di Rosaria Marchese
Introduzione
La scuola genovese
De André
Anarchia e puttane
Guccini
Dalla parola al vino
De Gregori
Il principe dei cantautori
Bibliografia minima
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Francesco De Gregori nasce a Roma, il 4 Aprile 1951. Trascorre
l'adolescenza a Pescara, ma è di nuovo a Roma, dove ritorna
con la famiglia alla fine degli anni '60, che nasce anche
come artista. Il fratello maggiore Luigi - in arte Luigi
Grechi - anch'egli cantante, lo introduce al Folkstudio,
la nota cantina di via Garibaldi, gestita da Giancarlo Cesaroni.
Il Folkstudio è un isola felice per quanti hanno qualcosa
di nuovo da proporre: cantautori, cabarettisti, pittori.
La domenica pomeriggio si svolgono le esibizioni davanti
ad un pubblico ristretto all'interno di uno spazio denominato
Palcoscenico Aperto. E' proprio su quel palco che nasce
la cosiddetta "scuola romana". Si esibiscono tra gli altri
Antonnelo Venditti, Mimmo Locasciulli, Giovanna Marini,
Edoardo De Angelis, Archie Sawage, Riccardo Cocciante; quasi
un luogo di culto per i cantautori degli anni '70, nel quale
suonò anche Bob Dylan. Malgrado la timidezza, Francesco
comincia a farsi conoscere scrivendo bellissime poesie in
musica e cominciando ad esibirsi con alcune traduzioni di
brani di Bob Dylan. Presenta alcune sue composizioni che
il pubblico del Folkstudio apprezza molto tra cui "Signora
aquilone" e "Dolce signora che bruci". Conosce Antonello
Venditti e realizzano insieme il primo album "Theorius Campus".
Pubblicato per conto della IT, una piccola etichetta diretta
da Vincenzo Micocci, il disco passa quasi inosservato. Malgrado
ciò, la IT punta ugualmente sul giovane, iscrivendolo alla
gara radio-televisiva Un Disco per l'Estate, del '73. Francesco,
allora capellone, si presenta con il brano "Alice". La canzone,
pur piazzandosi addirittura ultima alla gara canora, verrà
rivalutata da critici e programmatori radiofonici. Passato
alla RCA, pubblica il primo disco ufficiale "Alice non lo
sa" con chiaro riferimento alla canzone "Alice" contenuta
nell'album insieme a "Suonatori di flauto". Nel 1974 esce
il disco "Francesco De Gregori". In copertina una pecora
dipinta da Gordon Fagetter, di ispirazione seicentesca ed
evangelica. Brano di punta è "Niente da capire", il linguaggio
è nuovo, insolito e gli procura l'accusa di ermetismo da
parte della critica.
Il lavoro finora realizzato costituisce un buon biglietto
da visita che gli permette di conoscere ( e farsi conoscere
da ) Fabrizio De Andrè. Questi ne intuisce la bravura e
si reca al Folkstudio per ascoltarlo. Entusiasta, gli chiede
di collaborare con lui e lo invita nelle sua casa di Portobello
Di Gallura, in Sardegna. Scrivono insieme cinque canzoni
che De Andrè pubblica nell'album "Volume 8°". Fabrizio dirà:
"in questo disco io e Francesco, per ciò che concerne i
testi, non abbiamo fatto altro che della semplice sperimentazione".
Forse qualcosa in più, invece, l'avevano fatta. Uno dei
pezzi realizzati è "Via della povertà", versione
italiana di "Desolation Row" di Bob Dylan. Il confronto
con Dylan proposto dal giovane De Gregori fu un evento storico:
il più grande cantautore italiano traduce insieme a uno
dei suoi discepoli prediletti, che avrà una luminosa carriera,
una canzone del più grande folk-singer americano. Durante
lo stesso soggiorno De Gregori scrive il suo album più fortunato,
"Rimmel" (RCA, 1975) che raggiunge la 400 mila copie vendute
e in cui è già matura la migliore vena compositiva con brani
come "Pablo", "Pianobar", "Pezzi di vetro", "Quattro cani",
Buonanotte fiorellino" e "Rimmel". Francesco si trasferisce
a Trastevere, andando a vivere proprio di fronte al Folkstudio
e realizza "Buffalo Bill", quello che considera il suo album
più bello, del periodo più sereno della sua vita; ma il
disco non riuscirà a bissare il successo di "Rimmel" e il
fiasco delle vendite e presagio di una crisi ben più grave
che De Gregori si troverà ad affrontare.
C'è aria di contestazione; Durante un concerto al Palalido
di Milano De Gregori subisce un vero e proprio processo
politico da parte di un gruppo extraparlamentare di sinistra,
i cosiddetti "autoriduttori". Lo accusano di arricchirsi
con la scusa del messaggio politico, sostenendo che per
quel tipo di concerti, che fanno parte della cultura di
ognuno, non bisognerebbe far pagare nessun biglietto. Condanne
al sistema e accuse del genere nei confronti dei cantautori
erano, in quegli anni, abbastanza frequenti. "Era un fatto
di moda e non di voglia" avrebbe detto Guccini, cioè doveva
essere fatto, al di là di ogni ideale politico. Colpito
nella sua sensibilità, sospende la tourneè e si ritira dall'attività
artistica, meditando di abbandonarla del tutto e cambiare
vita. Cerca un nuovo lavoro e lo trova in una libreria romana.
Tuttavia… "Rimasi comunque nei "paraggi" della musica, suonando
e componendo nuove canzoni tra cui "Generale". Appena scrissi
quel pezzo, capii che era una canzone in qualche modo importante
e che era giusto riportare su un disco. Era ora di ricominciare.
Era il mio mestiere che chiamava me e non viceversa. Da
quel momento il mio lavoro non riesco nemmeno a percepirlo,
non riesco a capire come lo stia facendo, lo faccio e basta."(De
Gregori, intervista di Gianni Berarlo, ndr). Così, nel 1978,
dopo due anni di assenza, De Gregori pubblica il nuovo disco
che contiene, oltre a "Generale", il brano "Natale" e due
versioni di "Renoir". Nello stesso anno partecipa con Lucio
Dalla al mega tour Banana Repubblic. Il clima è cambiato,
non c'è più ombra delle contestazioni politiche di poco
tempo prima e il pubblico riempie gli stadi di uno dei più
grandi eventi della musica leggera italiana. Un estate densa
di concerti, cui presero parte anche Ron e gli Stadio e
da cui vennero tratti un doppio album dal vivo ("Banana
Repubblic") ed un film; inoltre Dalla e De Gregori scrivono
insieme il brano "Ma come fanno i marinai". Tra settembre
e ottobre del '79 il nostro cantautore incide "Viva l'Italia"(RCA)
dove compaiono per la prima volta ritmi sudamericani. Non
si reca negli States per realizzarlo, bensì fa venire in
Italia bravi strumentisti di cui si avvale. E' l'album della
maturità, coronato da un buon successo commerciale.
L'82 è l'anno di "Titanic", dedicato alla tragedia del
famoso transatlantico della Star Line e del suo comandante
Smith, citato spesso durante i concerti. Contiene l'omonima
"Titanic", "I muscoli del capitano", "L'abbigliamento di
un fuochista". Nel 1983 compone la colonna sonora del film
Flirt, in cui è inclusa una delle più belle canzoni d'amore
e di morte di questo secolo: "La donna cannone". Ritorna
all'impegno con "Scacchi e Tarocchi", contenente l'omonima
canzone dedicata agli anni di piombo e "A Pà", omaggio a
Pasolini. Sulla stessa scia il disco "Terra di nessuno"
con il pezzo "Pilota di guerra", ispirata al romanzo "Il
piccolo Principe"; "Miramare 19. 4. 89."(RCA, 1989) con
coraggiosi attacchi ai politici e alla società italiana
contemporanea; "Canzoni d'amore" album dal titolo ingannevole
in realtà ricco di brani per niente sdolcinati, ironici
e pungenti del miglior De Gregori. Tra due produzioni live
("Il bandito e il campione", 1993; "La valigia dell'attore",
1997) esce "Prendere e lasciare"(1996) l'ultimo lavoro di
un cantante sempre al passo coi tempi e pronto a cogliere
gli umori e i sentimenti della gente. Nuova band e la collaborazione
di Corrado Rustici agli arrangiamenti per un disco in cui
convivono "nuovi suoni (le chitarre infuocate e le percussioni
di "L'Agnello di Dio"), antiche rinnovate suggestioni (la
essenziale malinconia di "Battere e Levare", la dolcezza
di "Baci da Pompei"), risonanze popolari ("Fine di un killer"
con l'organetto di Sparagna) e le classiche storie in musica
da menestrello ("Un guanto"), il tutto con la classe di
sempre e l'ispirazione dei tempi migliori."(G. Alvisi).
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