Polonia
1945-1989
Polonia 1945-1989
In Polonia dopo la catastrofe dell'invasione nazista e della
guerra, la conseguente distruzione di archivi e biblioteche, la
deportazione e fuga di numerosi intellettuali, il passaggio del
paese al socialismo ha segnato l'avvento di tematiche realistiche
e didattiche, incoraggiate dal potere politico. Temi affrontati
furono soprattutto quelli dell'attualità immediata, legati
all'edificazione della società socialista. Dopo il 1956,
con la destalinizzazione, si manifestarono atteggiamenti di critica
verso il periodo precedente, emerse l'antagonismo tra potere politico
e le esigenze di autonomia dell'espressione artistica.
Intellettuali di rilievo sono i romanzieri Z.
Kossak-Szczucka, Tadeusz Breza, J.
Stryjkowski, T. Parnicki, Jerzy
Andrzejewski, Jerzy Putrament,
H. Malewska [?\], Adolf Rudnicki, Stanislaw
Dygat, Kazimierz Brandys, W. Mach
[?\]. Alla fantascienza si dedica Stanislaw
Lem.
Poeti "neoclassici" sono: Kazimiera Illakowiczowna,
gli skamanderisti Kazimierz Wierzynski già molto attivo
tra le due guerre, e Antoni Slonimski il cui espressionismo si
fa nel dopoguerra più autoironico e doloroso nella coscienza
del trascorrere del tempo, Anatol Stern che negli anni '20 era
stato tra gli iniziatori del futurismo polacco, Konstanty
I. Galczynski, Czeslaw Milosz.
Alla "poesia senza poesia" appartengono Tadeusz
Rózewicz, Wislawa Szymborska,
Zbigniew Herbert, T.
Karpowicz.
Poeti "d'avanguardia" sono: J. Kurek,
J.M. Rymkiewicz.
Tra i drammaturghi sono da ricordare Leon
Kruczkowski, e T. Zawieyski.
Notevole il gruppo di scrittori polacchi trapiantato in occidente:
Witold Gombrowicz, i romanzieri J.
Wittlin (1896\1978) e Marek Hlasko,
e il commediografo Slawomir Mrozek.
Notevole successo hanno, a partire dagli anni Ottanta, i libri
e i reportage del giornalista Ryszard Kapuscinski.
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