Harold
Pinter
Harold Pinter
Harold Pinter, è nato nel sobborgo povero di Hackney
[London] nel 1930, suo padre era un sarto ebreo. Iniziò
come attore caratterista. Drammaturgo e sceneggiatore cinematografico,
è stato anche attore in alcune delle sue stesse opere teatrali.
I suoi inizi furono stentati - a paragone di Osborne, Wesker e
Arden - ma alla fine si affermò come il maggior rappresentante
inglese della sua generazione. Nel 2005 ha avuto il premio
nobel.
Esordì con l'atto unico La stanza
(The room, 1957). Si è occupato di commedia, tra cui Il
compleanno (The birthday party, 1958) il suo primo lavoro
in tre atti su due gangster che prelevano l’inquilino di una pensione,
e che permise a Pinter di farsi notare quando fu dato in tv nel
1960, Il guardiano (The caretaker, 1960)
con due fratelli che si contendono un vecchio barbone capitato
nella casa vuota dove abitano offrendogli a turno un posto di
guardiano, Il calapranzi (The dumb waiter,
1960) atto unico su due sicari in un seminterrato in attesa di
ordini che arriva tramite un cala-pranzi. Si è occupato
di programmi radiofonici e televisivi: La collezione
(The collection, 1961), L'amante (The
lover, 1963). Tra il 1957 e il 1963 Pinter esplora soprattutto
il problema della comunicazione, la sottomissione al potere, l'isolamento,
l'insicurezza. Sono le opere associate al teatro dell' "assurdo",
e che alcuni designano come "commedie di minaccia". Nelle commedie
di Pinter la vicenda è spesso poco chiara, né di
va verso uno sbocco che concluda davvero. I personaggi violano
con disinvoltura alcune delle leggi non-scritte del teatro, ad
esempio contraddicendo quello che avevano detto su se stessi,
e che il pubblico, abituato per convenzione, aveva preso per buono.
Il dialogo, sempre teso e scattante, costruito su ritmi molto
precisi in cui i silenzi hanno lo stesso valore delle battute,
crea tensioni di grande teatralità. Anche grazie alla programmatica
brevità e concisione dei testi, non ci sono mai momenti
morti e l’attenzione è sorretta fino alla fine. L’umorismo
ha sempre grande importanza nei suoi atti unici, in cui veicola
situazioni angosciose, spesso claustrofobicamente collocate in
una stanza dalla quale non si esce mai.
Il sesso, già presente come elemento di secondo piano
ne "L'amante", diventa grottesco in Ritorno a casa (The homecoming,
1965), che illustra come l'impulso brutale nei confronti delle
donne sia vicino al bisogno di un amore redentore: la storia è
quella una vorace famiglia di proletari che si impossessa della
moglie di un figlio tornato dall’America dove è diventato
professore d’università.
Pinter ha collaborato con Joseph Losey in alcuni importanti
movies: Il servo (The servant, 1962),
L'incidente (Accident, 1967), Intromettersi
(The go between, 1970; in ital. "Prigioniero d'amore"). Mentre,
con altri registi: The Pumpkin Eater regia di Jack Clayton (1964),
Diario della tartaruga (Turtle Diary)
regia di John Irvin (1985), La donna del luogotenente
francese (The French Lieutenant's Woman, 1981) regia di
Karel Reitz, Gli ultimi fuochi regia
di Kazan, Il conforto di stranieri (The
comfort of Strangers, 1990) regia di Paul Scrader. E' stato sceneggiatore
di opere di altri scrittori: The servant di Robin Maugham (1963),
The comfort of Strangers di Ian McEwan (1990).
Il suo teatro segue le linee fondative di Kafka e Beckett,
con il quale è stato amico; usa il linguaggio corrente
caricandolo di ambiguità, pause, silenzi di grande effetto
teatrale. Tema di fondo è la nevrosi dell'uomo contemporaneo,
l'inadeguatezza di qualsiasi comunicazione. Pinter ha sempre negato
l'esistenza di una 'conoscenza onniscente' dell'opera d'arte al
di là di ciò che appare effettivamente nel testo.
Sul palcoscenico i suoi personaggi assumono una loro (pirandelliana)
esistenza, ciò che esprimono appartiene a loro. Costante
il suo impegno sociale, con Amnesty Internationale e con altre
associazioni umanitarie, a fianco della seconda moglie, lady Antonia
Fraser (scrittrice di biografie di successo); la prima moglie
era un'attrice, Vivien Merchant. Oltre che scrittore ha continuato
a essere attore, e regista teatrale.
Una evoluzione del suo teatro è avvenuta con le commedie
della memoria, "memory plays": Rifugio
(Landscape, 1968), Silenzio (1969), Vecchi
tempi (Old times, 1971) è un gioco di reminiscenze
tra due donne e un uomo, Terra di nessuno
(No man's land, 1975), Tradimenti (Betrayal,
1978) contiene una storia banale di adulterio ma raccontata a
partire dalla fine. A essi va aggiunta anche la sceneggiatura
per il film di Losey "Intromettersi". La memoria è diventata
un'arma in più nei rapporti di potere, rendendo l'isolamento
più acuto.
"Terra di nessuno" è la storia di Hirst, uno scrittore
famoso dedito all'alcool, che si isola in una metaforica terra
di nessuno, assistito da due domestici. La vicenda ha luogo nel
corso di una notte e di un giorno. Hirst riceve un malconcio poeta
che cerca invano di ingraziarselo, senza rendersi conto che l'isolamento
di Hirst non è solo spaziale ma anche temporale: si è
ritirato nel mondo irreale del passato ricreato dalla memoria.
Il dramma fu rappresentato per la prima volta con la partecipazione
di due grandissimi vecchi attori: John Gielgud e Ralph Richardson.
Dopo "Tradimenti" sono seguiti una serie di atti unici La
serra (The hothouse, 1980), Re d'Alaska
(A king of Alaska, 1982), Linguaggio della montagna
(Mountain language, 1988), nei cui drammi alterna toni cupi a
toni fiabeschi, con una propensione per la denuncia delle violenze
e delle torture della società poltica contemporanea. In
particolare da "Linguaggio della montagna" a Party
time (c.1990) si può notare un abbandono dell'indeterminatezza
di ambientazione e di linguaggio, per far posto alla crudezza
di situazioni brutali di repressione ("Linguaggio della montagna")
o di un paese in stato d'assedio politico e interiore ("Party
time").
Le prese di posizioni sociale di Pinter hanno continuato a
colpire i poteri dominanti. Così nel 1992 i versi di American
football, con l'esclamazione sguaiata e atroce del soldato USA
vincitore nella guerra contro l'Irak, sono stati rifiutati dall'
«Observer» (un quotidiano ultraconservatore).
Nel 1993 è rappresentato a London Chiaro
di luna (Moonlight), pièce lunga, dopo un periodo
di atti unici molto brevi, in cui recupera i dialoghi ironici
e i conflitti tra reminiscenze e illusioni nella borghesia piccola
e volgarotta dei suoi primi lavori. Ennesima fatica del vecchio
ma sempre vitalissimo Pinter, è la storia di un uomo, Andy,
sul letto di morte, assistito dalla moglie Bel. Dialoghi di vita
quotidiana, con il sarcasmo verso riti e abitudini; in alcune
scene si vedono i figli di Andy che parlano in sua assenza del
padre, lo rievocano, ne sono ossessionati, ma quando la madre
li chiama al telefono rispondono picche: ha sbagliato numero di
telefono, qui è la lavanderia cinese... Un dolore e una
rabbia indefinibili spingono Andy e Bel a chiacchiere tanto pompose
quanto inutili. A un certo punto, un vecchio amore di Andy, Maria,
insieme al marito, entrano e escono di scena presentando aneddoti
e ricordi per dimostrare quanto in effetti sia strana la cosiddetta
normalità. Onirica e surreale la presenza della figlia
sedicenne Bridget, presumibilmente morta, in una stanza a parte,
anche lei a ricordare la sua vita, i genitori («la luna è
quello che rimane» di loro...). Bridget vaga in preda a una lirica
inquietudine infantile, mentre suo padre sta morendo nel terrore
e nel bisogno di un passato in cui la figlia viveva felice. Ora
Bridget risorge insieme ai suoi figli mai nati per i sensi di
colpa e di dolore del padre. Linguisticamente efficace la presenza
di diversi registri linguistici dell'inglese: si passa dai volgarismi
acculturati tipici delle classi bassi per Andy, all'altezzosità
delle classi più alte che si avverte nel linguaggio di
Bel. Nel caratteristico insieme di commedia e conflitto, la morte
è buffa e terrificante. Se, come ritiene Andy, la morte
è nera come la pece, il chiaro di luna infinito (correlato
al titolo e al fantasma di Bridget) la precede come un limbo.
Bibliografia: Harold Pinter
teatro:
The room (1957)
The birthday party (1958)
The caretaker (1960)
The dumb waiter (1960)
The homecoming (1965)
Landscape (1968)
Silence (1969)
Old times (1971)
No man's land (1975)
Betrayal (1978)
The hothouse (1980)
A king of Alaska (1982)
Mountain language (1988)
Moonlight (1993)
radio e tv:
The collection (1961)
The lover (1963)
cinema:
The servant (1962), regia di J. Losey
The Pumpkin Eater (1964), regia di Jack Clayton
Accident (1967), regia di J. Losey
The go between (1970), regia di J. Losey
The French Lieutenant's Woman (1981), regia di Karel Reitz
Turtle Diary (1985), regia di John Irvin
Gli ultimi fuochi, regia di Kazan
The comfort of Strangers (1990), regia di Paul Scrader
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