John
Osborne
John Osborne
John Osborne è nato a London nel 1929, è morto
il 26 dicembre 1994 a Shropshire (Inghilterra).
Con il dramma Ricorda con rabbia (Look
back in anger, 1956), rappresentato l'8 maggio 1956 a Royal Court
Theatre di London, diede voce alla rivolta della sua generazione,
contro ogni tipo di convenzione, compresa quella dell'impegno
ideologico comune a molti letterati della generazione precedente.
Jimmy Porter, giovane di classe operaia che ha fatto lo sforzo
di studiare e laurearsi solo per scoprire che il bel mondo privilegiato
nel quale sognava di entrare non esiste più, trascorre
lunghe e tediose Domeniche nella cittadina di provincia dove vive
protestando contro la società in generale che lo ha beffato,
e contro la moglie figlia di un funzionario coloniale a riposo
esponente dell’odiata borghesia. Il testo ha poco più dell’eloquente
violenza delle tirate di Jimmy, e in seguito Osborne scrisse commedie
sempre con un protagonista che parla quasi sempre lui. All’epoca
fece scalpore per tutta una serie di motivi:
- per il fatto che un autore mettesse al centro della scena
personaggi appartenenti a un ceto inferiore a quello del pubblico;
- che attaccasse con tanta decisione i presunti valori del
pubblico;
- l’esaltazione di una parte della critica e l’imprevista
affluenza di spettatori.
Il successo permise a Osborne ma anche a una serie di giovani
autori inglesi di rappresentare le proprie opere ponendosi sempre
al centro dell’attenzione pubblicitaria e della critica. Osborne
scrisse ad esempio per il mattatore Olivier, dietro richiesta
di costui, una serie di opere tra cui L’intrattenitore
(The entertrainer, 1957) sopra un vecchio e sfiduciato comico
del più volgare music-hall padre di un figlio morto a Suez,
simbolo della decadenza dell’Inghilterra. Fece ancora scandalo
con Luther (1961) biografia di un arrabbiato
storico e turpiloquente.
Tradizionale nella forma e privo di precisi orientamenti ideologici
o metafisici, il suo teatro ha finito poi con il ripiegare su
situazioni di fallimento morale come in Prova
inammissibile (Inadmissible evidence, 1965) sul fallimento
affettivo di un avvocato sulle soglie della mezza età,
o con il ridursi a sfogo di rancori personali come in Un
hotel a Amsterdam (A hotel in Amsterdam, 1968). Con Un
patriota per me (A patriot for me, 1965), riuscì
a farsi beccare dalla censura: il testo era imperniato su una
storia di spionaggio e omosessualità nella Vienna asburgica,
e fu rappresentato al Royal Court trasformato in circolo privato
per l’occasione, proprio per sfuggire al divieto della censura.
Niente di nuovo nei successivi drammi: A ovest
di Suez (West of Suez, 1971), Un senso
di distacco (A sense of detachment, 1972), Guardalo
scendere (Watch it come down, 1976). Con le ultime opere
siamo a un livello decisamente commerciale.
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