevalier double, 1840), Arria Marcella (1852), Avatar (1856).
Gautier concluse i suoi sforzi di narratore fantastico con il
romanzo Spirite (1866) in cui è il tema della donna come
apparizione miracolosa.
La sua fama di prosatore è legata
al romanzo Il capitan Fracassa (Le capitaine Fracasse, 1863).
Romanzo concepito in piena stagione romanticista, ma scritto trent'anni
dopo: di qui il distacco e la tiepida ironia con cui è
scritto e a cui deve il suo fascino. Protagonista del romanzo
è il barone di Sigognac che, ridotto in miseria, si unisce
a una troupe di comici per raggiungere Paris. Morto l'attore
che impersona Matamoro, è il barone che lo sostituisce
con il nome di Capitan Fracassa. Si innamora della giovane Isabelle,
ma il duca di Vallombrosa, anche lui innamorato della fanciulla,
la fa rapire. I comici, sotto la guida di Sigognac, liberano Isabelle.
Il barone si batte con Vallombro sa e lo ferisce gravemente. Credendo
di averlo ucciso, è costret to a rifugiarsi nel suo vecchio
castello. Sopraggiunge il padre del duca che riconosce in Isabelle
la figlia che gli era stata rapita da bambina. Sigognac nel frattempo
scopre un tesoro, e può così sposare Isabelle e
riprendere il rango che gli compete.
Gautier ha lasciato anche resoconti di viaggio:
Viaggio in Spagna (Voyage en Espagne, 1845), Viaggio in Italia
(Voyage en Italie, 1852), Costantinopoli (Constantinople, 1854).
E una immensa quantità di articoli di critica artistica,
libretti per balletto, articoli di critica teatrale e letteraria,
in parte raccolti in volumi come: "I grotteschi" (Les grotesques,
1844), "Le arti in europa" (Les beauxartes en europe, 1855), "Storia
dell'arte drammatica in Francia negli ultimi 25 anni" (Histoire
de l'art dramatique en France depuis vingtcinq ans, 1858-1859),
"Storia del romanticismo" (Histoire du romantisme, 1872) postumo
e incompiuto.
© Antenati - 1994-1997
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