Storia della letteratura europea - Torna in homepageLa Nuova Oggettività (Neue Sachlichkeit)


La Nuova Oggettività (Neue Sachlichkeit)

Negli anni '20, mentre la crisi economico-sociale crea i presupposti per la ripresa del nazionalismo, la ricerca del realismo è centrale nel movimento della «Neue Sachlichkeit» (Nuova Oggettività) e negli esperimenti teatrali di B. Brecht (1898\1956). E' l'ultimo tentativo, presto spento, di dare voce europea alla cultura tedesca.
Nel clima culturale della Repubblica di Weimar, la Neue Sachlichkeit (NS, Nuova Oggettività) costituì una reazione al soggettivismo di una componente dell'espressionismo, in favore di una più netta e polemica affermazione del realismo. Quella propugnata dalla NS è un'arte radicata nella storia, volta a indagare con durezza la miseria morale e sociale della Germania postbellica, il cinismo della classe dirigente, la dolorosa condizione delle vittime.
In campo figurativo sono G. Grosz e Otto Dix; in campo musicale è P. Hindemith che propugnò l'ideale di una musica sottratta al soggettivismo espressionista, basata sui puri valori della forma e del contrappunto.
In letteratura fu uno slogan fortunato, che impregnò della sua ideologia mota narrativa e teatro di consumo. In molti casi la nuova etichetta servì a contrabbandare prodotti che si rifacevano al vecchio naturalismo: anche per questa ragione la delimitazione di una specifica area letteraria della NS incontra notevoli difficoltà.
Un primo gruppo di opere il cui comun denominatore è dato dal disinganno di fronte alla guerra è rappresentato dalla memoriali stica di guerra: qui, grazie soprattutto alla lucidissima analisi del contesto socioeconomico la NS diede le migliori prove: si ve da "La questione del sergente Grisha" di A. Zweig (1927), mentre forma di realismo "oggettivo" sono anche nelle opere di H. Fallada di quegli anni ma tendenti talvolta al sentimentalismo. Rientra nella poetica "oggettiva" la produzione di E. Kästner ("Fabian" 1931; "Emilio e i detectives" 1929), mentre ancora espressionista rimane in fondo Alfred Döblin ("Berlin Alexanderplatz", 1929). In campo cinematografico sono le esperienze di W. Ruttmann e di C. Meyer. Il sostrato ideologico della NS è dato dalla coincidenza nei vari scrittori e registi di determinati atteggiamenti di critica sociale: a differenza degli espressionisti che avevano mitizzato, in senso ora negativo ora positivo, l'intervento della macchina e della tecnologia sul piano sociale, i nuovi scrittori "oggettivi" tentarono di comprendere l'industrialismo e i relativi fenomeni di massa come fenomeni dell'auspicato "funzionalismo" della società moderna.
Nel campo della narrativa, come nel teatro, si verifica verso la fine degli anni '20 una uscita dai modi espressionistici. Dopo la morte (1924) sono pubblicati gli scritti di Kafka; sono pubblicati in tedesco le opere di Sinclair Lewis, Dreiser, Dos Passos; dei giornalisti John Reed e Kisch con il loro vivace mosaico di fatti; le storie poliziesche costruite su basi logiche di Agatha Christie e Dorothy Sayers divennero genere letterario di successo. Finora i narratori tedeschi non erano riusciti a gareggiare con l'asciutta intensa espressività del verso libero di Brecht o con la precisione di scrittori satirici socialmente consapevoli come Kurt Tucholsky e Kästner. Già in Franz Werfel in Anniversario dell'esame di maturità (Der Abituriententag, 1926) è il passaggio dall'espressionismo a un maggior senso della misura. Intorno al 1929 si ha un sensibile mutamento generale, una maggiore semplificazione e concentrazione stilistica, una maggio re consapevolezza di importanti problemi sociali, un modo più "epico" di trattare un materiale più vario. Sotto è una trasformazione sociale: lo scrittore non si considerava più membro di una casta superiore, guardava in modo più scettico gli eroi. Molto forte fu in Germania l'influenza dei club del libro, e in special modo di due club di sinistra, il Bücherkreis (diretto dal '28 da Karl Schröder) e la Büchergilde Gutenberg (diretta da Erich Knauf): grande successo ebbe il misterioso scrittore messicano, Bruno Traven con La nave dei morti (Das Totenschiff, 1926), che fornì una versione più scettica e meno eurocentrica del romanzo sociale (tipo Zola, Gor'kij, London e il danese Martin Andersen-Nex).
La trasformazione del romanzo tedesco non fu dovuta a scrittori come Becher o Kurt Kläber, che appartenevano a una fase precedente; si trattò invece di scrittori veramente nuovi. Tema decisivo di questa evoluzione fu la prima guerra mondiale. Libro decisivo, molto più di "Addio alle armi" per il mondo alglosassone, fu quello di un insoddisfatto agente pubblicitario, che non volle mai atteggiarsi a letterato: Niente di nuovo sul fronte occidentale (Im Westen nichts Neues) di Erich Maria Remarque ebbe un sensazionale successo nel 1929. Scritto in modo diretto e sobrio, per lo più con periodi brevi (a volte di 3-5 parole soltanto), servendosi del punto come principale segno di interpunzione, il romanzo di Remarque non era sentimentale ma neppure insensibile: aspirava semplicemente all'oggettività: "né un atto d'accusa né una confessione", secondo le parole della premessa, ma la cronaca di una generazione, "la quale - anche se sfuggì alle granate - venne distrutta dalla guerra". Un punto di vista non neutrale, che urtò quanti avevano una visione eroica del 1914-18.
Seguì alla pubblicazione dell'opera di Remarque un'ondata di libri, opere teatrali, film di guerra, non antimilitaristi ma vigorosamente realistici e privi di entusiasmo. Diversi dalla Questione del sergente Grischa di Arnold Zweig (1927) che non descriveva combattimenti e che dovette il successo all'atteggiamento umanitario verso un russo prigioniero; come da un'opera come Le feu (1916) di Barbusse, con i suoi effetti a forti tinte, che pure ebbero notevole successo. Ci riferiamo ai libri di Renn, Plievier, Kurt Tucholsky, Seghers, Fallada, Kästner, Döblin.
In quel periodo vi erano molti altri romanzieri: Ernst Glaeser con la sua versione delle proprie esperienze belliche; Erik Reger con L'unione della mano forte (Union der festen Hand) romanzo sull'industria della Ruhr; Ernst Ottwalt con Pace e ordine (Ruhe und Ordnung) si basa sul passato, rinnegato dall'autore, di studente nazionalista e industriale. Sono scrittori di professione, appartenenti alla borghesia, che esplorano gli aspetti particolari della Germania postbellica, resi mediante una narrazione naturalistica e una struttura frammentaria. Cominciarono ad apparire romanzi di "corrispondenti operai": Ruhr infuocata di Erich Grünberg, Fabbrica di macchine K & V di Willi Bredel. Un realismo moderato, selettivo. Ottwalt, Grünberg e Bredel, assieme a Hans Marchwitza, diedero vita nel 1928 alla BPRS (Lega di Scrittori Proletari Rivoluzionari). I libri di Renn, Plievier e degli altri invece detengono una maggiore nettezza e sicurezza di realismo e capacità di individuare problemi e dati della realtà sociale.
Il modello per il romanzo politico comunista di questo periodo fu fornito forse da La prova generale di Béla Illés, apparso nel 1929 presso la casa editrice della KPD (Internationaler Arbeiter-Verlag): storia di un soldato ex meccanico che combatte contro cechi e romeni e poi fugge a Vienna quando l'esercito rosso è sconfitto. L'azione si svolge tra Ungheria, Vienna e Cecoslovacchia, si tratta di un'opera asciutta, con un finale problematico, tutt'altro che lieto. Questo romanzo influì su Anna Seghers (moglie di Laszlo Radvanyi, comunista ungherese che lavorava a Berlin) con il suo nuovo romanzo, I compagni (Gefährten, 1932). Qui l'azione si sposta dall'Ungheria a Berlin all'Italia alla Bulgaria alla Rutenia a Mosca alla Cina a Heidelberg ecc., fornendo un quadro composito di un gruppo di rivoluzionari legati indissolubilmente anche se dispersi (operai, docenti universitari, un ex ufficiale, nessun contadino) in un periodo di controrivoluzione vittoriosa e brutale. Manca tuttavia la forza rievocatrice della prima opera ("La rivolta dei pescatori di Santa Barbara"), la capacità di creare personaggi convincenti da entrambi i lati dello schieramento politico. Si ritrova la stessa tecnica epica usata nel romanzo documentaristico di Ehrenburg 10 HP (1930) sull'industria francese dei motori: ma qui l'alternarsi delle scene è subordinato al reportage. Alla fine del 1928 il premio Kleist, vinto in precedenza da Brecht, Barlach e Zuckmayer, fu assegnato a Anna Seghers per il suo romanzo breve La rivolta dei pescatori di Santa Barbara, storia di uno sciopero fallito, narrata con stile misurato. All'epoca si vide in questo romanzo un superamento della Neue Sachlichkeit; anche se poi Seghers era una romantica e che il suo breve libro si richiamava in parte al Kafka di "Nella colonia penale". All'epoca c'era il tentativo da parte degli scrittori comunisti di definire una nuova etichetta proletario-rivoluzionaria, mentre il resto degli scrittori aveva adottato l'impersonalità e l'intento sociale.
Più scompiglio provocò Berlin Alexanderplatz (1929) di Alfred Döblin, panoramica di Berlin con il suo sotto-proletariato dei quartieri orientali, resa con efficacia ma sempre con una visione dall'alto. Giovane collaboratore di "Der Sturm", Döblin era stato prima del 1914 tra coloro che avevano avvertito di più l'impatto del futurismo; ora pubblicava un'opera "epica", che aveva punti di contatto con l'"Ulisse" di Joyce (che Döblin lesse quando aveva già iniziato il suo romanzo).

Contesto

L'Europa nel 1917-1939


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