Area 
              russa tra il 1850 e il 1890 
            
             
             
               
                Area russa tra il 1850 e il 1890
              
              
               
              
                
                Il dibattito
              Negli anni '60 l'idealismo filosofico è soppiantato dal 
                positivismo di un nuovo gruppo radicale, preparato dalle posizioni 
                antitradizionaliste di Belinskij: le teorie dell'utilità 
                dell'arte formulate da  Nikolaj Cernycevskij 
                 e  Nikolaj Dobroljubov  sono portate 
                alle estreme conseguenze da  Dmitrij Pisarev 
                 che non rifiuta l'appellativo di "nichilista". Ruolo importante 
                nel dibattito e nella divulgazione delle idee giocano le riviste: 
                così «Epocha» 
                fondata dai fratelli Dostoevskij, che cercò un equilibrio 
                tra slavofilismo e progressismo nel clima arroventato della radicalizzazione 
                dello scontro politico. 
                 
                  
                  Il realismo russo 
                Il nichilismo diventa una moda, ma nuovi fermenti ideologici maturano. 
                 
                Nel 1861 è l'abolizione della servitù della gleba. 
                Ma il movimento progressista si sposta su posizioni sempre più 
                di sinistra, di fronte alla parzialità di quello che il 
                potere centrale è disposto a concedere; è il momento 
                di populisti, socialisti, rivoluzionari. Su questo sfondo politico 
                si inquadra la nascita del realismo narrativo. A questo concorrono 
                diversi fattori: il naturalismo satirico di Gogol', influssi stranieri 
                (dal realismo sentimentale di George Sand a Balzac), la nuova 
                attenzione ai problemi sociali. Il tutto coagulato sotto gli impulsi 
                formali di Puskin e Lermontov. E' una complessa realtà 
                letteraria, con alcune costanti: un atteggiamento di comprensione 
                verso tutti gli esseri umani, la volontà di portare alla 
                ribalta gli aspetti finora sottaciuti e più infamanti della 
                realtà russa, una relativa trascuratezza per la costruzione 
                e l'intreccio narrativo a favore della psicologia, dell'introspezione, 
                dell'analisi sociale, l'impegno a scegliere i soggetti esclusivamente 
                dalla realtà contemporanea. C'è l'idea della funzione 
                sociale dello scrittore, cui il pubblico affida il ruolo di interprete 
                delle sue aspirazioni di rinnovamento. 
                 
                Dopo l'oggettivismo puskiniano di Aksakov, chiaro intento programmatico 
                ha la prosa di  Ivan Goncarov  (1812\1891) 
                e Ivan Turgenev (1818\1883). In entrambi 
                il progetto sociologico è messo in ombra dalle caratteristiche 
                più autentiche della loro personalità di scrittori. 
                Così il "negativo" Oblomov risulta, nell'omonimo romanzo 
                di Goncarov (1859), estremamente più vivo del "positivo" 
                Stolz; mediocrità e passività, connotazioni di una 
                situazione di decadenza e sfacelo, si trasformano, grazie allo 
                stile, in emblemi universali e paradossalmente stimolanti. Così 
                per Turgenev, che la critica radicale, prima dell'aspra delusione 
                di Padri e figli (1862), riconobbe come portavoce, sebbene 
                il vero senso della sua arte vada ricercato nella capacità 
                di fissare nei modi di un originale realismo lirico una visione 
                del mondo fatalisticamente disperata e agnostica. 
                 
                Il realismo russo mostra punti di contatto con il naturalismo 
                francese nella cinica imparzialità di Aleksej 
                Pisemskij. Si ricollega alla tradizione popolare, negli scritti 
                di Nikolaj Leskov che presenta una pittoresca 
                galleria di personaggi presi dalla piccola borghesia mercantile, 
                dal clero, dalla media nobiltà, usando, unico tra i suoi 
                contemporanei, uno stile altamente elaborato, modulato sul parlato 
                russo. Suo è il racconto "Il pope non battezzato", e soprattutto 
                il ciclo dei giusti ("I racconti dei 'Giusti'"). 
                 
                Satira, critica sociale prevalgono nell'opera di  
                Michail Saltykov-Scedrin  che con I signori Golovlëv 
                (1880) fornì uno dei quadri più cupi della decadenza 
                dell'aristocrazia terriera.  
                Il realismo russo culminò però con l'opera di  
                Fëdor Dostoevskij  e di  Lev Tolstoj, 
                e con essi la produzione letteraria europea giunge a uno dei suoi 
                massimi vertici. 
                 
                  
                  Scuola naturale e scuola filantropica 
                Alla 'scuola naturale' di derivazione gogoliana appartengono  
                Vladimir Sollogub, e J. Butkov. 
                Butkov è il più importante esponente della narrativa 
                filantropica volto a rievocare lo squallido mondo della piccola 
                burocrazia. Lo stesso atteggiamento di Butkov, ma nei confronti 
                della vita contadina, è nell'opera di D. Grigorovic (1822\1899). 
                In parte da riallacciare alla scuola naturalista, Sergej 
                N. Terpigorev. Un folto gruppo di scrittori, tra cui è 
                 Pavel Mel'nikov  si dedicò 
                a argomenti etnografici e folcloristici. 
                 
                  
                  Tendenziosi, utopisti, plebei 
                La polemica tra reazionari e radicali ebbe, negli anni '50, riscontro 
                nella vastissima produzione di romanzi "tendenziosi", privi di 
                interesse letterario. Vasta l'opera degli scrittori populisti, 
                tra cui è  Gleb Uspenskij , 
                che può essere considerato vicino alla generazione dei 
                "romanzieri plebei" degli anni '60: N. Pomjalovskij (1835\1863), 
                V. Slepcov (1836\1878), F. Resetnikov (1841\1871).  
                Al filone umanitarista anche dostoevskijano rimanda  
                Vsevolod Garsin, che riscosse all'epoca entusiasmo tra i lettori 
                anche per la sua biografia. 
                 
                  
                  Teatro realista russo
                Il romanzo, insieme al racconto e al bozzetto giornalistico, dominano 
                incontrastati in questi anni. Ma il realismo raggiunge il massimo 
                livello espressivo nel teatro di  Aleksandr 
                Ostrovkij. 
                 
                  
                  Produzione poetica russa 
                In disparte rispetto alle tendenze del suo tempo è la lirica 
                di  Fëdor Tjutcev  (1803\1873), 
                con la sua opera densa di profondi valori metafisici e di alta 
                suggestione formale. Per il resto la poesia è in decadenza: 
                eclettici sono  Apollon Majkov, e  
                Aleksej K. Tolstoj. Un aspetto singolare e significativo della 
                personalità e dell'opera di Aleksej Tolstoj è costituito 
                dalla creazione, insieme con i fratelli A.M. e B.M. Zemcuznikov, 
                di una immaginaria figura di poeta, Koz'ma Prutkov, al quale essi 
                attribuirono poesie satiriche e versi nella tradizione del nonsense, 
                tesi a stigmatizzare con vivido umorismo alcuni aspetti della 
                cultura contemporanea.  
                Estetista è  Afanasij Fet-Sensin 
                . Mediocri oggi sembrano gli esercizi lirici di  
                Semën Nadson, che però ebbe all'epoca grande successo. 
                In  Nikolaj Nekrasov  umanitarismo 
                e populismo idealizzante fanno parte di una adesione autentica 
                ai modi della poesia popolare. 
                 
              
              L'Ottocento  
              
             
            
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