Parola e letteratura
Gli uomini comunicano tramite gesti e emissioni di suoni.
Nella loro evoluzione essi hanno imparato a articolare suoni
secondo un linguaggio. La diversità etnica, geografica,
gli spostamenti e il vario connettersi mischiarsi dei popoli
ha originato una diversità delle lingue. Tra le tante
cose che è possibile comunicare con il linguaggio,
gli uomini a un certo punto della loro evoluzione hanno
imparato a usare il linguaggio per "raccontare" e per "descrivere".
Descrizione è un atto linguistico con cui si traduce
in linguaggio un oggetto della realtà. Dell'oggetto
si compie un elenco, dell'oggetto si cerca di comunicare
la consistenza e le caratteristiche reali, formali e sostantive.
Con il racconto si cerca di comunicare la successione degli
avvenimenti. Il racconto è una descrizione delle
cose nel tempo. Esiste un prima, un dopo, un frattempo.
Esistono, nel racconto, cose che avvengono, e queste cose
possono essere oggetti o uomini o animali ecc. Racconto
e descrizione sono alla base di ciò che noi chiamiamo
"letteratura", intimamente connessa alla parola, al linguaggio
e alla lingua. Racconto e descrizione sono due elementi
della letteratura, ma non la esauriscono, servono solo a
sgrossare le linee di un avvicinamento.
Alcuni tra coloro che hanno studiato il fenomeno letteratura
hanno prodotto proprie definizioni di quello che secondo
essi era letteratura. Altri, visti gli scacchi a cui erano
giunti gli studiosi precedenti, anche a causa del rapido
mutare dei paradigmi dominanti, hanno proposto l'impossibilità
di una definizione. Il fatto è che attorno alla letteratura
si sono addensate una serie di aspettative e di obiettivi
contrastanti, strettamente legati alla politica anche contingente
e al momento culturale particolare che si viveva, per cui
qualsiasi definizione necessariamente era insoddisfacente:
il problema non è l'impossibilità di una definizione
quanto il fatto che da quella definizione, che fosse quella
oppure un'altra, dipendeva tutto il discorso extraletterario,
connesso alla propria visione del mondo e alla propria connotazione
politica.
Un altro punto che ha riguardato l'impossibilità
o lo scacco di qualsiasi definizione di letteratura è
connesso a una delle caratteristiche della cultura sviluppatasi
in Europa soprattutto con la nascita di correnti di studio
e di ricerca "laici", non legati e non dipendenti dalla
dogmatica e dalla dipendenza religiosa. Indicativo può
essere l'analogia della posizione presa da Machiavelli:
l'esclusione della politica dal campo della morale. Allo
stesso modo, escludendo il fardello di dover definire il
campo della letteratura si tentava di sfuggire all'incudine
della teoria per tentare il tutto strada della pratica,
relegando a un secondo futuro momento la risoluzione del
problema, così come del resto avveniva nel campo
delle ricerche fisiche e tecnologiche. Il successo di queste
scienze avvalorava, almeno per alcuni, una tale scelta necessaria.
Altra caratteristica della letteratura è la capacità
di essere veicolo di invenzione. Alcuni studiosi del fenomeno
letterario, partendo dal punto di vista etico addirittura
hanno potuto affermare, in certe epoche, che la letteratura
era cosa malvagia, perchè bugia, falsificazione.
E la letteratura è falsificazione e finzione: "il
poeta è un fingitore" scriveva Pessoa che di falsi
se ne intendeva. Lo studio della letteratura ha a che fare
con lo studio del fenomeno psichico che spinge alcuni a
mentire, e spinge altri a provare piacere per le bugie che
vengono loro raccontate.
La letteratura usa la menzogna per dire anche cose vere.
Per alcuni questo è un tale insopportabile paradosso
da riuscire incomprensibile, ed essi rifiutano una tale
definizione o cercano astruse vie razionali per tentare
un'accettazione impossibile. C'è stato chi ha detto
che il racconto letterario è nato nell'età
delle caverne, quando gli uomini ancora cacciavano con la
clava : il primo narratore sarebbe stato uno di questi cacciatori
che una sera, mentre tutti erano riuniti attorno al primo
fuoco che mai si fosse acceso, si mise a raccontare di come
avesse ucciso il pił grosso dinosauro che mai uomo avesse
ucciso e quando gli altri compagni gli chiesero le prove
per quanto raccontava lui si inventò l'improvviso
arrivo di una squadriglia di pterodattili che con i loro
artigli avevano sollevato la preda e l'avevano portava via,
con ciò unendo frottola a frottola.
La letteratura è l'arte della frottola, della
cazzata, della panzanata. E con la frottola gli uomini esprimono
quello che è un bisogno, individuale e della comunità.
Come tale la letteratura giunge a essere la "voce" della
comunità e attraverso la bugia del poeta si esprime
tutta la realtà di una società e di un'intera
epoca o popolo. Il fatto è che la letteratura è
un oggetto tanto complesso che non ammette definizioni né
uniche e neppure univoche. E tuttavia una delimitazione
di campo occorre sempre effettuare. Per una questione se
non altro economica, occorre costruire una serie di griglie
con cui riuscire a separare oggetti letterari da altri oggetti
definiti come non letterari e oggetto dell'attenzione di
altre discipline.
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