Max
Aub
Max Aub
Max Aub è nato a Paris nel 1903,
sua madre era francese, suo padre di ascendenze tedesche. Dal
1914, all'età di 11 anni, visse a Valencia. Combattè
tra i miliziani nella guerra civile e fu esule in Francia e poi
in Messico dopo la caduta della repubblica. Morì a Città-del-Mexico
nel 1972.
Seguì all'inizio le teorie sul romanzo
di Ortega y Gasset, ma poi all'inizio della guerra civile spagnola
se ne allontanò. La guerra civile - nella quale si schierò
con la repubblica -, sarà sempre un punto centrale della
sua produzione narrativa. Ha scritto un ciclo di romanzi riuniti
sotto il titolo de Il labirinto magico
(El laberinto mágico, 1943-1968), dove le esperienze della
sua vita tumultuosa rivivono in una prosa ricca di riferimenti
e di variazioni tecniche. Numerosi i libri di racconti. Tra i
titoli della sua narrativa si ricordano: Luis Alvarez Petrena,
Las buenas intenciones, La calle de Valverde, Ciertos cuentos.
Una biografia immaginaria di un pittore inesistente coetaneo di
Picasso è Jusep Torres Campalans
(1958).
Ha scritto testi teatrali imperniati sulla
condizione alienata dell'uomo contemporaneo: L'impareggiabile
malfidato (El desconfiado prodigioso,
1931), Il ritorno
(La vuelta, 1948), Il ratto di Europa
(El rapto de Europa, 1950), No
(1952), I morti
(Los muertos, 1956). Nel 1968 ha scritto una «elegia drammatica»
in morte di Che Guevarra, dal titolo L'accerchiamento
(El cerco). Altri titoli teatrali: Morir por cerrar los ojos,
San Juan.
Nel campo della saggistica, ha dedicato studi e ricerche scrivendo:
Discurso de la novela española, Discurso del teatro español,
Historia de la literatura española, Heine.
© Antenati - 1994-1997
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