Valerij
Jakovlevic Brjusov
Valerij Jakovlevic Brjusov
Nato a Mosca nel 1873 (morì nel 1924),
fu letterato coltissi mo, aperto agli influssi della cultura euroccidentale,
introdusse per primo nella letteratura russa i motivi e le forme
dell'este tismo e del simbolismo europei. Maestro della nuova
scuola simbolista, fino al 1917 fu uno dei più attivi animatori
della vita letteraria russa. Fu la poesia il più cospicuo
settore della sua attività. Una attività vastissima:
Brjusov fu anche romanziere, drammaturgo, critico.
Tra i molti volumi di versi si ricordano Tertia vigilia (1900),
Urbi et orbi (1903), Stephanos (1906). Motivi ispiratori della
sua lirica sono la meditazione sulla storia dell'umanità,
l'erotismo, il gusto dell'esotico, l'evocazione sulle orme di
Verhaeren dei ritmi turbinosi della città moderna. Il posto
di primo piano che Brjusov occupa nella letteratura russa dell'inizio
del secolo è dovuto soprattutto alla sua instancabile opera
di sperimentatore di forme e contenuti nuovi.
Fu apprezzato romanziere con L'angelo di fuoco (1908), e L'altare
della vittoria (1913), e novelliere con L'asse terrestre (1907)
e Notte e giorni (1913).
Lo stile di Brjusov è spesso retoricamente solenne, il
linguaggio pieno di arcaismi e di parole straniere. Svolse una
in tensa attività di critico letterario e teatrale, partecipando
al le più importanti polemiche del tempo. I suoi articoli
furono raccolti in "Prossimi e remoti" (1911). Dopo la rivoluzione
del 1917, pur continuando la sua attività poetica, si dedicò
a ricerche di tipo metrico: "Esperimenti" (1918), "Scienza del
verso" (1919).
[1997]
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