Il 
              Barocchismo 
            
             
             
              Il Barocchismo
              Tra il 1580 e il 1660 l'Europa occidentale e centrale è 
                interessata dal fenomeno del barocchismo. Gli studiosi hanno identificato 
                un periodo iniziale "manieristico" in cui si portano 
                all'estenuazione i moduli rinascimentali (all'incirca, l'ultimo 
                ventennio del XVI secolo), e un periodo di vero e proprio "barocco". 
                Il concetto di letteratura e culture barocchistiche per questo 
                periodo naturalmente non esaurisce tutti i fenomeni letterari 
                e culturali del periodo, ma funziona abbastanza bene per indicare 
                sotto un'unico concetto tutta una serie di fenomeni che ai nostri 
                occhi hanno un denominatore comune.  
               
              Barocchismo
              Il barocchismo fu il movimento culturale dominante tra la fine 
                del XVI secolo e per parte del XVIII secolo. Fu soprattutto un 
                clima culturale, che si attuò attraverso una serie di filoni 
                ben precisi, non confondibili gli uni con gli altri. La presenza 
                stessa di pił filoni all'interno di questo ismo, testimonia la 
                ricchezza culturale del periodo, una ricchezza che si avvale anche 
                della presenza di espressioni culturali non barocchiste, dall'azione 
                influssiva di à mbiti culturali pre-barocchisti che hanno 
                con il barocchismo un rapporto dinamico, e dalle caratteristiche 
                espansive di questo clima culturale, che dunque si trova a coesistere 
                con paesi periferici che progressivamente si vanno assimilando 
                al barocchismo (mentre nei paesi originari di quella espansione 
                magari si procede a nuove esperienze culturali, supe ranti quella). 
               
               
              I filoni principali del barocchismo furono il manierismo, il 
                marinismo, il concettismo, il culteranismo-gongorismo, l'eufuismo, 
                il preziosismo ecc. Si tratta di filoni che si articolano soprattutto 
                sulla base dello sviluppo di parziali aspetti del ba rocchismo, 
                attorno a aspetti particolari (autori o opere di successo). Ma 
                non è molto lontano dal vero l'affermazione secondo cui 
                si usa questo o quel termine soprattutto per la frammentazione 
                nazionalistica che ha conosciuto successivamente l'analisi storiografica 
                e culturale. Noi di preferenza abbiamo adottato come termine di 
                riferimento generale questo di barocchismo (usando il termine 
                "barocco" per indicare una delle caratteristiche con 
                cui si attua il barocchismo).  
               
              Il "concettismo" fu un particolare aspetto del barocchismo, 
                l'insistenza sul concetto: inteso non come risultato speculativo, 
                ma come collegamento, con nessi impreveduti, di due elementi o 
                immagini di per sé stessi diversi o contrapposti (es. morte-vita, 
                buio-luce, anima-corpo ecc.). Sono connessioni che implicano artificio, 
                acutezza, gusto del sorprendente. Ci si avvale del procedimento 
                analogico e dell'uso esasperato delle metafore e delle antitesi. 
                La pratica del concettismo rinvia all'idea barocchista della lingua 
                come animatrice degli oggetti, al riconoscimento di una distinzione 
                tra intelletto e ingegno: a questa distinzione, per Tesauro 
                ("Il cannocchiale aristotelico", 1654) corrisponderebbe 
                la distinzione tra una scrittura "propria e grammaticale" 
                e una scrittura "retorica e arguta". Il concettismo 
                fu ampiamente teorizzato per tutto il XVII secolo: si vedano soprattutto 
                oltre a Tesauro , Peregrini (Delle 
                acutezze, 1639), e Gracián (Acutezze arte dell'ingegno, 
                1642-1648). Al concettismo si collega uno scrittore come Quevedo 
                . 
                Il "culteranismo" o "gongorismo" si sviluppò 
                sull'esempio di Gó ngora , e si contrappose in Spagna al concettismo. 
                E' una delle forme della cultura letteraria barocchista, la pił 
                sofisticata, caratterizzata dall'uso di metafore insolite, riferimenti 
                mitologici, figure retoriche ricercate, dalla ripresa di voci 
                latine considerate desuete. Un filone aristocratico, scarso di 
                contenuti.  
               
              All'origine delle nuove forme di espressione c'è un nuovo 
                modo di sentire e interpretare la realtà . Un modo inquieto, 
                contraddittorio, angoscioso, in netto contrasto con la prospettiva 
                armoniosa e razionalistica prevalente nel XVI secolo. Uno sconvolgimento 
                gnoseologico interessa sia la letteratura che il pensiero scientifico 
                e filosofico, domina un relativismo prospettico che altera la 
                visione del reale e impronta lo stile. A determinare il clima 
                barocchista contribuiscono vari fattori, e soprattutto la controriforma: 
                la chiesa cattolica post-tridentina ha un ruolo egemone nel campo 
                della produzione ideologica e letteraria, soprattutto nei paesi 
                europei "latini".  
               
                
              Scheda: interpretazioni del barocco/barocchismo
              Alla fine del XVIII secolo i teorici del neoclassicismo (*Milizia, 
                *Winckelmann ) usarono il termine di "barocco" applicandolo 
                polemicamente all'arte del XVII secolo, sottolineandone gli aspetti 
                bizzarri e irregolari. Sull'origine del termine non si è 
                concordi. La critica francese e tedesca propende per la derivazione 
                dell'aggettivo francese "baroque" (ricavato dallo spagnolo 
                "barucco" e dal portoghese "baroco"), indicante 
                un tipo di perla irregolare, non sferica; gli italiani hanno preferito 
                la derivazione dal sostantivo "baroco", usato nella 
                filosofia scolastica per indicare un tipo particolare di sillogismo, 
                uno dei pił ambigui per l'apparente logicità della figura 
                e l'effettiva debolezza del contenuto. In tutto il XIX secolo 
                il termine fu usato con significato negativo. Una rivalutazione 
                del termine si iniziò con *H. Wölfflin (Rinascimento 
                e barocco, 1888), che lo oppose all'arte classica. Nella tesi 
                di Wölfflin è implicito un uso della nozione di barocco 
                al di là della sua applicazione a un determinato periodo 
                storico (il XVII secolo). Un uso metastorico è stato fatto 
                da *Eugenio D'Ors (Del barocco, 1935): il barocco come categoria 
                ideale che si ritrova nelle pił diverse epoche. Per *D'Ors lo 
                stile barocco e quello classico corrispondono a due contrapposte 
                visioni della realtà : il classico è lo stile "delle 
                forme che posano", il barocco lo stile "delle forme 
                che volano". Un reazione storicista a questa posizione si 
                è avuta con *Croce (Saggi sulla letteratura italiana del 
                Seicento, 1911; Storia dell'età barocca in Italia, 1929; 
                Nuovi saggi sulla letteratura italiana del Seicento, 1931).  
               
              Culla del barocchismo sono i paesi a pił rigida osservanza cattolica, 
                Italia e Spagna. Qui la chiesa cattolica fece trincea, preparandosi 
                a combattere la sua battaglia contro la riforma pro testante, 
                ricercando il consenso sia tra le classi ricche al potere che 
                tra le grandi masse popolari. Ai piani controriformistici della 
                chiesa cattolica serviva un'arte che suggestionasse le folle dei 
                fedeli: nacquero così le chiese barocchiste, con i loro 
                grandiosi effetti scenografici (tipica, la chiesa di Sant'Ignazio 
                a Roma, con gli affreschi della "Gloria di sant'Ignazio" 
                di A. Pozzo, 1691-94).  
                Il XVII secolo fu anche il secolo dell'espansione nel "nuovo 
                mondo", e del progresso scientifico culminante nella rivoluzione 
                copernicana. Questa pił ampia conoscenza della natura pesò 
                enormemente sulla cultura e sull'arte del tempo. Da un lato essa 
                spingeva a rappresentare minuziosamente la realtà , anche 
                nei suoi aspetti pił turpi e morbosi: è il fenomeno del 
                realismo barocchista (si veda un dipinto come quello di B.E. Murillo, 
                "Ragazzi che mangiano meloni e uva", 1645- 55). Dall'altra 
                toglieva all'uomo l'illusione, tipica del rinascimento del XVI 
                secolo, di essere al centro dell'universo e di poter dominare 
                spazi chiaramente definiti e delimitati. Di qui l'inquietudine 
                dell'artista barocchista, il suo senso di precarietà e 
                di insicurezza, che era poi funzionale al potere: trasmettere 
                l'insicurezza significava invi tare ad appoggiarsi ai poteri forti, 
                l'intreccio di gerarchia ecclesiastica e feudale, l'unica in grado 
                di "proteggere" e assicurare una catarsi (mistica e 
                nell'aldilà , quella della chiesa cattolica). La realtà 
                che circonda sfugge al controllo del singolo, perché è 
                immensa, complicata, misteriosa. Per rappresentarla l'artista 
                ricorre a simboli, e all'uso del chiaroscuro: si veda il dipinto 
                raffigurante "San Francesco d'Assisi" di F. de Zurbarán 
                (1639). 
                Lo stile barocchista, nelle arti plastiche e figurative come in 
                letteratura, è caratterizzato dall'uso e dall'abuso di 
                metafore e allegorie, da figure che aiutano a intuire ciò 
                che sensi e ragione non sono in grado di percepire con chiarezza. 
                D'altra parte c'è da sottolineare anche questo: nel clima 
                politico repressivo tipico del periodo, è la committenza 
                del potere ecclesiastico e feudale a stabilire ciò che 
                va rappresentato e come. Il decorativismo, l'amplificazione e 
                la ridondanza del segno che di curva e si intreccia, è 
                ciò che viene lasciato allo sfogo dell'espressione artistica 
                come momento di un significato non pericoloso per il potere. Viene 
                effettuata una selezione dei simboli, alcuni sono ammessi altri 
                (in gran parte) no: la superficie va riempita con la ridondanza 
                di ciò che è ammesso, in modo da non lasciare spazio 
                all'altro: l'altro non deve avere terreno di coltura. Il pieno 
                del groviglio barocchista è questo. Si veda la decorazione 
                che riempie la cappella del santo Rosario, nella chiesa di Santo 
                Domingo a Puebla (seconda metà del XVII secolo).  
               
              E' soprattutto la Spagna a produrre le cose maggiori e migliori 
                della produzione barocchista. Nel teatro dominano Lope 
                de Vega e Calderó n de la Barca. Nella prosa fiorisce 
                il romanzo picaresco, in cui si esprime il realismo barocchista 
                (dal "Lazarillo de Tormes" a Quevedo, a Mateo Alemán). 
                Nella lirica sono due correnti: 1) il gongorismo (o culteranesimo, 
                o cultismo) che ricerca lo sfarzo formale attraverso un linguaggio 
                colto e raffinato; 2) il concettismo, che mirò a un maggiore 
                approfondimento sen timentale.  
               
              In Góngora i due momenti trovano 
                un loro equilibrio, mentre nei suoi imitatori le due correnti 
                si scindono, ciò che darà il severo giudizio di 
                Lope de Vega. 
                Il barocchismo di Spagna e Portogallo si propagò anche 
                negli imperi coloniali. Nel XVII secolo trionfarono in america 
                latina i moduli barocchisti, e in particolare il gongorismo in 
                poesia e il concettismo in prosa. Il maggior poeta del barocchismo 
                coloniale è Juana Iné s de la Cruz.  
               
              In Italia si ebbe soprattutto il barocchismo delle arti figurative. 
                La letteratura italiana del XVII secolo è piuttosto povera 
                di grandi personalità . L'ingegno del poeta si concentra 
                prevalentemente sulle forme, sforzandosi di supplire alla esiguità 
                dei contenuti con l'opulenza dello stile. La poesia barocchista 
                è caratterizzata dai princì pi della meraviglia 
                e dell'acutezza, la ricerca di una espressione estremamente elaborata 
                che deve sorprendere il lettore con le sue metafore ardite. Il 
                pił celebre poeta barocchista italico fu Marino. 
                Accanto a lui e ai marinisti, poeti e letterati fautori di uno 
                stile pił contenuto come Chiabrera e 
                Testi. Altri scrittori sperimentano nuove 
                forme letterarie, come il poema eroicomico e il romanzo d'avventura. 
                Le cose migliori però provengono da altri ambiti culturali. 
                Grande sviluppo hanno la prosa scientifica e le critica letteraria 
                e artistica. Nel teatro si afferma la commedia dell'arte, mentre 
                il melodramma si avvicina alla moderna opera in musica grazie 
                a musicisti come Monteverdi e Scarlatti. La tragedia, con Federigo 
                Della Valle e Dottori, si arricchisce di conflitti morali e religiosi. 
                Si scoprono le risorse della letteratura dialettale con un capolavoro 
                come "Il racconto dei racconti" di Basile.  
               
              Anche l'Austria ha un grande scrittore barocchista, con il predicatore 
                Abraham da Sancta Clara.  
               
              Un caso a parte è la Francia, in cui sotto Luigi XIV domina 
                il classicismo e il razionalismo cartesiano, essenzialmente contrario 
                allo spirito barocchista. Accanto al classicismo (codificato da 
                Boileau) ci fu però il preziosismo, un movimento analogo 
                al marinismo italico.  
               
              Nei paesi protestanti il barocchismo, pur non incontrando resistenze, 
                ha lasciato tracce trascurabili. In Germania il XVII secolo è 
                essenzialmente un periodo di decadenza, grazie alla guerra dei 
                trent'anni. La cosa migliore scritta in quest'area culturale è 
                senz'altro "L'avventuroso Simplicius Simplicissimus" 
                di Grimmelshausen, sul modello del romanzo picaresco spagnolo. 
               
               
              Anche l'Inghilterra ebbe un movimento affine al marinismo, l'eufuismo 
                che deriva la sua denominazione dal romanzo "Euphues" 
                di Lyly (1578/1580). Pił barocchista 
                fu la lirica metafisica e arditamente concettistica di Donne, 
                Herbert, Crashaw, con la sua tormentata riflessione etico-religiosa. 
               
              L'eufuismo ebbe come precursori i traduttori cinquecenteschi 
                J. Bourchier, G. Pettie, Th. Watson, ma fu grazie a Lyly che la 
                maniera fu perfezionata. L'eufuismo riprende la prosa di Boccaccio 
                e degli umanisti italiani e spagnoli: soprattutto per la struttura 
                latineggiante, impreziosita di artifici retorici, aggettivi ricercati, 
                complesse metafore. La prosa di Lyly ebbe grande influenza e fu 
                adottata da molti autori tra il XVI e il XVII secolo, influenzò 
                prosatori d'arte come Th. Browne. Lo stesso Shakespeare la riprese, 
                e non solo per farne la parodia (es. in Pene da'more perdute, 
                e in Romeo e Giulietta), anticipando gli scambi di arguzie e il 
                linguaggio fiorito che sarà tipico della commedia della 
                cosiddetta "restaurazione monarchica" del XVII secolo. 
               
               
              L'altra faccia del XVII secolo 
              Il XVII secolo non fu tutto barocchismo. Agisce non solo sul 
                barocchismo ma anche su ambiti letterari anti-barocchisti o non 
                toccati da barocchismo (per lentezze di espansione del barocchismo 
                ma anche per resistenze, o per contrapposizioni coscienti ecc.) 
                la lezione del classicismo. Mentre l'innovazione tecnologica e 
                scientifica ormai innestata produce effetti indiretti in campo 
                culturale. Fondamentale risulta il razionalismo cartesiano, con 
                la sua potente carica anti-dogmatica e anti-fideista. Importante 
                da questo punto di vista, alla fine del secolo, anche la rivoluzione 
                che interessa il campo medico. Non siamo ancora al punto di una 
                effettiva rivoluzione che debelli malattie, come avverrà 
                nel XIX secolo con la scoperta dei sistemi anti- virali e batterici. 
                Tuttavia ciò che si verifica alla fine del XVII secolo 
                è fondamentale perché poi si sia giunti a quell'esito. 
                Due le figure pił rappresentative: Giorgio Baglivi e Thomas 
                Sydenham . 
                Nello stesso periodo in cui in Inghilterra operava Sydenham, a 
                Roma era Giorgio Baglivi, un dalmata (era nato a Dubrovnik nel 
                1668, morirà a Roma nel 1707) che insegnò alla Sapienza, 
                iniziando in Italia l'indirizzo pratico ("De praxis medica" 
                1696), puntante proprio sulla necessità dell'esame accurato 
                e preciso del malato.  
                La rivoluzione astronomica iniziata nel XVI secolo, continua i 
                suoi effetti culturali.  
               
              
               
              
             
            
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