Cybermovies anni 90: carne e metallo, Crash, il
cyber tangibile
Crash si può considerare come la messa in scena
di personaggi che da una condizione di non-emozione ricercano
in modo estremo e ossessionante la via per ritrovare i sentimenti.
Il romanzo Crash è scritto nel 1973 e si inserisce
perfettamente tra la fine dellera post-industriale,
che ha generato lalienazione (catene di montaggio,
cicli produttivi, ritmi di vita ripetitivi), e linizio
dellera tecnologica, che ha prodotto la spersonalizzazione
dellessere umano. Ballard [12] considera lautomobile
un prolungamento del corpo umano, che diventa metafora dellera
tecnologica. I protagonisti hanno bisogno di uno stimolo
esterno meccanico per tentare di riappropriarsi delle proprie
emozioni. Per questo mettono in atto una serie di eventi
estremi come gli incidenti stradali per ritornare a sentire.
Per dare allo spettatore la visibilità di tale condizione,
Cronenberg punta a una recitazione caratterizzata da una
mimica facciale praticamente inesistente da parte degli
attori, in modo che si colga lo stato di profonda apatia
vissuto dai protagonisti.
Come Ballard, anche il regista canadese usa una narrazione
gelida analitica ed essenziale sui personaggi, e fa uso
di primi piani che risultano invasivi rispetto allambiente
circostante. Lesasperazione delle scene sessuali,
mai fini a se stesse, non è altro che una riproduzione
visiva della nevrotica ripetitività, la messa in
scena di unossessione profonda e consciamente inseguita
da tutti i personaggi. In Crash il corpo è ancora
presente, tangibile. Nella realtà virtuale il corpo
si smaterializza. La difficoltà arriva al momento
della rappresentazione, per cui la smaterializzazione è
presente solo a livello teorico però non trova un'equivalente
rappresentazione cinematografica. Anche la presenza degli
effetti speciali non serve alla rappresentazione. Il film
che cerca di andare oltre è Matrix, che è
un simulatore della realtà.
Note
12) http://www.intercom.publinet.it/crash.htm
Contesto
|
|