Storia della letteratura europea - Torna in homepageLo"Spazio letterario" di Maurice Blanchot: percorso di lettura e interpretazione, di Attilio Viena


6. Lo sguardo d'Orfeo. L'opera come cammino verso l'ispirazione

Nella produzione blanchotiana esiste un luogo nel quale il tema della fascinazione assume una rilevanza assoluta. Si tratta del saggio Lo sguardo d'Orfeo, contenuto nella sezione de Lo spazio letterario dedicata al significato dell'ispirazione.
Occorre precisare che lo stesso Blanchot conferisce una sottolineatura particolare al saggio citato indicandolo come centro dell'opera (24). Grazie alla potenza del suo canto, capace di commuovere perfino gli dei degli inferi, Orfeo ottiene il permesso di scendere nel regno dei morti, privilegio vietato agli altri viventi. La notte, l'essenza impenetrabile dell'altra notte, diviene per Orfeo l'intimità accogliente della prima notte. Quel che attrae il cantore agli inferi, facendogli dimenticare il suo cammino di vivente, consiste nell'estremo dell'arte. Euridice, la compagna prematuramente perduta, rappresenta infatti per Orfeo l'origine della propria arte, ossia l'ispirazione. Blanchot sottolinea che il compito di Orfeo consiste nel riportare l'ispirazione al giorno; ma egli "può tutto fuorché guardare il centro della notte nella notte" (25). Il cantore, dunque, è inesorabilmente destinato al fallimento; questo insuccesso è già insito nel patto che gli dei inferi stipulano con lui. Orfeo desidera quell'Euridice che egli non può vedere né afferrare: il suo errore sta proprio nel desiderare, mentre il suo solo destino è di cantare. Il canto, allora, si pone come limite e misura, ossia come padronanza del desiderio; non si danno al contempo, però, desiderio e limite del desiderio stesso.
Orfeo tradisce l'opera, Euridice e la notte, ma il non volgersi significherebbe ugualmente tradire. Disobbedendo alla legge, Orfeo obbedisce in realtà all'esigenza profonda dell'opera e la rende al luogo sacro dell'ispirazione dal quale essa scaturisce. Così facendo egli sacrifica se stesso e l'opera; e questo sacrificio è maestoso, sovrano. Orfeo insegue e cerca non già l'opera in sé, ma l'opera come possibilità, come ispirazione.
Il suo cammino è in questo senso emblematico del percorso artistico. In effetti, "quel che attrae lo scrittore, quel che smuove l'artista non è l'opera direttamente, ma l'andarne in cerca" (26). Tale ricerca, non aspirando ad un esito, ha in se stessa la propria realizzazione.

Note

24) Cfr. la premessa a SL.

25) SL, p. 147.

26) LV, p. 201.

 

 

 

 

 

Contesto

Maurice Blanchot


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