Dimenticanza o ignoranza, diniego (Verleungung) o forclusione?
O piuttosto parlare della letteratura
[1] degli anni 70 è fuori mercato
[2] , o crea dei problemi e/o fastidio nei critici, che spesso
sono di quella stessa generazione, o di essa eredi? Tutte
ipotesi vere, ma che non bastano a spiegare quellassenza
anche da testi critici invece aggiornatissimi dallottanta
in poi.Il motivo di fondo di tale omissione deriva dallipotesi
che gli anni 80, dal punto di vista storiografico, siano
nati dal nulla, come
nel suo prezioso libro indica Filippo La Porta
[3] con queste
parole: "Come chi trapassa da unadolescenza prolungata
a una senilità precoce, il nostro paese si è ritrovato di
colpo postmoderno saltando forse qualche passaggio fondamentale.
Per fare un esempio: ciò che si definisce "coscienza"
può diventare un peso ingombrante, dispotico, di cui si desidera
legittimamente liberarsi, alleggerirsi soltanto se una "coscienza"
si è veramente posseduta
[4] .Certo tutto
questo può creare, oltre un debilitante sentimento di epigonismo,
anche un effetto inebriante di grado zero
[5] . Daltronde
in piena realtà postmoderna è possibile osservare con F.Jameson
[6] "il
declino dellaffetto", la "euforia", e
"la fine della storia" come incapacità danalisi
della storia del presente.Lerrore di prospettiva è semplice:
qualcuno ha cliccato PRINT, e ha copiato la sensazione di
fondo, che avevano gli autori degli anni 80, e cioè
che si iniziasse da zero con Boccalone, Radio Alice,
il primo Piersanti, Tondelli, De Carlo, Del Giudice e i vari
autori di tendenza generazionale. Era il nuovo che avanzava,
e che, superata la "tradizione", si inebriava di
fredda allegria giorno per giorno negli anni del post-fordismo.
Ma leconomia era cambiata già prima dopo il boom economico
del 58, e poi a fine anni 60 in coincidenza con
il 68 politico, quando leconomia cominciò a diventare
cognitiva nella sua organizzazione, e a produrre merci semeiotiche,
e iniziò proprio sotto la spinta del 68 la culturalizzazione
e derealizzazione del reale, la società dei simulacri
[7] . Ora la
letteratura degli anni 80, imitatori e non della letteratura
minimalista o generazionale americana (Kerouac, B.Ellis),
si formava sulla televisione, i videogiochi, i videoclips,
il computer, o sui film di Hollywood, che sono la dominate
culturale del tardo-capitalismo. Ma se a fine anni 60
quella società e quella economia non fossero cambiate, se
il costume, i vari happening, sit-in ecc. non fossero nati,
se non si fosse formata la civiltà dellimmagine e del
creativo, se non fosse ritornato alla ribalta il soggetto,
gli autori degli anni 80 non avrebbero trovati i temi,
così "freschi", di cui scrivevano con tanta euforia.
[1] Ma non del 68 politico, su cui non passa giorno
senza che si pubblichi un libro.
[2] Eccetto che per Giuliano Manacorda. Cfr. numero 12
dellEspresso 98, e Mangano-Schina ne Le culture
del sessantotto- Massari ed.
[3] Filippo La Porta (1952), giornalista e critico letterario,
scrive su «Diario», «Musica!», «il manifesto» e altre testate.
Oltre a Manuale di scrittura creatina (minimum fax,
1999) è autore di Narratori di un sud disperso. Cantastorie
in un mondo senza storie (LAncora, 2000), La
nuova narrativa italiana. Travestimenti e stili di fine
secolo (Bollati Boringhieri, 1999) e Non c'è problema.
Divagazioni morali su modi di dire e frasi fatte (Feltrinelli,
1997); ha inoltre curato Racconti italiani doggi
(Einaudi Scuola, 1997) e, insieme ad Alessandro Carrera,
Il dovere della felicità (Baldini e Castoldi, 2000).
[4] Cfr. F. La Porta, La nuova narrativa italiana, cit,
p.121.
[6] Fredric Jameson è docente di Letteratura comparata presso la
Duke University di Durham (North Carolina). Tra i suoi numerosi
libri tradotti in italiano: Marxismo e forma. Teorie
dialettiche della letteratura nel XX secolo (Liguori,
1974); La prigione del linguaggio. Critica dello strutturalismo
e del formalismo russo (Cappelli, 1982); Il postmoderno
o la logica culturale del tardo capitalismo (Garzanti,
1989); Linconscio politico (Garzanti, 1990)
e Tardo marxismo. Adorno, il postmoderno e la dialettica
(Manifestolibri, 1994).
[7] M. Perniola, La società dei simulacri, Bologna,
Cappelli, 1980
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La generazione invisibile: letteratura
dimenticata degli anni Settanta, di Imola Giannini
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