Introduzione
La scuola genovese
De André
Anarchia e puttane
Guccini
Dalla parola al vino
De Gregori
Il principe dei cantautori
Bibliografia minima |
Questa domenica in settembre non sarebbe pesata così,
l'estate finiva più "nature" vent'anni fa o giù di lì. Con
l'incoscienza dentro al basso ventre E alcuni audaci in
tasca l'Unità La paghi tutta e a prezzo di inflazione Quella
che chiaman la maturità. Ma tu non sei cambiato di molto
Anche se adesso è al vento quello che Io per vederlo ci
ho impiegato tanto Filosofando pure sui perché! Ma tu non
sei cambiata di tanto E se cos'è un orgasmo ora lo sai Potrai
capire i miei vent'anni allora? I quasi cento adesso capirai?
Portavo allora un eskimo innocente Dettato solo dalla povertà
Non era la rivolta permanente Diciamo che non c'era e tanto
fa Portavo una coscienza immacolata Che tu tendevi a uccidere,
però Inutilmente ti ci sei provata Con foto di famiglia
e paletò. E quanto son cambiato da allora e l'eskimo che
conoscevi tu lo porta addosso mio fratello ancora e tu lo
porteresti e non puoi più. Bisogna saper scegliere in tempo
Non arrivarci per contrarietà Tu giri adesso con le tette
al vento Io ci giravo già vent'anni fa. Ricordi, fui con
te a santa Lucia Al Portico dei Servi per Natale, credevo
che Bologna fosse mia ballavamo assieme all'anno o a Carnevale
lasciammo allora tutti e due un qualcuno che non ne fece
un dramma, o non lo so ma con i miei maglioni ero a disagio
e mi pesava quel tuo paletò. Ma avevo la rivolta tra le
dita dei soldi in tasca niente e tu lo sai e mi pagavi i
cinema stupita e non ti era toccato farlo mai. Perché mi
amavi non l'ho mai capito Così diverso da quei tuoi cliché
Perché fra i tanti, bella, che hai colpito Ti sei gettata
addosso proprio a me. Infatti i fiori della prima volta
Non c'erano già più nel '68; scoppiava "finalmente" la rivolta
oppure in qualche modo mi ero rotto. Tu li aspettavi ancora,
ma io già urlavo Che "Dio era morto", "a monte", "ma però"
Contro il sistema anch'io mi ribellavo "cioè" sognando Dylan
e i Provos. E Gianni, ritornato da London, a lungo si parlò
dell'LSD, tenne una quasi conferenza colta sul suo viaggio
di nozze stile freak. E noi non l'avevamo mai fatto, e noi
che non l'avremmo fatto mai quell'erba ci cresceva tutta
intorno per noi crescevan solo i nostri guai. Forse ci consolava
far l'amore Ma precari in quel senso si era già Un buco
da un amico, un letto ad ore Su cui passava tutta la città
L'amore fatto alla boia d'un Giuda E al freddo in quella
stanza d'altri e spoglia Vederti o non vederti tutta nuda
Era un fatto di clima e non di voglia E adesso che potremo
anche farlo E adesso che problemi non ne ho Che nostalgia
per quelli contro a un muro O dentro a un cine o là dove
si può E adesso che sappiamo quasi tutto E adesso che problemi
non ne hai Per nostalgia lo rifaremo in piedi Scordando
la moquette, stile e l'Hi-Fi. Diciamolo per dire, ma davvero
Si ride per non piangere perché Se penso a quella che eri
e a quel che ero Che compassione che ho per me e per te
Eppure a volte non dispiacerebbe Essere quelli di quei tempi
là Sarà per avere quindici anni in meno O avere tutto per
possibilità. Perché a vent'anni è tutto ancora intero Perché
a vent'anni e tutto chi lo sa A vent'anni si è stupidi davvero
Quante balle si ha in testa a quell'età. Oppure allora si
era solo noi Non c'entra o meno quella gioventù Di discussioni,
caroselli, eroi, quel che è rimasto dimmelo un po' tu. E
questa domenica in settembre Se sta lentamente per finire
Come le tante via distrattamente A cercare di fare o di
capire Forse lo stan pensando anche gli amici Gli andati
i rassegnati i soddisfatti Giocando a dire che si era più
felici Pensando a chi si è perso o no a quei patti Ed io
che ho sempre un eskimo addosso Uguale a quello che ricorderai
Io come sempre faccio quel posso Domani poi ci penserò,
semmai. Ed io ti canterò questa canzone uguale a tante che
già ti cantai ignorala, come hai ignorato le altre poi saran
le ultime oramai.
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