La
crisi ateniese del -IV secolo
La crisi ateniese del
-IV secolo
[Scheda cronologica] [La
crisi politica e culturale di Atene nel -IV secolo] [La
komoidia nuova] [La produzione poetica
nel -IV secolo] [Storiografia
e retorica] [Altre aree: La produzione
ebraica]
La crisi culturale e politica di Atene
Ai primi del IV secolo (-) è avvertibile la crisi della
società ateniese e delle forme letterarie in cui quella
società si era espressa.
La komoidia nuova
Tipico il caso della commedia attica, la ko:mo:idìa,
che con la morte di Aristofanes mutò di caratteristiche.
Già con la "komoidia di mezzo" di cui purtroppo non ci
è rimasto nulla (se non qualche nome di autore e frammneti,
come quelli di Eubolos), sappiamo che
si erano accentuati gli elementi di evasione e ristrette le allusioni
politiche: la satira si esercitava prevalentemente nell'ambito
delle cultura o della mitologia. Eliminati gli elementi civili,
direttamente politici, scomparvero anche gradualmente gli elementi
lirici, l'aggressività polemica. Si affermarono tipi fissi,
maschere caricaturali: è la "komoidia nuova", come venne
definita dagli studiosi alessandrini, che domina in età
ellenistica.
Gli autori sono in massima parte non ateniesi. I personaggi sono
fortemente caratterizzati, le trame si complicano e gli esiti
si fanno inattesi. L'evoluzione è verso una maggiore tecnica
degli autori e degli attori, ma anche verso una perdita della
spontaneità e della vivacità. Il cittadino è
diventato suddito, e l'attenzione si è spostata dai problemi
della società a quelli dell'individuo. Apprezzabile per
la garbata umanità è Menandros
un ateniese.
La komoidia nuova non ha più cori, appunta la sua satira
su tipi impersonali (l'avaro, il bisbetico ecc.), alcune volte
con una ricerca di introspezione psicologica. Si definisce lo
schema che continuerà per secoli nel mondo europeo: lo
spunto è sempre una vicenda d'amore contrastato in cui
la coppia giovane si oppone ai vecchi. La ragazza è generalmente
schiava o di classe sociale inferiore. Un caso fortuito la fa
riconoscere come degna di legittime nozze con lo spasimante. L'ordine
turbato in questo modo si ricompone. I servi tessono le trame
degli intrighi e sostengono la parte più scopertamente
comica.
Produzione poetica
Tra i pochi poeti di questo periodo si ricorda solo
Erinna. Nel campo della produzione teatrale continua la
tregediografia, ma non siamo in grado di apprezzarne le produzioni
per l'assenza di testi su cui poter attuare l'analisi storica
e estetica (al solito, si conoscono solo i nomi di alcuni autori,
ma poco più altro: Theodektes
ecc.), ma sappiamo che continuò ad avere enorme importanza,
per il pubblico e culturale: si narra ad esempio di un attore
tragico, Theòdoros, che riuscì a muovere alle lacrime
Aleksandros di Fere, tiranno crudele e diffidente.
Storiografia e retorica
Anche nel campo storiografico assistiamo a un mutamento. Dopo
Thukudides ulteriori restringimenti d'interesse, soprattutto al
campo militare (Xenofon), e verso la
ricerca erudita. Forse l'ultimo grande storiografo, prima dell'ellenismo,
è da considerare Theòpompos
da Khios. Retore e storiografo fu Eforos
da Cuma. Dominante diventa la retorica, e Isokrates
nel IV secolo (-) è il massimo maestro. Demosthenes
raggiunge notevole fama grazie alla sue "Filippiche".
Interesse linguistico hanno le opere di scienza bellica di Eneas
il Tattico.
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