Gabriello
Chiabrera
Gabriello Chiabrera
Nato a Savona nel 1552 (morì nel 1638),
dopo una gioventù irrequieta trascorsa prima a Roma e poi
in varie città italiche, si ritirò a Savona dove
si dedicò tranquillamente alla poesia.
La sua copiosissima produzione, pubblicata a partire dal 1586,
abbraccia quasi tutti i generi e i modi allora in voga. Poema
di imitazione tassesca è la Gotiade (1582). Scrisse anche
tragedie, poemetti didascalici, componimenti sacri. Opera di melodramma
è Il rapimento di Cefalo (1600) che fu musicato da G. Caccini.
La parte più interessante è
data dai versi lirici. La sua poesia è espressione caratteristica
del gusto dell'epoca, ma è opposta a quella enfatica e
fastosa di Marino . Tentò l'inserimento di inediti interessi
psicologici e morali in contesti verbali controllatissimi, che
riscossero molto interesse presso i lettori e i letterati del
XVIII secolo, in particolare presso gli arcadisti. Alla base del
suo verseggiare era un preciso programma metrico. Egli iniziò
una riforma basata sul parziale recupero delle forme quantitative
della poesia classica greco-latina, tradotte nei versi tradizionali
italici. Molto apprezzate al suo tempo furono le sue odi pindariche.
La nostra attenzione va oggi verso i componimenti minori in versi
brevi, come le odicine e le canzonette anacreontiche, esemplari
per la straordinaria duttilità e armonia di scrittura.
Notissima la canzonetta Belle rose porpori ne.
Una uguale eleganza nei Sermoni (1623-1632)
di tono oraziano, in endecasillabi sciolti, che sembrano anticipare
certi modi di Parini.
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