Giovanni 
              Botero 
            
             
             
               
                
                   Giovanni Botero 
                
                Giovanni Botero nacque a Bene-Vagienna [Cuneo] 
                nel 1544. Ge suita, dopo lunghi contrasti con i superiori, uscì 
                dall'ordine nel 1580. Dimorò per alcuni anni a Milano, 
                e poi in Francia nel 1585. Nel 1586 fu accolto a Milano da Margherita 
                Trivulzio, madre di Federico Borromeo, che lo affiancò 
                al figlio come consigliere e lo mandò a Roma per favorirne 
                l'ingresso nell'ambiente ecclesiastico. Nel 1599 entrò 
                al servizio dei Savoia, fu precettore dei figli di Carlo Emanuele 
                I. Negli ultimi anni si riavvicinò ai confratelli gesuiti. 
                Morì a Torino nel 1617. 
              Botero scrisse molte opere, in latino e 
                in italiano, in versi e in prosa. Tra le sue opere sono: La sapienza 
                regia (De regia sapientia, 1583), le vite dei Prìncipi 
                cristiani (1601-1603), e soprattutto i trattati po litici: Delle 
                cause della grandezza e magnificenza delle città(1588), 
                i dieci libri Della ragion di stato (1589), le Relazioni universali 
                (1591-1596). "Della ragion di stato" fu l'opera che gli diede 
                la maggior fama, considerata tra le più autorevoli critiche 
                alle teorie politiche di Machiavelli. Egli si pone nel pieno della 
                cultura controriformistica, dimostra come necessaria la soggezione 
                del prì ncipe alle virtù religiose e ai dettami 
                della chiesa (cattolica) che è la sola a garantire la giustificazione 
                etica del suo operato.  
                 
                
                 
              
              
             
            
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