Trattatistica 
              ai primi del Seicento 
            
             
             
               
                
                   Trattatistica ai primi del Seicento
                
                Di fronte ai successi espansionistici e tecnologici 
                "europei", si apre la disputa sulla superiorità degli antichi 
                (greco-latini) o dei moderni. Un gusto per le "dispute" che ebbe 
                notevole spazio nella trattatistica di questi secoli, che servì 
                a convogliare il diletto di intellettuali e letterati, facendoli 
                sentire utili in un periodo in cui la loro incidenza politica 
                è inesistente; che affina idee e tecniche di disputazione, 
                che significa il "dialo go" tra più intellettuali, anche 
                distanti geograficamente tra di loro a significare l'ampiezza 
                dell'espansione culturale raggiunta, la possibilità di 
                apporto di idee e di soluzioni da parte di una pluralità 
                di teste pensanti, ma anche complica e rende astru si e astratti 
                i disputanti, facendo perdere di vista la realtà ; che 
                la revisione critica del XVIII secolo e successivi trova in gran 
                parte noiose e arzigogolate ma che intanto fu necessario affrontare 
                proprio per esaurire equivoci e per permettere a quella critica 
                successiva di sgomberare il campo.  
                Mentre la disputa specifica su antichi vs moderni assume vari 
                significati, interessanti proprio per le ambiguità che 
                è possibile rilevare. Da una parte i classicisti, che pongono 
                limiti normativi alle produzioni ma anche una maggiore possibilità 
                di controllo delle produzioni, anche dal punto di vista etico. 
                Dall'altra i modernisti che hanno l'esigenza di sperimentare liberamente, 
                di andare avanti, di produrre cose nuove; ma anche di poter giustificare 
                e seguire i gusti del pubblico, non sempre spinti da ideali letterari 
                ma per motivi economici; mentre sono le regioni socialmente e 
                culturalmente più avanzate dell'europa che hanno bisogno 
                di prodotti letterari e culturali che rispecchino i nuovi livelli 
                raggiunti e che siano utili alla vita dell'oggi; mentre le classi 
                dominanti continuano ad avere bisogno di una letteratura che li 
                giustifichi e di una pubblicistica (propaganda) che serva nella 
                lotta politica non solo interna ma tra le varie realtà 
                statuali europee, e che giustifichi le pratiche imperialistiche 
                su metà del pianeta.  
                 
                Trattatistica politica e storica 
                Nel campo della trattatistica politica e culturale 
                sono le opere dei teorici della "ragion di stato":  
                Ludovico Zuccolo ,  Torquato Accetto 
                ,  Paolo Paruta ,  
                Traiano Boccalini ,  Giovanni Botero 
                . E i trattatisti di storia politica:  
                Arrigo C. Davila ,  Guido Bentivoglio 
                . 
                 
                 Il recupero di questi trattatisti all'attenzione 
                della storia della cultura avviene a fronte di una povertà 
                di risultati qualitativi della produzione lirica e della fiction 
                italica. Si tratta di trattatisti che ebbero una influenza europea 
                grandissima. Vi è a livello di trattatistica un dominio 
                degli intellettuali italici piuttosto netto.  
                 
                Estetica e critica letteraria 
                Nel campo della critica letteraria, oltre 
                alle posizioni teorico-pratiche degli scrittori, importanti e 
                interessanti possono risultare per un lettore odierno gli scritti 
                di Boccalini, e di Alessandro Tassoni. Nel corso del XVII secolo 
                sono  Emanuele Tesauro , e  
                Matteo Peregrini.  
                 
                
                 
              
              
             
            
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