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L'Inghilterra nel 1939-1989

Introduzione | Teatro: gli effetti della guerra, gli anni Cinquanta, gli angry young men, l'assurdo e la sperimentazione, gli anni Settanta e Ottanta | Poesia | Narrativa |


Torna sopra / up Introduzione

L'Inghilterra vive il dopoguerra come un progressivo allentamento culturale oltre che economico. La guerra sembra aver dissanguato il paese, il passaggio dell'egemonia agli USA procede indolore, mentre più forte è il senso della perdita per le colonie. Grazie alla lingua, divenuta koiné internazionale, la cultura inglese riceve comunque impulsi da tutte le parti del mondo. E se la situazione interna, regionale, non è delle migliori - specie dopo la desertificazione operata nel decennio di governo di Margareth Thatcher (anni '80) - tuttavia la letteratura in inglese riesce a vivificarsi proprio grazie a questi contributi interregionali.

Torna sopra / up Produzione teatrale inglese

Gli effetti della guerra e gli anni '50

La guerra incide sui vari autori attivi nel periodo immediatamente precedente: così l'immalinconimento di Noël Coward, il biblismo di James Bridie, il kafkanismo di J.B. Priestley (in An Inspector calls). Interessante il tentativo di teatro colto di Thomas S. Eliot, seguito da Christopher Fry. Per il resto negli anni '50 continua una notevole attività di autori di teatro medi e buoni professionisti. A quest'ambito appartengono ad esempio Terence Rattigan, e John Whiting.
Un vivace rinnovamento si ha nella metà degli anni '50 con i "giovani arrabbiati", gli angry-young-men, e si sviluppa in modo complesso grazie agli apporti continentali (Brecht, Artaud, Ionesco), con Harold Pinter, Arnold Wesker, John Arden, tutti autori iscrivibili nelle categorie dell'assurdo, della violenza, dell'impegno, del teatro rituale o comunitario.

Gli 'angry young men'

Al gruppo degli "arrabbiati" degli anni '50 appartengono: Kingsley Amis, John Wain, John Braine, John Osborne, Alan Sillitoe, Shelagh Delaney ecc., che ce l'hanno contro l'ipocrisia dell'Inghilterra contemporanea. Il nome di "arrabbiati" deriva loro dal titolo di un libro del filosofo *L.A. Paul, "Angry young men" (1951), e entrò in uso dopo la rappresentazione della commedia di Osborne, Ricorda con rabbia (1956), che inaugurava un atteggiamento di protesta contro l'establishment sociale e culturale. Al gruppo furono poi associati anche drammaturghi come Pinter, N.F. Simpson, Arden, Wesker ecc. La rappresentazione di Ricorda con rabbia, avvenuta l'8 maggio 1956 al Royal Court, segnò un vero salto di qualità nel teatro inglese moderno. E' l'anno dei fatti d'Ungheria, della crisi di Suez, due episodi dai quali l'Inghilterra uscì fortemente ridimensionata nel suo pretsigio di grande potenza internazionale. Gli arrabbiati esprimono questo senso di sfiducia della generazione giovane. Il successo di Osborne permise a nuovi giovani autori di rappresentare le proprie opere, e avviò una collaborazione con attori e registi di 'anziani' ma affermati, con reciproco beneficio (ad esempio la collaborazione tra Osborne e Olivier). Il movimento si esaurì in pochi anni: non seppe e non volle trovare un preciso indirizzo ideologico né una riconoscibile forma espressiva, se si esclude l'influsso del teatro francese dell'assurdo e l'ironica predilezione per le forme gergali della più banale quotidianità (che saranno poi più proprie in Pinter). Ebbe una sua funzione nella lotta al conformismo del pubblico teatrale e contribuì a riavvicinarlo alla realtà del paese.

L'assurdo e la sperimentazione

Alla sperimentazione degli anni '60 e '70 appartengono Harold Pinter, John Arden, Arnold Wesker. Tra gli emigrati è l'autorevole opera dell'irlandese Samuel Beckett, trasferitosi in Francia, che interpreta la fine dei valori, l'esaurimento delle forme, la disintegrazione dei linguaggi e delle ragioni per vivere. La sua opera ebbe effetti anche in Inghilterra: la versione inglese del suo Aspettando Godot è del 1955, e fece notevole scalpore.

Torna sopra / up Gli anni '70 e '80 nel teatro inglese

Inizialmente limitato, il successo commerciale di Osborne, Wesker, Arden e Pinter riuscì a far attirare l'attenzione di impresari e operatori dell'industria culturale sul teatro inglese, permettendo la fioritura di molti nuovi autori. Negli anni '70 e '80 si assiste a un sostanziale conservatorismo delle forme tradizionali ereditate, sia tra quanti si occupano del teatro sperimentale che tra quanti fanno teatro classico o borghese. Del resto gli sperimentalismi di Pinter e Arden hanno trovato pochi imitatori: l'unico regista di prima grandezza che ha deciso di dedicarsi alla sperimentazione, Peter Brook, è emigrato a Paris. Nel corso degli anni '70 e '80 il teatro inglese ha comunque conosciuto, tra i paesi occidentali, il maggior numero di esponenti e di rappresentazioni. Non è facile orizzontarsi tra le decine di autori teatrali inglesi di questo periodo. Potremmo individuare alcune categorie. A un filone più commerciale, spesso eseguiti anche se non esclusivamente nel West End, appartengono John Mortimer, Robert Bolt, James Saunders, Peter Shaffer, Peter Nichols, Michael Frayn, Alan Bennett, Ronald Harwood, Simon Gray, Christopher Hampton, Willy Russell.
Tra gli impegnati sono Edward Bond, Trevor Griffths, John McGrath, e i sessantottini Howard Brenton, David Hare, Howard Barker, Stephen Poliakoff. E il gruppetto delle femministe: Pam Gems, Ann Jellicoe, Caryl Churchill. Tra gli autori legati al Terzomondo sono Mustafa Matura, Hanif Kureishi. A influenze e ambiti genetiani rimandano David Storey, Joe Orton, Steven Berkoff. Dei virtuosi del linguaggio e della costruzione sono Tom Stoppard e Alan Ayckbourn.

Torna sopra / up Produzione poetica inglese

Nel campo della poesia, in Gran Bretagna, alcuni tornano al formalismo (William Empson), altri verso un romanticismo immaginifico e febbrile (Dylan Thomas), altri tentano l'espressione dello scoramento e della frustrazione (i poeti "apocalittici"). In clima di guerra fredda e di liquidazione dei resti del prestigio inglese, il "nuovo movimento" rifiuta con ironico empirismo teorie, misticismi, impegni, avanguardismi, per chiudersi in ambito crepuscolare dove "imparare uno stile dalla disperazione": così Philip Larkin, Thom Gunn, Ted Hughes. Il 'Mouvement' negli anni '50-60 si sostituì alle ormai invecchiate correnti poetiche neoromantiche o marxiste.

Torna sopra / up Produzione narrativa inglese

In campo narrativo, una serie di narratori tradizionalisti di buon livello: Charles P. Snow, Lawrence G. Durrell (con il fratello zoologo Gerald Durrell), Angus Wilson, Graham Greene, Evelyn A. Waugh, Muriel Spark, il minore Angela Carter, Ian McEwan, Doris Lessing, David Lodge.
Tra i maggiori autori del secolo sono: Malcolm Lowry, William Golding, Iris Murdoch, Anthony Burgess, Vidiadhur S. Naipaul.
Il maggiore autore di favole per bambini è Roald Dahl.

Contesto

Novecento (1939-1989)
L'Inghilterra dopo il 1989


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