Storia della letteratura europea - Torna in homepageAlfred Döblin


Alfred Döblin


Alfred Döblin era nato a Settino nel 1878 (morì a Friburgo in Brisgovia nel 1957) da una famiglia ebraica. Cresciuto a Berlin, laureato in medicina, esercitò la professione di medico psichia tra fino all'avvento del nazismo. Autore di saggi satirico- politici, nel 1910 fu tra i fondatori della rivista espressioni sta «Der Sturm» (La tempesta). Nel 1933 emigrò in Francia e poi nel 1940 negli Stati Uniti; si convertì al cattolicesimo. Nel 1955 tornò in Germania.
Il poliedrico talento narrativo di Döblin è documentato da una produzione fatta di romanzi racconti saggi e teatro. Il suo primo romanzo fu I tre salti di Wang-lun (Die drei Sprünge des Wang- lun, 1915). In La guerra di Wadzek alla turbina a vapore (Wadzeks Kampf mit der Dampfturbine, 1918) affronta uno dei temi della sua narrativa successiva: la violenza della tecnica, unico e incon trastato soggetto della vita moderna. Nel romanzo Wallenstein (1920) la storia si rivela come una forza anonima che schiaccia l'individuo. In Monti, mari e giganti (Berge, Meere und Giganten, 1924), Döblin rappresenta un'umanità estraniata dalla natura per sfruttarla e dominarla.
L'opera che lo rese celebre fu Berlin Alexanderplatz che si serve della tecnica del montaggio per aprire nuove possibilità espressive. Berlin, la protagonista del romanzo, è una babele moderna, caleidoscopio frastornante di immagini, canzonette alla moda, slogan commerciali, che ingoia e macina uomini anche quando risveglia e potenzia la ricchezza della loro vita: l'operaio Franz Biberkopf, che alla fine soccombe, stritolato dagli ingranaggi sociali, è l'individuo che oppone al mondo, fino all'ultimo, la sua strenua resistenza. Panoramica di Berlin con il suo sotto-proletariato dei quartieri orientali, resa con efficacia ma sempre con una visione dall'alto. Giovane collaboratore di "Der Sturm", Döblin era stato prima del 1914 tra coloro che avevano avvertito di pił l'impatto del futurismo; ora pubblicava un'opera "epica", che aveva punti di contatto con l'"Ulisse" di Joyce (che Döblin lesse quando aveva già iniziato il suo romanzo).
Dal punto di vista tecnico, più che a Joyce, Döblin è vicino ai procedimenti di Dos Passos di "Manhattan Transfer" (1925) e poi della trilogia "USA".
Analoga denuncia della brutalità e della violenza è nei romanzi: Migrazione babilonese o La superbia precede la caduta (Babylonische Wanderung oder Hochmut kommt vor dem Fall, 1934), Senza quartiere (Pardon wird nicht gegeben, 1935), La terra senza morte: trilogia sudamericana (Das Land ohne Tod: Amazonas-Trilogie, 1937-1948), Novembre 1918: una rivoluzione tedesca (November 1918: Eine deutsche Revolution, 1939-1945).
Nelle opere del dopoguerra, artisticamente inferiori, Döblin si avvicinò a una concezione cristiana del mondo: Il cuore del l'uomo (Das menschliche Herz, 1946), L'uomo immortale (Der unsterbliche Mensch, 1946).



[1997]

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