Vasilij 
              Rozanov 
            
             
             
              Vasilij Rozanov 
               
               Vasilij Vasil'evic Rozanov nacque a Vetluga [Kostroma] 
                nel 1856. Fu per molti anni insegnante di storia e geografia in 
                città di provincia. Trasferitosi a Pietroburgo, entrò 
                nell'ambiente dell'intellighenzia slavofila e conservatrice. Nel 
                1899 cominciò a collaborare stabilmente con la rivista 
                reazionaria «Il Tempo nuovo». Nel 1900 fu uno dei fondatori della 
                Società religioso- filosofica. Il suo pensiero e il suo 
                atteggiamento esistenziale furono sempre contraddittori. Conservatore 
                in politica, per un certo periodo scrisse con uno pseudonimo per 
                il liberale «Parola russa». Appassionato e profondo conoscitore 
                del giudaismo, nel 1912 fu espulso dalla Società religios-filosofica 
                per un articolo antisemita. Ostinato difensore di un nuovo cristianesimo 
                «sessuale» e pecore nera dell'ortodossia, dopo la rivoluzione 
                per cui provò un entusiasmo passeggero, si ritirò 
                nel monastero della Trinità, vicino Mosca. Morì 
                qui, a Sergeevskij-Posad [oggi Za gorsk] nel 1919, con il 'conforto 
                dei sacramenti'. 
                 
                Alla base dell'opera di Rozanov è la sua religione naturali 
                stica del sesso e della procreazione. Partito da una proposta 
                di riforme pratiche del diritto familiare, giunse a una totale 
                revi sione del cristianesimo tradizionale stigmatizzato per la 
                sua na tura essenzialmente ascetica e asessuata, per l'intrinseca 
                ten sione al dopo-morte, in stridente contrasto con la religione 
                del la vita e della riproduzione predicata dal dio-padre del Vecchio 
                Testamento: "Nel mondo del non chiaro e dell'incerto" (1901), 
                "Presso le mura della chiesa" (1906), "La chiesa russa" (1906), 
                "La faccia oscura" (1911), "Uomini lunari" (1913), "Apocalisse 
                del nostro tempo" (1918). Le sue riflessioni sulla religione dell'antico 
                Egitto apparvero negli ultimi anni, riunite nel volume "Motivi 
                orientali". 
                 
                Rozanov usava anche nei saggi uno stile frammentario, procedente 
                per continue 'illuminazioni', vicino più alla narrazione 
                o alla conversazione che alla dissertazione filosofica. La sua 
                fama letteraria è però più legata a Cose 
                isolate (1912) e ai due volu mi di Foglie cadute (1913, 1915). 
                Si tratta di sequenze di massi me, riflessioni, spunti di racconto. 
                Attraverso la frammentarie tà, il capillare egotismo della 
                visione, la scomposizione 'poli fonica' tendente a riprodurre 
                le cadenze della lingua viva, Roza nov dissacra la moderna funzione 
                'gutenberghiana' della scrittura per restituirle una dimensione 
                più intima: di resa diretta delle minime variazioni emotive, 
                a uno stadio ideale di manoscritto o di palinsesto in margine 
                agli avvenimenti dell'anima e del pen siero. Non a caso uno degli 
                scritti più illuminanti di Rozanov è la sua edizione 
                delle lettere indirizzategli da N.N. Strachov, uno straordinario 
                esempio di scrittura come glossa. 
                 
                A Rozanov si deve anche una delle più suggestive letture 
                dell'opera di Dostoevskij, ne "La leggenda del grande inquisito 
                re" (1890), contenente alcune intuizioni fondamentali, come la 
                sconfessione del presunto realismo dell'autore delle "Anime morte". 
                 
                L'influsso di Rozanov sulle tendenze più sperimentali della 
                narrativa posteriore fu determinante. Nel periodo sovietico la 
                sua opera non fu più diffusa, anche per la lettura di Rozanov 
                che se ne faceva, di uomo non di rottura con la tradizione ma 
                legato alla reazione e al conservatorismo. 
               
              
               
              [1997]
              
             
            
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