Storia della letteratura europea - Torna in homepageThomas Stearns Eliot


Thomas Stearns Eliot

All'imagismo aderisce Thomas S. Eliot, in opposizione al romanticismo epigonico dei poeti georgiani e al classicismo tradizionalista di scrittori poeti come R.S. Bridges, Richard Graves, J. Betjeman, e in nome di una tradizione metafisica che individua le fasi maggiori della poesia occidentale nei secoli XI-XII (troubadours, stilnovisti, Dante), nel periodo di Donne e nelle esperienze simbolistiche di fine ottocento (francesi, ma anche l'intensa lirica religiosa di G.M. Hopkins, 1844\1889).

1) notizie biografiche

Eliot nacque a Saint Louis nel Missouri, il 26 settembre 1888. Nel 1906 si iscrisse a Harvard. Gli anni universitari e l'ambiente intellettualmente assai vivo di Boston anteguerra furono fondamentali nella formazione di Eliot, che in questo periodo scoprì Donne e i metafisici, gli elisabettiani, i postsimbolisti francesi Laforgue e Corbière; attraverso la mediazione di Pound scoprì gli stilnovisti e soprattutto Dante Alighieri.

Nel 1910-11 soggiornò a Paris dove frequentò la Sorbona, entrando in contatto con Fournier e Rivière. Trascorse un altro triennio a Harvard, poi nel 1915 si stabilì definitivamente a London. Qui lavorò come impiegato alla Lloyds Bank; solo in seguito, grazie ai primi successi letterari, riuscì a dedicarsi definitivamente all'attività letteraria. Nel 1923 divenne direttore della rivista «Criterion», poi della casa editrice Faber & Faber. Eliot ottenne nel 1927 la cittadinanza inglese e si convertì all'anglicanesimo. Nel 1948 gli dettero il nobel ("for his outstanding, pioneer contribution to present-day poetry"). Morì a London il 4 gennaio 1965.

2) opere

Nel 1917 uscì la sua prima raccolta di poesie, Prufrock e altre osservazioni (Prufrock and other observations), tra cui spiccano "Il canto d'amore di J. Alfred Prufrock" e "Ritratto di signora". Seguirono Poesie (Poems, 1919) poi ripubblicate con aggiunte e esclusioni nel 1920 con il titolo Ara vos prec.

Del 1920 è la raccolta di scritti criticie teorici Il bosco sacro (The sacred wood) in cui alcuni dei suoi saggi sul rapporto tra il poeta come individuo e la storia della poesia come esperienza corale di tutta una civiltà.

Nel 1922 è La terra desolata (The waste land). Il poemetto, insieme a Gerontion (1920) e Gli uomini vuoti (The hollow men, 1925) segna il culmine della prima fase della poesia di Eliot, legata alla lucida ferma constatazione di una crisi generale e senza sbocchi.

Primo frutto della conversione all'anglicanesimo è il poemetto Mercoledì delle ceneri (Ash-Wednesday, 1927-30) sul tema dell'attesa penitenziale. Si manifesta in questo periodo anche il suo interesse per il teatro, prima attraverso una serie di saggi teorici e storici, poi con Assassinio nella cattedrale (Murder in cathedral, 1935). Si tratta di un dramma in versi, in 3 atti e un interludio. L'azione si svolge a Cantherbury nel 1170: Thomas Beckett arcivescovo torna dopo sette anni di esilio in Francia. E' deciso a sanare il dissidio che divide la chiesa e lo stato, ma è avversato dal partito ecclesiastico rappresentato dai suoi preti, e da quello reale rappresentato dagli ufficiali di Enrico II d'Inghilterra. Il suo conflitto interiore è espresso dalle figure dei quattro tentatoti, che raffigurano l'amore dei piaceri, il desiderio del potere, le ragioni dei baroni feudali, l'orgoglio della santità. Beckett li respinge tutti, e la mattina di natale predica al popolo nella cattedrale di Cantherbury. Aggredito dai cavalieri del re mandati ad ucciderlo, non tenta di fuggire e viene assassinato. I cavalieri giustificano la loro azione, i preti ringraziano dio che ha dato loro un altro santo alla chiesa, il popolo pieno di oscuro sgomento invoca la misericordia divina.

Nel 1939 è la volta dell'altro dramma, La riunione di famiglia (The family reunion, 1939). Cocktail party (1950) è una commedia in tre atti: tra i coniugi Lavinia e Edward Chamberlayne la rottura appare inevitabile, entrambi hanno nuove relazioni. In realtà né Celia (l'amante di Edward) né Peter (l'amante di Lavinia) si sentono appagati di questi legami: Celia avverte l'aridità di Edward, Peter si accorge di essere innamorato di Celia. Un misterioso ospite del cocktail party che si tiene in casa di Edward, Riley, una specie di medico delle anime, riesce a riunire i Chamberlayne che imparano a capirsi meglio. Le strade di Peter e Celia si dividono: Peter parte per la California dove si occuperà di cinema, Celia va missionaria in un'isola sperduta in cui finisce ammazzata.

Altri drammi: L'impiegato di fiducia (The confidential clerk, 1954), Il grande statista (The elder statesman, 1959). Con questi lavori Eliot intendeva reagire al naturalismo, ricorrendo a nuovi temi e al verso al posto della prosa. I pregi maggiori di questi testi sono di natura lirica più che drammatica.

Nel 1936-1942 compose Quattro quartetti (Four quartets), la cosa migliore scritta dopo "La terra desolata". Centrato sui rapporti tra il tempo e il senza tempo, e sul momento del loro contatto nell'Incarnazione del Verbo.

3) il classicismo esistenziale eliotiano

Eliot è uno dei poeti che più lucidamente hanno interpretato il secolo, quello che ha dato espressione al "consapevole disorientamento di un'epoca". Fino alla conversione, la sua poesia esprime un mondo privo di significato, in cui al crollo dei valori tradizionali non segue la nascita di nuove certezze: un mondo di morti viventi, che "La terra desolata" traduce potentemente nella simbologia dell'aridità e della desolazione; nel migliore dei casi, un mondo di uomini consapevoli, con ironia o sofferenza e sempre con impotenza, colti nel momento dell'esodo o nella timida attesa di un indistinto secondo avvento.

Con la conversione Eliot trova una risposta e una speranza concreta per colmare questa attesa, ma si tratta sempre di una speranza e un'attesa inquiete, ansiose, purgatoriali, che si placano solo nel mistico invito all'umiltà, al distacco, al raccoglimento dei "Quattro quartetti". Reagendo al razionalismo cerebrale del settecento e al vaporoso sentimentalismo romanticista, Eliot propugna una poesia che sia fusione di intelletto e sentimento, risalendo alla lezione dei poeti metafisici che «sentivano il loro pensiero immediatamente come il profumo di una rosa», e al simbolismo universale di Dante che esprime «la più grande intensità emotiva del suo tempo, basata su quello che costituisce il pensiero del suo tempo». Di qui la teoria del "correlativo oggettivo", secondo cui le emozioni individuali del poeta debbono oggettivarsi in immagini concrete universalmente partecipabili. E di qui il suo linguaggio: scabro, arido, quotidiano, ma nello stesso tempo aperto a echi di mistero, a risonanze metafisiche.

Eliot cercò di dominare il senso della generale catastrofe di due guerre e delle loro conseguenze. Un sentimento che lo paralizzò. Avvertì come queste ferite svuotavano di significato la vita e il mondo, si impegnò a medicarle cercando a tentoni uno sbocco. Scrisse nei "Quattro quartetti": «Passi echeggiano nella memoria | lungo il corridoio che non prendemmo | verso la porta che non aprimmo mai [...]» Di qui poi l'ideologia di Eliot, sempre più conservatrice, rilevabile soprattutto nelle prose e negli articoli saggistici ("I classici e l'uomo di lettere", "La critica e la poesia di Johnson", "Che cos'è un classico", "Appunti per una definizione della cultura", "Virgilius e la cristianità", "La saggezza di Goethe" ecc.ecc.). Il suo approdo all'anglo-cattolicesimo è un ancorarsi alla cultura di fondo che per quasi due millenni ha tenuto - nella prospettiva storica che se ne faceva allora - continuamente salda l'europa. La cultura greco-romano- ebraica, i poeti classici e i profeti israeliti furono gli "antenati" dell'europa, e alla continua venerazione per questa antenati comuni è legata la sopravvivenza di una "letteratura europea". Di qui la riproposizione poetica e critica di quei maestri che alla sua lettura avevano espresso una "esperienza universale", la dimensione eliotiana del genio poetico: Virgilius, Alighieri, Shakespeare, Milton, Goethe. Romanticisti e vittoriani, di cui era stato ammiratore convinto, perdono di valore: la loro filosofia della vita gli appare inconsistente e incerti i loro fondamenti religiosi; avverte anche i limiti di Poe. E rispetto alla produzione contemporanea, trova distraente quella produzione, la difficoltà di scelta, si sente avverso alla produzione sperimentale e caotica, e vile qualsiasi tolleranza rispetto a essa.

Influsso su Eliot hanno i simbolisti francesi e i metafisici inglesi del seicento, primo tra tutti John Donne. Ma anche la frequentazione con il gruppo americano della Nuova Inghilterra: Melville, Emerson, Hawthorne, Henry James.

La poetica di Eliot fu espressa nella sua prima coerente formulazione, nel saggio Tradizione e talento individuale (1927). Canone fondamentale è l'impersonalità della poesia ai fini di un severo classicismo. Le emozioni personali del poeta finiscono con lo scomparire dall'opera poetica, filtrate attraverso la coscienza dei personaggi e i loro stati d'animo. I personaggi non sono un momento immediatamente soggettivo, ma svolgono il ruolo di figurazioni archetipiche della società e del mondo circostante. "Più completo sarà l'artista più completamente separati saranno in lui l'uomo che soffre e la mente che crea".

Il classicismo di Eliot è lontano sia dalla marmorea impassibilità dei parnassiani che dall'intellettualismo astratto di Valéry. Per Eliot ciò che conta è il "senso storico" che il poeta deve avere di sé e del proprio tempo. La poesia veramente originale non può non iscriversi nella tradizione spirituale da cui proviene, non può evitare di misurarsi continuamente con gli autori del passato. Classicismo è concepire il passato come premessa organica del presente, la cultura poetica come "vivente unità di tutte le poesie che siano mai state scritte". Di qui l'uso delle citazioni e dei riferimenti a autori di epoche e nazionalità diverse.

Eliot si pone in funzione antiromanticista: la necessità di superare la "sublimità" dell'esperienza poetica romanticista, e dei confini dell'io soggettivo, in una sofferta ricerca di purificazione attraverso l'opera poetica. Il "senso della storia" è il tentativo di ricollegarsi alle proprie matrici culturali più riposte e significative, con un ampliamento dei limiti nazionali e temporali della letteratura.

L'innovazione tecnica con cui Eliot esprime la propria poetica è il "correlativo oggettivo": il tentativo di comunicare i propri sentimenti non in prima persona, liricamente, ma attraverso un corrispettivo esterno alla mente e alle emozioni del poeta: in un'immagine o in un giro di frase capaci di suggerire contenuti logicamente staccati da essi.

La prima fase della poesia di Eliot è data dal tema della solitudine dell'uomo, abbandonato da un dio in cui non crede più, estraneo alla società che lo circonda. E' il motivo di Prufrock e altre osservazioni (1917). Il quadro di una società in decadenza, priva di morale, incapace di agire, sostanzialmente alienata. La posizione del poeta è quella di uno spettatore coinvolto ma anche ironicamente distaccato, legato all'arida finzione delle forme borghesi ma chiuso a ogni intervento liberatore sia sul piano della storia che su quello della religione. Dall'incertezza ironica, inquietamente esistenziale, si passa a una visione più angosciata del mondo visto come "cumulo d'immagini spezzate". Afasia e impotenza dell'individuo (nei Preludi) non si dissolvono per volontà della ragione o per lo sforzo del soggetto: l'unica via d'uscita sfocia nel parossismo dell'urlo, nella notte assurda dove "la mezzanotte scuote la memoria | come un pazzo un geranio stecchito".

Gerontion (1919) è l'apice della visione desolata dell'uomo che ha tutto vissuto, tutto sperimentato, è giunto al declino e avverte l'insufficienza dei propri orizzonti terreni. Di qui fondamentale il tema del tempo e della possibilità di salvezza individuale. Per il protagonista Gerontion (che in greco significa "il vecchiarello"), "vuote spole | filano il vento": il tessuto della vita è liso al punto di non costituire più un'entità significante in sé. Il razionalismo lo porta a un disperato, ma severo e contenutissimo, scetticismo.

La meditazione sul tempo, cioè sulla storia e sul rapporto del divino con essa, rimarrà centrale in Eliot fino a costituire nei Quattro quartetti (1935-42) il tessuto stesso della poesia. Dagli anni di "Gerontion" e di "Terra desolata" inizia un processo di meditazione interiore che porta Eliot ad aderire alla chiesa d'inghilterra nel 1927. La religiosità di Eliot è razionalmente lucida, non è mai slancio emotivo e mistico al di sopra della ragione ma spirito che nasce dalle ceneri dell'intelletto, conquista faticosa attraverso la ragione e la passione unite assieme.

Il tempo, che prima della conversione rappresenta una dimensione finita, è visto come emanazione della Volontà divina, per il cui tramite è redento: «ma la sorgente zampillò e l'uccello cantò verso la terra | redimi il tempo, redimi il sogno | la promessa del verbo non detto e non udito» (da "Mercoledì delle ceneri").

"Quattro quartetti" costituiscono una summa della poesia eliotiana. Il mondo qui non è più caos di immagini spezzate, ma viluppo apparentemente caotico significante "indizi e congetture" che suggeriscono un universo duraturo al di là delle loro false parvenze. Il nostro mondo è fenomeno, ma proprio come segno dell'infinita, trascendente realtà divina. Il modello poetico è il Dante del "Paradiso", di cui vorrebbe imitare le "chiare immagini visive", nel tentativo di riproporre a orecchi umani il messaggio dell'ineffabile divino. Nasce così la musicalità dei "Quartetti", ottenuta con un discorso vicino alla lingua comune, alterato solo da lievi inversioni sintattiche da cui scaturisce il ritmo: «Sembra, a mano a mano che uno invecchia | che il passato abbia una diversa forma | e cessi di rappresentare una successione | o, perfino, uno sviluppo [...] | Noi abbiamo compiuto l'esperienza, ma non ne cogliemmo il significato | e l'approssimarsi al significato ripropone l'esperienza | sotto diversa forma, oltre ogni senso | che noi possiamo dare alla felicità. || La gente cambia e sorride: l'agonia persiste. | Il tempo che di- strugge è il tempo che conserva».

Bibliografia: Thomas S. Eliot

Prufrock and other observations (1917)
Poems (1920)
The sacred wood (1920)
The waste land (1922)
The hollow men (1925)
Ash-Wednesday (1927-30)
Murder in cathedral (1935)
Four quartets (1936-1942)
The family reunion (1939)
Cocktail party (1950)
The confidential clerk (1954)
The elder statesman (1959)
Tradizione e talento individuale (1914)
Saggi elisabettiani (1934)

Contesto

Poesia tra le due guerre

[1997]

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