Il Cyber tra anni 60 e 90
La "cyberdelia" degli anni novanta riconcilia
gli impulsi degli anni sessanta con con linfomania
dei novanta, non dimenticando di ammiccare allo spirito
new age. E' così che negli anni novanta il confine
tra tecnico e hippie non esiste più, come afferma
Sterling: ... gente di questo tipo può avere...
un cane con un fazzoletto a pallini intorno al collo, ma
è anche molto probabile che possieda un Macintosh
da molti megabyte che fa girare software per sintetizzazione
Midi e simulazioni frattali psichedeliche [5].
Le simulazioni frattali psichedeliche diventano per Rushkoff
lemblema delle sottoculture cyberdeliche (etichettate
come Cyberia), simboli dellunione cyber-hippie, in
Inghilterra identificati col termine zippie
(Zen-inspired pagan professional). Questo personaggio è
incline alluso di droghe definite intelligenti (smart
drugs): piracetam, vasopressina oppure dei cosiddetti potenziatori
cognitivi. Gli anni novanta sono solo gli anni sessanta
capovolti [6], ovvero nulla sembra essere cambiato:
il rock classico domina nelle radio, Jimi Hendrix è
riportato in vita dal rocker Lenny Kravitz che porta un
omaggio allo stile e alle sonorità del suo predecessore.
Oliver Stone ha fatto risorgere il primo gruppo rock psichedelico
con The Doors e ha riportato alla mente le immagini del
Vietnam con Platoon. Il 1994 è stato l'anno in cui
è riapparsa la mitica Woodstock, operazione commerciale
dal modico prezzo di 135 dollari a testa. Sono
proprio gli anni sessanta il punto di partenza della cultura
informatica estrema, e non esistono riviste che non riportino
motti e proclami di volti familiari del passato, come quelli
dell'ex membro dei radicali dell'Lsd Merry Prankster.
Note
5) Mark Dery, Velocità di fuga:cyberculture a fine
millennio, Milano, Feltrinelli, 1997, p. 30.
6) Mark Dery, cit., p. 27.
Contesto
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