Origini semitiche delle culture europee
Nel 1984-1994 viene pubblicato un importante studio. Si
tratta di "Le origini della cultura europea" (edito
da Olschki, Firenze) di Giovanni Semerano. E' la maggiore
opera di questo studioso, attraverso cui si esprime un'ipotesi
diversa. Contro il paradigma indoeuropeo, Semerano afferma
la centralità della Mesopotamia (e della dinastia
di Akkad, nel III Millennio (-)) e del Caucaso alle origini
delle culture europee. L'ipotesi semitica si contrappone
nettamente al paradigma indoeuropeo: "L'indoeuropeo,
entità linguistica dal nome errato, non esiste, non
è mai esistito. Il complesso lessicale ossificato
nei tomi accademici appartiene all'eredità delle
lingue e delle inarrivabili civiltà del Vicino Oriente,
esse, dal III Millennio a.C., hanno acceso il loro lume
sul nostro incolto Occidente. E non si può respingere
una sonora realtà: che quelle lingue sono di ceppo
semitico" [1].
(Nell'immagine: Europa rapita da Zeus, metopa del Tempio
C di Selinunte (- 550-540). Palermo, Museo Archeologico)
Nell'ipotesi semitica, l'irradiazione culturale procedette
dalla Mesopotamia al Caucaso, e attraverso l'Anatolia verso
l'Europa. L'ipotesi di Semerano si avvale di tutta una serie
di prove linguistiche ed etimologiche. D'altra parte rimane
fondante il mito che dà il nome (poi) esteso al continente:
quello di Zeus che, in forma di toro, rapisce Europa e la
porta a Creta.
Come nota Semerano [2], il nome di Europa, dal greco Eu'ro:pe:,
deriva dall'accadico erebu (= il rientrare del sole). L'accadico
ere:pu, ara:pu ("to become dark"), arpu ("dark")
darebbe a Eu'ro:pe: il significato di "bruna".
Note
[1] La favola dell'indoeropeo / Giovanni Semerano ; a cura
di Maria Felicia Iarossi. - Milano : Bruno Mondadori, 2005.
- cit. p. 84
[2] op.cit., p. 81-82.
Contesto
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