Storia della letteratura europea - Torna in homepageArnold Wesker


Arnold Wesker


Arnold Wesker nato a London nel 1932 da una famiglia operaia e ebrea (il padre russo, la madre ungherese), ha esercitato vari mestieri - è stato militare e poi pasticcere - prima di giungere alla notorietà con la trilogia teatrale rappresentata al Royal Court (lo stesso teatro in cui fu rappresentato Ricorda con rabbia di Osborne) composta da Brodo di pollo con orzo (Chicken soup with barley, 1958), Radici (Roots, 1958), Parlo di Jerusalem (I'm talking about Jerusalem, 1960), parabola su una famiglia di ebrei immigrati che passa da un entusiastico comunismo al più rassegnato conformismo. La trilogia complessivamente si basa sulle contraddizioni tra gli ideali di socialismo e le arretratezze sociali, e ha carattere semi-autobiografico. Delle tre opere, la seconda sembra la più convincente: in essa debuttò tra l’altro la giovanissima Joan Plowright, nella parte di una ragazzetta di campagna che scopre la bellezza della cultura.
Wesker è poi passato a un atteggiamento meno velleitario, concretamente riformista: La cucina (The kitchen, 1961) dal carattere grottesco in cui la cucina di un grande ristorante funge da universo, Patatine con tutto (Chips with everything, 1962) sul voltafaccia di un ufficiale della RAF apparentemente progressista ma poi obbediente ai richiami della propria classe sociale, Le quattro stagioni (The four seasons, 1965), L'amico (The friend, 1970) con cui torna la naturalismo delle origini del suo teatro dopo aver tentato varie maniere: l’autobiografismo in chiave simbolica, l’analisi dei rapporti d’amore. Negli anni '80 è la riscrittura de "Il mercante di Venezia" di Shakespeare, con il titolo Shylock (di cui aveva già scritto una prima stesura con il titolo Il mercante, The Merchant, 1976) sul tema dell’antisemitismo: la storia è la stessa di quella scekspiriana, ma con significative modifiche. Shyloch è un usuraio ma è anche un collezionista di libri e manoscritti. In essi è contenuta la sapienza del mondo, a cui tutti possono attingere senza distinzione di razza e di religione. E di Cassiodoro viene detto: "un cristiano che preserva le opere dei pagani! Che cosa spinge un uomo ad avere tanto cara l'opera altrui al punto di proteggerla, copiarla, conservarla con amore?". Lo Stato di Venezia alla fine punisce Shyloch con la pena più crudele, privandolo dei suoi libri. Il libro è qui il simbolo della tolleranza della conoscenza, di chi è nemico del razzismo, dell'errore e della violenza. Siamo nel clima concettuale che porta a un'opera come "Fahrenheit 451".
Tra le ultime opere sono alcune in cui sembra specializzarsi in ritratti femminili, ma senza più ritrovare la freschezza del contatto con il pubblico dei primi lavori.


© Antenati - 1994-1997

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