di Giada Pizzolo
Introduzione
La scuola genovese
De André
Anarchia e puttane
Guccini
Dalla parola al vino
De Gregori
Il principe dei cantautori
Bibliografia minima
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La canzone d'autore non è semplicemente una canzone firmata,
in quanto tutte lo sono, secondo il diritto d'autore. La
parola "autore", è intesa in senso forte, come elemento
di distinzione e identità. Questi è riconosciuto come artista,
come creatore della canzone. Con il consolidamento progressivo
di questa figura, diviene possibile, come nella critica
letteraria, studiarne il "corpus"di opere, prenderne in
esame la poetica, ossia la visione del mondo e motivi tematici
ricorrenti. E' necessario fare un passo indietro e definire
i caratteri della canzone moderna. Si tratta di un breve
componimento in versi, musicato con una melodia orecchiabile.
Possiamo individuare tre componenti genetiche della canzone:
interpretazione, musica e testo. L'interpretazione o meglio
l'elemento performativo è la voce, ma anche l'esecuzione
della musica, l'apporto di strumentisti e arrangiatori,
la presenza scenica o la singolare specie d'autore adombrata
in ogni cantautore. Per quanto rigurda gli aspetti musicali
la canzone è caratterizzata da una relativa stabilità. Infatti
- a differenza del compositore "colto", il quale aspira
ad inventare non soltanto un oggetto musicale ma il linguaggio
stesso che lo fonda e lo governa, se non addirittura un
idea di musica completamente diversa - nell'universo musicale
della canzone, anche il musicista più ardito lavora su schemi
precodificati, recuperando, rielaborando e rimescolando
stilemi e forme già depositati nella memoria collettiva.
Una canzone nasce di solito dall'applicazione di un testo
alla melodia e non viceversa. A differenza di quanto avviene
di norma in ambito colto, nella canzone, la musica precede
le parole che vengono scritte a partire da uno schema metrico-musicale
già stabilito. Il rapporto tra testo e musica nella canzone
è legato alla nozione di parodia cioè l'applicazione di
un nuovo testo ad una melodia preesistente (non bisogna
pensare solo agli eventuali effetti comici, anche in operazioni
serie si sono cantate cose nuove sull'aria dei motivi più
popolari). Di conseguenza se si tiene conto della relativa
stabilità della parte musicale della canzone rispetto alla
musica "colta", si comprende come la nozione di parodia
descriva bene il rapporto tra testo e musica nell'ambito
di questo genere. Stabilito, quindi, che la musica di una
canzone non vuole essere valutata di per sé, ne ambisce
ad un'assoluta originalità, e anzi può ridursi ad un assemblaggio
di elementi prefabbricati, è la scelta di questi elementi
ad essere decisiva sotto molti aspetti. Dato che ogni cliché
musicale contiene già un orizzonte di significati impliciti,
un autore potrà controllare il rapporto tra testo e musica
solo con la completa consapevolezza di ogni minima sfumatura
di senso degli elementi prefabbricati che utilizza evitando
che la parodia sviluppi le sue tensioni in direzioni indesiderate.
Inoltre la scelta di un certo cliché musicale può contribuire
a rendere più chiari i contorni di una personalità creativa
o favorire la messa in rilievo dell'elemento fortemente
connotativo di una canzone: il testo. Della canzone classica
non accompagnata da musica, come quella petrarchesca, la
nostra canzone conserva nel testo alcune caratteristiche
esteriori: la divisione in strofe, la rima o l'assonanza.
Il ritornello sembra risalire, invece, all'antica poesia
popolare legata alla musica e alla danza, diffusa in Italia
e in Europa sotto varie forme di canzone vocale e strumentale
fin dal tredicesimo secolo. I caratteri strutturali della
canzone (rime, ritornelli, strofe) col passare del tempo
hanno subito profonde modificazioni e sono in qualche caso
scomparse del tutto. Anche i contenuti hanno abbandonato
l'originale registro frivolo-amoroso non solo nei testi
accentuatamente narrativi ma anche in quelli più propriamente
lirici. In Italia a partire dai tardi anni cinquanta la
parola assume un ruolo di rottura rispetto alla tradizione
(della canzone, ma anche del costume e dell'immaginario
nazionale), conquistando uno spazio e una liberta tali da
segnare l'intero panorama culturale italiano. "Nel blu dipinto
di blu" di Modugno segna la vera data d'inizio della canzone
d'arte moderna italiana, nasce il nuovo tipo di artista:
Modugno è infatti il primo cantautore capace di ritagliarsi
una propria dimensione artistica all'interno del mercato
discografico e culturale. In questi stessi anni arrivano
in Italia gli "Chansonniers" francesi e il rock and roll
americano, modelli culturali di riferimento artistico per
la nostra canzone d'autore. Tipico degli anni '60 è il delicato
e difficile rapporto degli artisti con l'industria discografica,
costellato di suicidi, gesti di rabbia e di rivolta, lunghi
e disperati silenzi; malgrado non manchino grandi prove
d'autore come "Il cielo in una stanza" di Gino Paoli, o
"Lontano lontano" di Luigi Tenco.
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