Joseph 
              R. Kipling  
            
             
             
              Joseph R. Kipling 
               
                1) notizie biografiche
                 Nato 
                a Bombay nel 1865 (morì a London nel 1936), Joseph Rudyard 
                Kipling trascorse l'infanzia in India, dove il padre, John Lockwood 
                Kipling, esperto d'arte e pittore, era conservatore del museo 
                di Lahore e insegnante di scultura architettonica. Dal padre erediterà 
                quel discreto talento di disegnatore che avrebbe poi usato per 
                illustrare alcune sue storie. La madre proveniva dall'alta boghesia 
                inglese. La sua infanzia fu sommariamente infelice. I genitori 
                lo affidano ben presto alle cure di una nutrice indigena, dalla 
                quale il fanciullo apprende innumerevoli racconti e leggende indiani 
                popolati da animali fantastici e suggestioni misteriose, e acquisirà 
                una avversione per la mentalità monoteista giudeo-cristiana. Nel 
                1871, a sei anni, fu mandato a Southsea, in Inghilterra, presso 
                una anziana parente che aveva sposato un comandante di Marina 
                in pensione, assieme alla sorella, affinché avesse una «corretta 
                educazione inglese». Vi passò anni di solitudine e di infelicità. 
                Allora si usava così, ma l'essere staccato dai genitori in tenera 
                età, apre in Kipling una ferita che non si sarebbe mai più rimarginata: 
                non è quindi un caso se nella sua narrativa si ritrovano spesso 
                storie di bambini abbandonati. Inoltre, le torture fisiche e mentali 
                inflitte dai due mal scelti tutori, ne compromettono definitivamente 
                la salute e la vista. Dopo un breve interludio con i genitori, 
                nel 1878 entrò nello United Service College di Westward 
                Ho [Devonshire], destinato ai figli degli ufficiali e funzionari 
                in servizio, una delle tante istituzioni britanniche nelle quali 
                si forgiavano i futuri civil servants dell'Impero. Un ambiente 
                rigido e ossessivo, ma con una sua rigorosa moralità. Vi 
                conosce tutti i rigori dell'educazione ottocentesca inglese, nella 
                quale l'insegnamento andava di pari passo con le violenze inflitte 
                dagli insegnanti, dagli alunni più anziani, dai coetanei prepotenti. 
                Anche questa esperienza avrà riscontro in un'opera narrativa, 
                Stalky and Co. (1899), descrizione brutale e crudele delle repressioni 
                subite in quegli anni. E' tuttavia proprio il direttore del collegio 
                ad incoraggiare il futuro scrittore verso i primi tentativi letterari. 
              
              Tornò in India nel 1882 come giornalista, divenne redattore 
                del Civil and Military Gazette di Lahore, iniziò a scrivere. 
                Nel 1889 è il rientro in Inghilterra. Divenuto famoso come 
                scrittore, è uno degli autori più pagati della sua epoca, 
                letto come nessun altro, ascoltato e venerato come un oracolo. 
                Nel 1892 sposa Caroline Starr Balestrier, di origine americana. 
                E in America - nel Vermont, presso la famiglia della moglie - 
                l'autore vivrà fino al 1896. Nel 1899, allo scoppio della Guerra 
                Anglo-Boera, parte per il SudAfrica come corrispondente. Dal 1902 
                alla morte visse nel Sussex, lungo la valle del fiume Dudwell, 
                poche miglia a sud del villaggio di Burwash, in una grande casa 
                isolata del XVII secolo chiamata Bateman's, scoperta per caso 
                durante una delle sue scorrerie automobilistiche (con la sua «locomobile 
                a vapore»: siamo ancora agli inizi dell'automobilismo). Aveva 
                abitato prima a Rottingdean, ma si rifugiò a Bateman's 
                per sfuggire all'interesse che suscitava ormai tra giornalisti 
                e fans. Su una delle meridiane di Batmen's fece incidere il motto: 
                «E' sempre più tardi di quel che credi». Sembra che per 
                tutta la vita soffrisse di uno stato di tensione dolorosa. Arrivò 
                a fondare a Rottingdean un club militare: tormentato dalla convinzione 
                che la potenza bellica dell'Impero britannico stesse declinando, 
                addestrava di persona una trentina di giovani al tiro con il fucile, 
                e si prodigò (inutilmente) per estendere a tutto il paese 
                queste squadre di difesa. Nel 1907 ebbe il premio nobel. 
                Le motivazioni del nobel: "in consideration of the power 
                of observation, originality of imagination, virility of ideas 
                and remarkable talent for narration which characterize the creations 
                of this world-famous author". 
               La tragedia della Prima Guerra Mondiale, nella quale perde 
                la vita l'unico figlio maschio dello scrittore, appena diciottenne, 
                e la lunga e sofferente malattia che accompagnerà l'autore fino 
                alla morte, precipitano Kipling nella sua ultima e più tetra stagione 
                narrativa. I suoi pensieri si colorano di amarezza e disillusione, 
                e si caricano di considerazioni pessimistiche sul futuro stesso 
                dell'Umanità. Muore a London nel 1936 e viene sepolto nell'Abbazia 
                di Westminster, fra i Grandi d'Inghilterra. Nel 1894 due città 
                del Michigan venivano battezzate, in suo onore, una «Kipling», 
                l'altra «Rudyard». 
                 
                2) opere
              
               Al 
                secondo soggiorno indiano da giornalista, risale l'assunzione 
                dei temi e degli interessi che diverranno suoi caratteristici: 
                il rapporto tra i dominatori bianchi e la popolazione in digena, 
                la funzione civilizzatrice dei britannici (il «fardello dell'uomo 
                bianco»), la memoria della millenaria civiltà indiana sentita 
                non come abbandono all'esotismo ma come coscienza storica. Sono 
                temi che espresse nelle prime prove narrative: Tre 
                soldati (Soldiers three, 1888), The Phantom 'Rickshaw and 
                Other Eerie Tales (1888), e Semplici racconti 
                dalle colline (Plain tales from the hills, 1888), In Black 
                and White (1888) e Under the Deodars (1889), fino alle più tarde 
                Many Inventions (1893) e The Day's Work (1898) che gli diedero 
                notorietà già prima del suo ritorno in Inghilterra. 
                L'India è molto di più di un ambiente reale o di un riflesso di 
                una situazione storica oggettiva. Di volta in volta essa si fa 
                infatti tramite per una dislocazione in un altro tempo, o in un 
                mito, assumendo così una ben precisa funzione ideologica. 
                 
                Agli anni trascorsi in solitudine a Southsea fa riferimento nel 
                celebre racconto Bee, bee pecora nera 
                (Baa, baa black sheep)[ in: Wee Willie Winkie..., 1888]. Mediocre 
                il tentativo di romanzo, La luce che si spense 
                (The light that failed, 1891). 
                 
                Una vera popolarità Kipling la ottenne con le Ballate 
                da caserma (Barrack-room ballads, 1892). Sono testi poetici 
                che mirano a definire il significato politico e etico dell'azione 
                inglese in India, ma aperti anche all'esaltazione della libertà 
                e della creatività individuale. 
                Al 1894 risale Il libro della giungla 
                (The jungle book), cui fece seguire Il secondo 
                libro della giungla (The secondo jungle book, 1895): essi 
                sono stati poi presentati editorialmente in unico volume con il 
                titolo de "I libri della giungla". I racconti sono imperniati 
                sul personaggio di un ragazzo, Mowgli, che cresce nella giungla 
                indiana, allevato come «cucciolo d'uomo» da una lupa. Intorno 
                a lui si raccolgono e diventano protagonisti di altri spunti narrativi, 
                gli animali della foresta: il saggio e scontroso orso Baloo, la 
                pantera nera Bagheera simbolo del coraggio e della dedizione avventurosa, 
                e il pitone bianco Kaa interprete di significati mistico-filosofici 
                emergenti dalla tradizione indiana. La tigre Shere Khan, che sarà 
                battuta e umiliata da Mowgli, rappresenta la volontà di 
                male e di distruzione opposta al senso di solidarietà che 
                accomuna gli abitanti della giungla. Considerati a lungo un capolavoro 
                della letteratura infantile, nascondono sotto le strutture della 
                fiaba un originale impianto ideologico, che mette a fuoco il problema 
                del rapporto con la società, e del primato della legge 
                morale sugli impulsi esistenziali. "I libri della giungla" di 
                Kipling hanno tuttoggi una notevole popolarità, anche per 
                la ripresa fattane dal gruppo di Walt Disney, con un famoso cartone 
                animato.  
                L a Natura selvaggia viene addomesticata proiettandovi all'interno 
                le leggi e le regole sociali della cultura vittoriana, e gli animali, 
                coi loro difetti e le loro virtù, diventano campioni di Umanità. 
                Ma i due Jungle Books - si è detto - sono anche libri «educativi»: 
                la Legge del Branco che ne sta alla base, configura infatti un 
                primo elementare concetto di organizzazione della società e getta 
                le fondamentali regole di convivenza tra gli individui. Da queste 
                idee sarebbe poi nata, ad opera di un lettore entusiasta di Kipling 
                - il Generale lord Baden-Powell - l'organizzazione internazionale 
                dei boy-scouts. 
                 
                Una raccolta poetica è I sette mari 
                (The seven seas, 1896). Grande successo, ma si tratta di opera 
                minore, la brillante narrazione di Capitani 
                coraggiosi (Captains courageous, 1897). Agli anni trascorsi 
                nel rigido collegio fa riferimento nei racconti realistici di 
                Stalky & C. (1899). 
              Al periodo di permanenza in Sudafrica risalgono versi e racconti 
                - pubblicati in Five Nations (1903) - in cui esalta la politica 
                d'espansione imperialistica inglese. 
                 
                Al 1901 risale una delle cose migliori di Kipling, il romanzo 
                Kim. E' la storia di Kim, ovvero Kimball 
                O'Hara, figlio di un sergente di un reggimento irlandese e di 
                una inglese residenti in India. Rimasto orfano nella prima infanzia, 
                Kim vive a Lahore come un indigeno, pensa e parla in indostano, 
                rubacchia per sopravvivere. A Lahore incontra un santone sceso 
                dalle montagne del Tibet per trovare un mitico fiume purificatore: 
                si mette in cammino con lui. Porta anche un messaggio affidatogli 
                da Mahabub-Alì, commerciante di cavalli che lavora per 
                lo spionaggio inglese. Durante il pellegrinaggio con il santone, 
                Kim si imbatte nel reggimento in cui prestava servizio suo padre. 
                Riconosciuto come inglese, è posto di fronte ai suoi doveri 
                di «bianco»: deve lasciare il santone, andare a scuola, entrare 
                nel servizio segreto britannico: è il «Grande Gioco», la 
                trama spionistica che mette Kim in contatto con la dimensione 
                del dominio. Svolge con coraggio vari incarichi, ritrova il vecchio 
                santone e lo riaccompagna sui monti. Il romanzo riprende i motivi 
                già apparsi ne "I libri della giungla", ma ulteriormente 
                approfonditi attraverso la rappresentazione del conflitto tra 
                i valori religiosi delle antiche civiltà asiatiche e quelli 
                del razionalismo europeo. A questa ampiezza tematica corrispondono 
                soluzioni stilistiche che conciliano molto bene scioltezza narrativa 
                e compattezza formale. La visione indiana della vita si configura 
                come fuga nello spirituale dal Grande Gioco della Politica e dello 
                spionaggio occidentale 
                 
                Molto fantasiose le Storie proprio così (Just so stories, 
                1902), lirico e malizioso omaggio all'infanzia. Storie di ambiente 
                medievale sono Puck della collina di Puck (Puck of Puck's hill, 
                1906). 
              Frutto del ripiegamento dei suoi ultimi anni sono i due ultimi 
                volumi Debits and Credits (1926) e Limits and Renewals (1932), 
                ossessionati dall'idea di decadimento fisico e di morte, e da 
                cui emerge una visione drammatica della società che pare non lasciare 
                alcuna possibilità di speranza e salvezza all'individuo. Furono 
                questi racconti non meno labirintici e angosciosi di quelli di 
                Franz Kafka o di Henry James, ai quali - come riconobbe il critico 
                J.L. *Borges - sono però certamente superiori. Scrive anche opere 
                destinate al grande pubblico - oggi definite superficialmente 
                «per ragazzi» - come Captains Courageous (1897), lettere di viaggio, 
                reportage di guerra, racconti d'animali - in Just So Stories for 
                Little Children (1902) e 2 Re, 12, 9 (1930), e l'autobiografia 
                Something of myself for my Friends Known and Unknown (1937). 
                 
                La produzione lirica kiplingiana, coagulata in varie raccolte 
                poetiche nel corso degli anni, fu popolarissima fino agli anni 
                '20, poi ha avuto un lungo periodo di oblìo. Si deve a 
                *T.S. Eliot una lettura tesa a metterne in evidenza i pregi: il 
                ritmo vigoroso che riecheggia spesso le severe cadenze degli inni 
                metodisti, l'abilità nell'uso del metro della ballata, 
                la sincerità nell'esprimere la propria visione degli eventi 
                e degli uomini, che non a caso provocò qualche risentimento 
                nella regina Victoria (La vedova a Windsor, The widow at Windsor). 
                Tra i suoi testi lirici più noti, Se 
                (If) dedicato al figlio. 
              Testi 
              
              
              Contesti
              Inghilterra 1890-1917
              
              
             
            Homepage | Dizionario 
              autori | Autori aree linguistiche 
              | Indice storico | Contesto 
              | Novità 
             [Up] Inizio pagina | [Send] 
  Invia questa pagina a un amico | [Print] Stampa 
  questa pagina | [Email] Mandaci 
  una email | [Indietro] 
Europa: Antenati - la storia della letteratura europea online 
  -   
  © Antenati 1984-2006, an open content
   project
 
           | 
         
       
     |