Russia
1890-1917
Russia 1890-1917
Nell'impero russo, la repressione seguita
all'assassinio di Alessandro II (1881) segnò la fine dell'ondata
rivoluzionaria. Eliminata nel sangue l'opposizione, la vita intellettuale
fu costretta a una sopravvivenza vegetativa.
I simbolisti
Negli ultimi anni del XIX secolo un folto gruppo di poeti rin
nova la poesia reagendo al naturalismo. Una prima generazione
simbolista intende il fatto letterario in senso puramente estetico,
ed è fortemente influenzata da modernismo e simbolismo:
Valerij Brjusov, Konstantin
Bal'mont, Zinaida Gippius, Fëdor
Sologub.
La reazione al positivismo utilitaristico, tipica della fine del
XIX secolo, ebbe la sua più clamorosa espressione nella rina scita
dell'idealismo religioso. Il suo massimo interprete fu Vladimir
Solov'ëv (1853\1900): la sua dottrina filosofico- religiosa
e il suo misticismo sono decisivi per lo sviluppo del simbolismo
russo.
La seconda generazione simbolista vede nell'arte, proprio sotto
l'influsso della dottrina di Vladimir Solov'ëv, un fatto mi stico
e teurgico: Vjaceslav I. Ivanov (1866\1949),
Andrej Belyj (1880\1934), Aleksandr
Blok (1880\1921). I migliori sono Blok e Belyj; quest'ultimo
diede opere di alto impegno sperimentale, ricollegandosi come
stile al complesso ornamentalismo gogoliano, e come atmosfera
all'esplosione irrazionale dostoevskiana.
I populisti
Nel campo della prosa la repressione diretta, e la depressione
della vita culturale si fanno sentire maggiormente. Il pubblico
ebbe grande entusiasmo per la prosa di Vladimir
Korolenko.
Nella prosa il clima simbolista è avvertibile anche nell'opera
di Aleksej Remizov che ebbe un influsso
determinante su Michail Prisvin e poi
su Evgenij Zamjatin. Un grande protagonista della rinascita religiosa,
Vasilij Rozanov incise sulla tradizione
narrativa con proposte di sconcer tante modernità.
Il teatro
La figura più importante è quella di Anton
Cechov (1860\1904). Egli seppe elevare i motivi contingenti
del ristagno culturale del suo tempo a emblemi universali. La
sua narrativa, che non co nosce acme né clamorosi scioglimenti,
così come i silenzi e la staticità del suo teatro,
sembrano simboleggiare la condizione dell'uomo contemporaneo condannato
all'isolamento e all'incomunicabilità. Dal punto di vista
delle tecniche teatrali, registiche e di recitazione, fondamentale
risulta l'opera di Konstantin Stanislavskij.
Il realismo
Alla metà degli anni '90 in Russia si afferma su larga
scala il pensiero marxista. I moti del 1905 trovarono adesione
in tutti gli strati intellettuali. Il fallimento di quei moti
ebbe ripercussioni in letteratura. Tra il 1900 e il 1910 gli intellettuali
russi appaiono divisi in due gruppi, distinti e apparentemente
privi di rapporti tra di loro. A fronteggiare i simbolisti e i
mistici, sono i realisti.
La scuola realista ha come maggiore rappresentante Maksim
Gor'kij (1868\1936), fondatore della casa editrice Znanie.
Attorno alla casa editrice si riunirono i prosatori Aleksandr
Kuprin, Ivan Bunin, Leonid
Andreev. Essi si muovono in polemica contro i simbolisti e
i tradizionalisti accademici.
Il futurismo russo
Tra il 1910 e il 1915 il mondo letterario russo è interessato
dall'emergere del futurismo. E' una prima fase: la seconda fase,
molto più interessante, si avrà con Majakovskij,
nel 1917-1930.
Questa prima fase è caratterizzata da una decisa polemica
nei confronti del movimento simbolista, di cui il futurismo rifiutò
la teoria e la pratica poetica, e da uno stretto legame con la
pittura d'avanguardia.
Quattro furono i gruppi futuristi del primo periodo: egofuturismo,
Mezzanino della poesia, Centrifuga, cubofuturismo. L' egofuturimo
fu creato a Pietroburgo nel 1911 dal poeta Igor
Severjanin: il distacco dalla tradizione simbolista è
ancora de bole e incerti i tentativi di innovazione sia lessicale
sia tematica: nonostante la denominazione avveniristica, il gruppo
si ri chiama più alle formule dell'estetismo.
Un secondo gruppo si ebbe a Mosca con il «Mezzanino della poesia»:
capo ne era V. Sersenevic, molto vicino all'egofuturismo nell'eclettismo
e nell'urbanismo a sfondo salottiero.
Meno programmaticamente polemico nei confronti del passato letterario
fu il gruppo di «Centrifuga», noto soprattutto per aver avuto
tra i suoi membri il giovanissimo Pasternak. Il più significativo
e solido tra i gruppi del primo futurismo fu il cubofuturismo.
Il cubofuturismo esordì nel 1910, anno
della grande crisi del simbolismo, con un almanacco poetico dal
titolo «Vivaio dei giudici». Il titolo gioca sul doppio senso
della parola russa "sadok" che significa vivaio ma anche trappola.
Ne erano firmatari Velimir Chlebnikov, Vasilij Kamenskij , D.
Burljuk , a cui si unirono poco dopo Majakovskij, V. Livsic, e
Elena Guro. Di tutti questi parleremo più avanti, per gli effetti
che ebbero sui movimenti poetici del periodo post bellico e post-rivoluzione.
Il manifesto più noto apparve nel secondo almanacco, «Schiaffo
al gusto corrente» (1912), dove veniva dichiarato il completo
distacco dalle formule poetiche del passato, la volontà
di una rivoluzione lessicale e sintattica, l'assoluta libertà
nell'uso dei caratteri tipografici, formati, carte da stampa,
impaginazioni.
Significativo il legame con pittori come M. Larionov, N. Goncarova,
K. Malevic, che spesso illustrarono le raccolte poetiche futuriste.
E con il primitivismo, soprattutto nella raccolta di materiali
folklorici e nell'uso di temi antico-russi.
Anno di grazia del cubofuturismo fu il 1913. Oltre a compiere
tournées poetiche per tutta la Russia, usando per la prima
volta l'espediente pubblicitario, sconosciuto ai precedenti movimenti
letterari, esordì in teatro con Vladimir Majakovskij:
tragedia di Majakvoskij e Vittoria sul sole di A. Krucenych.
[1997]
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