Spagna
1945-1989
Spagna 1945-1989: dalla dittatura alla democrazia
In Spagna la dittatura a partire dal 1936 blocca la vita intellettuale
interna, è attuata una censura clericale e oscurantista.
Gli scrittori dell'esilio
All'estero vissero gli scrittori dell'esilio:
il saggista e filosofo José Gaos, lo storico della cultura
Américo Castro, lo scrittore
Pedro Salinas.
In america-latina si fanno conoscere: il narratore
e saggista Francisco Ayala, il narratore
e drammaturgo Max Aub, il narratore Ramòn
Sender, Paco Ignacio Taibo
II, i poeti Rafael Dieste, Juan
Larrea, oltre che Rafael Alberti e Jorge Guillén.
Gli scrittori sotto il regime
Ciò che avviene in Spagna è
poco conosciuto fuori, e così quel che avviene nel resto
del mondo arriva molto affievolito. Opere isolate sono quelle
di Camilo José Cela, Carmen
Laforet, Dámaso Alonso
(Figli dell'ira, poesie 1944), e di Vicente
Aleixandre.
Negli anni '50 hanno un certo successo di
pubblico e di critica le opere teatrali di Antonio
Buero-Vallejo e Alfonso Sastre.
Verso gli anni '60 passano attraverso le maglie
della censura voci ribelli e protestatarie, con romanzi di tipo
realistico (per influsso del neorealismo italiano); la critica
è meno accademica e più incisiva (José
Maria Castellet), l'editoria torna a un contatto europeo:
si veda una casa editrice come Seix-Barral animata dal poeta Carlos
Barral. Tra i poeti sono da ricordare: Blas
de Otero, Gabriel Celaya, Angel
Crespo, José Angel Valente,
Jaime Gil de Biedma, José
Agustín Goytisolo, José
Manuel Caballero Bonald.
Nel campo del romanzo: Luis
Martín-Santos, Juan Goytisolo
che ha scritto anche in modo esistenziale e sperimentale, Rafael
Sànchez Ferlosio autore del romanzo "oggettivo" Il
Jarama, Juan Garcia Hortelano,
Jesus Lopez Pacheco, Juan
Marsé, Luis Goytisolo.
Una certa vitalità hanno mantenuto alcune letterature
regionali, soprattutto quella catalana e basca.
Alla produzione poetica catalana hanno dato il loro apporto libertario:
Xavier Amorós, Miquel
Bauçá, Joan Colomines,
Félix Cucurull, Salvador
Espriu che ha avuto ruolo di caposcuola, Josep
Gouzy, Carles-Jordi Guardiola,
Joaquim Horta, Isidre
Molas, Maria del Carme Oller i
Giralt, Francesc Parcerisas,
l'interessante Pere Quart (Joan Oliver),
Francesc Vallverdú.
L'apertura verso l'europa
Con la morte di Francisco Franco (1975) e
l'avvento del re Juan Carlos II e della democrazia, la Spagna
conosce un importante risveglio culturale oltre che sociale ed
economico. Non tornano solo dall'esilio i sopravvissuti all'estero
della dittatura, ma dall'interno stesso della Spagna esce fuori
un fervore intellettuale notevole. Tra i maggiori di questi anni:
Manuel Vásquez Montalbán,
Gonzalo Torrente-Ballester, e il bilingue
franco-spagnolo Jorge Semprun. Interessante
la scrittrice Mercè Rodoreda,
Lourdes Ortiz, Esther
Tusquets, e Carmen Martín Gaite.
Quest'ultima ha fatto parte del gruppo che negli anni '50 raccoglieva
Jesus Fernández Santos, Ignacio Aldecoa, Josefina Rodriguez,
Alfonso Sastre, e Rafael Sanchez Ferlosio (che fu suo marito).
Tra gli autori più interessanti emersi dopo l'89, sono
da porre Arturo Pérez-Reverte,
Javier Marías, e Alicia
Gimenez-Bartlett.
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