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I "libertini eruditi" nel XVII secolo francese

Con la denominazione di "libertini eruditi" si indica un movimento culturale caratterizzato da atteggiamenti e idee di tipo scettico, epicureo e materialista. Il maggior rappresentante filosofico fu Pierre Gassendi (1592\1655), che si rifaceva direttamente all'atomismo di Epicuro. In genere domina in tutti loro un atteggiamento anticonformista, in un periodo in cui l'anticonformismo si pagava anche con la vita. Essi scrissero opere di polemica religiosa e politica: Gabriel Naudé, Guy Patin, François de La-Mothe-le-Vayer che fu parlamentare, cortigiano e filosofo.
Essi ebbero influenza su scrittori come Cyrano de Bergerac, Charles de Saint Evremond, La Fontaine , Molière. Le loro idee furono attaccate da Garasse e da Mersenne, e poi da Bossuet, Bourdaloue, Pascal ecc.: essi accusarono i libertini di ateismo, dissipatezza di costumi, ciò per cui da allora il termine è diventato sinonimo negativo. Le idee e le prospettive materialistiche e anticonformiste del libertinismo agirono in profondità, nel XVIII secolo sull'illuminismo.
Dal punto di vista letterario sono riconducibili al libertinismo erudito alcuni poeti accomunati dall'avversione al classicismo e alla regola, una buona dose di spregiudicatezza, satirica e sensuale. Si ricordano: Mathurin Régnier, Antoine Girard signore di Saint-Amant, Vauquelin des Yveteaux, J. Vallée des Barreux (1599\1673), e soprattutto Théophile de Viau.
Più portato alla galanteria mondana che libertino, è forse François Boisrobert .



© Antenati, 1995-6


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