di Giada Pizzolo
Introduzione
La scuola genovese
De André
Anarchia e puttane
Guccini
Dalla parola al vino
De Gregori
Il principe dei cantautori
Bibliografia minima
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Fabrizio De Andrè nasce a Genova il 18 febbraio 1940,
di buona famiglia, manifesta fin dall'adolescenza una propensione
non brillante agli studi e una grande passione per la poesia
e la canzone. All'età di 10-12 anni lo studio del violino
lo aveva avvicinato all'essenza della musica, stava cominciando
a gettare fondamenta solide che lo avrebbero portato molto
lontano. A 16 Anni suona il jazz con la chitarra, scopre
i pezzi americani ma soprattutto quelli francesi affascinato
da quel modo di cantare e dai testi di Georges Brassens,
astro nascente della canzone francese che di lì a poco sarebbe
diventato il suo grande ispiratore. Nel 1962 Fabrizio sposa
Puny, una ragazza genovese che lo stesso anno gli dà un
figlio, Cristiano, oggi musicista e cantante. Dopo una serie
di lp banditi dalle classifiche, censurati per le loro crude
tematiche, finalmente nel 1968 arriva la svolta artistica;
Mina scopre tra i brani scritti da De Andrè "La canzone
di Marinella", trasformando De Andrè da autore per pochi
intimi ad autore di successo. Inizia una carriera importante
per l'artista genovese, pezzi come "Via del campo", "Bocca
di rosa", "La guerra di Piero", e tanti altri assumono un
ruolo storico nella tradizione della nostra musica, cantati
dal pubblico più giovane e attento, quello che fuoriusciva
dai clichè di quegli anni, abituato alle canzonette tanto
in voga. De Andrè è tra i primi a capire che i tempi cambiano
e a fondare quella scuola che ha sfornato tanti cantautori.
Negli anni '70 traduce Bob Dylan e Leonard Cohen, mette
in musica i Vangeli Apocrifi e l'antologia di Spoon River.
Ma sono anche gli anni della straordinaria turnèe con la
PFM, l'ultima prima di ritirarsi in Sardegna dove vivrà
assieme alla compagna Dori Ghezzi uno dei momenti più tragici
della sua vita, il sequestro. Questa esperienza e la realtà
della gente sarda ispirano parte dell'album senza titolo
che i mass-media battezzano "L'indiano". Altro grande momento
di successo arriva nel 1984, quando De Andrè realizza con
Mauro Pagani "Creuza de ma", che unisce la lingua genovese
alla sonorità della tradizione mediterranea e che verrà
indicato come miglior album dell'anno e del decennio. Con
la maturità De Andrè non perde affatto il suo carisma, riesce
ancora a realizzare pezzi molto sentiti dai giovani. Tra
i suoi ultimi album ricordiamo "Le nuvole", del 1990 con
successivo tour trionfale, eletto miglior album del '90
e "Anime salve", del 1996 scritto in collaborazione con
Ivano Fossati. Nel 1997 inizia un tour teatrale e pubblica
l'album "Mi innamoravo di tutto", contenente "La canzone
di Marinella "cantata con Mina . Durante tutto il 1998 continua
il tour interrotto per motivi di salute. Fabrizio De Andrè
ci lascia stroncato da un male incurabile l'11 gennaio 1999.
Durante i funerali, a Genova, una folla di più di diecimila
persone si stringe intorno al dolore della famiglia. Ora
riposa nel cimitero di Staglieno nella cappella di famiglia.
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