Aleksandr
Ostrovskij
Aleksandr Ostrovskij
Aleksandr Nikolaevic Ostrovskij nacque
a Mosca nel 1823, si iscrisse alla facoltà giuridica di
Mosca ma non terminò l'università e si impiegò
in un tribunale di commercio, entrando così in contatto
con quell'ambiente dei mercanti moscoviti che avrebbe costituito
lo sfondo prevalente dei suoi drammi. Morì a Kostroma nel
1886.
Nel 1850 esordì pubblicando Con i
propri ci si arrangia che, pur bloccato dalla censura come gran
parte delle sue opere, fu letto e accolto con entusiasmo dai critici
più noti. In questo dramma già si profila il motivo
conduttore di tutte le opere di Ostrovskij: lo scontro frontale
tra i despoti e le persone che dipendono da loro. Questo violento
e grezzo nucleo drammatico si arricchì, con il passare
degli anni, di una tecnica dialogica sempre più naturale
e di una caratterizzazione sempre più stringente dell'emblematico
personaggio chiave: il mercante volubile, grossolano, patetica
mente ignorante: Non ti sedere sulla slitta altrui (1853), Pover
tà non è vizio (1854), Non puoi vivere come ti pare
(1855).
Nel 1860 comparve il primo dei capolavori
di Ostrovskij, L'uragano , tragedia di un amore votato al sacrificio
sullo sfondo della più oscura provincia russa. L'azione
del dramma si svolge a Kalinov, cittadina di provincia sul Volga,
nel mondo angusto e opprimente dei mercanti locali. Al centro
del dramma due figure di mercanti: il vecchio iracondo e gretto
Savel Prokof'evic Dokoj, e la ricca implacabile vedova Maria Ignat'evna
Kabanova. Maria ha due figli: Tichon marito della sensibile e
onesta Katerina, e Varvara che nonostante la severa condotta imposta
dalla madre ha un amante, Vanja Kudrjas, commesso di Dikoj. Katerina
è oppressa dalle continue umiliazioni della suocera e rimpiange
la vita prima del matrimonio. Di lei si innamora Boris, figlio
di Dikoj. Profondamente religiosa, Katerina combatte il sentimento
peccaminoso che la spinge verso Boris, ma cede lentamente, incoraggiata
da Varvara e favorita dall'assenza temporanea del marito. Sopraffatta
dai rimorsi e incapace di vivere una vita di compromessi, confessa
a marito e suocera il proprio peccato e si butta nel Volga durante
un uragano. Il suo corpo viene raccolto da Kuligin, un orologiaio
utopista che passa la vita a studiare il problema del moto perpetuo.
Egli dichiara pubblicamente il suo disprezzo per la grettezza
dei compaesani, vera causa del suicidio di Katerina.
Nel 1871 uscì La foresta , dramma
in cinque atti che ha per tema il lento decadere della piccola
proprietà e l'ascesa della nuova classe dei mercanti. La
ricca e attempata vedova Gurmyskaja vive con la nipote Aksjuscia
e con il giovane mantenuto Bulatov, che ella fa passare per fidanzato
della nipote. Di Aksjuscia è invece innamorato Petr, figlio
del mercante Vosmibratov, non contrario al matrimonio tra i due:
vorrebbe però una consistente dote per Aksjuscia, che la
vedova rifiuta di dare, desiderosa solo di arricchire Bulatov.
Improvvisamente si presenta un nipote da tempo scomparso per fare
l'attore: costui sventa il disegno della Gurmyskaja di vendere
una foresta di proprietà sua e di Aksjuscia. Si fa dare
mille rubli per ripartire con Aksjuscia in cerca di nuove fortune
teatrali. Ma Aksjuscia ama Petr e rifiuta l'offerta: commosso
dalla purezza e onestà della fanciulla, le consegna i mille
rubli che diventeranno la dote necessaria per sposare Petr e riparte
povero per la sua esistenza di attore vagabondo.
L'opera di Ostrovskij porta a estreme conseguenze
la linea iniziata da D.I. Fonvinzin e A.S. Griboedov, raggiungendo
risul tati di grande espressività nell'ambito di un realismo
che affon dava le sue radici nei più diversi strati sociali,
dai servi agli attori, dai nobili decaduti agli impiegati corrotti.
© Antenati - 1994-1997
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