Le
correnti letterarie nella seconda metà dell'Ottocento
Le correnti letterarie nella seconda metà
dell'Ottocento
Il naturalismo (il realismo sociale)
Il naturalismo interessò, in modo non omogeneo, la letteratura
ma anche le arti figurative e la musica, della seconda metà
del XIX secolo e l'inizio del XX secolo. L'indirizzo naturalistico
sorse in Francia, si estese alle altre culture europee.
Principio fondamentale fu l'esigenza di un rapporto diretto tra
l'artista e la concreta realtà quotidiana. Si tratta dunque
di un indirizzo realistico. Primo teorico del naturalismo può
essere considerato Hippolyte Taine
(1828\1893). A lui risale l'impiego del termine nella nuova accezione
specifica, in un suo saggio su Balzac pubblicato dal «Journal
de dé bats» nel 1858. Ma soprattutto l'idea base che la
psicologia umana possa essere trattata in letteratura con la stessa
imparzialità e lo stesso rigore con cui le scienze operano
la classificazione dei fenomeni naturali.
In antitesi allo spiritualismo e all'ottimismo ideologico della
cultura romanticista, il naturalismo intendeva fondarsi su premesse
deterministe: dietro è la filosofia del positivismo. Si
sottolinea il dipendere dell'uomo dalle condizioni ambientali,
si denuncia senza riserve i limiti concreti della sua personalità
etica. Con ciò si sposta l'attenzione non tanto sulla natura,
nullificata ai loro occhi da un pessimismo che era l'antitesi
dell'ottimismo illuministico alla Rousseau, quanto sulla società
intesa come meccanismo di sopraffazione e abbrutimento dei singoli.
Fondamentale per il naturalismo l'ipotesi del male e della malattia,
derivato dal deterioramento e dalla distorsione delle strutture
sociali. In rapporto a questa ipotesi, assumevano importanza via
via che il movimento definiva la sua poetica e le sue linee di
tendenza, anche la negazione dei princì pi estetici tradizionali,
e la rivoluzionaria proposta del totale patteggiamento del "bello"
e del "brutto": è un'idea che troviamo già nel 1865,
nella prefazione dei fratelli Goncourt
al loro romanzo "Germinie Lacerteux".
Il naturalismo si poneva come rivendicazione, soprattutto in sede
contenutistica, di ciò che la grande letteratura aristocratica
e borghese per secoli aveva rifiutato, oppure ridotto alle forme
facilmente controllabili e limitate del "grottesco" e del "pittoresco".
Si deve ai fratelli Goncourt il riconoscimento del nuovo romanzo
«clinico» (come lo chiamavano) doveva essere dedicato alle classi
subalterne, alla piccola borghesia e al proletariato, fino ad
allora sempre emarginato dal dominio elitario della letteratura.
Nelle affermazioni teoriche e nel lavoro narrativo dei Goncourt,
il naturalismo restava ancora come nodo di una discussione letteraria.
Con Zola , grazie al concreto modello
dei suoi romanzi, approdò a una poetica più originale,
si coagulò come una vera scuola. Si pensi all'importanza
precettiva e propagandistica delle "serate di Médan", che
presero nome dalla casa di campagna di Zola, frequentata da
Maupassant , Céard, Huysmans, Hennique e Alexis. L'arte
era ormai intesa esclusivamente come «documento umano», e a essa
si chiedeva la stessa imparzialità della più recente
delle nuove tecniche allora di moda, la fotografia.
Nella fase finale del suo sviluppo, la dimensione naturalistica
si capovolse a poco a poco, per l'affermarsi delle istanze espressive
e fantastiche, e per la pluralità dei linguaggi, nel suo
contrario: l'atteggiamento «oggettivo» dello scrittore naturalista
si rivelò un mito, e portò a un soggettivismo che
nell'ultima generazione colluse con una estrema varietà
di modi: con esasperate tensioni formali (così nella produzione
tedesca i poco rilevanti modelli di naturalismo celavano già
le premesse per quella che sarebbe stata poco più tardi
l'esplosione dell'espressionismo), o con interessi liricheggianti
o simbolisti: tipico il passaggio, nell'area culturale russa,
dal tono più controllato e documentario di Turgenev, al
liberissimo e sfumato psicologismo di Cechov.
Il simbolismo e lo psicologismo
Alla fine del XIX secolo, nell'ultimo decennio circa, insorgono
istanze irrazionali e soggettiviste. Ma insorgono non solo come
reazione al naturalismo e all'indirizzo sociale (e politico) cui
corrispondeva. Ma anche dall'interno del naturalismo stesso, così
che il passaggio dal realismo alla nuova fase soggettivistica
avviene dentro coordinate di stratificazioni e progressivi spostamenti.
L'istanza naturalistica di voler aprire gli occhi sulla realtà,
è ripresa dal soggettivismo immediatamente successivo come
volontà di guardare dentro la personalità umana:
lo psicologismo della produzione letteraria borghese della fine
del XIX secolo ha questa matrice (e porterà poi, nella
commistione tra scientismo e psicologismo alla psicoanalisi di
Freud). La (ri)scoperta delle zone d'ombra della coscienza, del
territorio irrazionale, mistico, magicista. Il realismo sociale
condizionerà l'avvento del realismo psicologico e poi del
simbolismo.
La produzione poetica
Un fenomeno contrastante rispetto alla produzione narrativa interessa
la produzione poetica. Qui il soggettivismo domina nei suoi aspetti
irrazionali e spesso anti-borghesi. Sono le poetiche dell'arte-per-l'arte,
del parnassismo, del decadentismo e del simbolismo. Movimenti
che possono essere etichettati sotto la comune matrice dell'estetismo.
Mentre la produzione narrativa subisce una forte spinta verso
il realismo anche per il successo editoriale dei romanzi-scandalo
(vedi Flaubert ) e per il successo
garantito dal giornalismo emergente (Zola), nel clima delle istanze
riformistiche e socialiste, la poesia trova una base di identità
alla propria voce nell'isolamento aristocratico dell'autore che
si incammina alla ricerca non dell'oggettività sociale
ma di una serie di ideali-mito come la bellezza, la verità
assoluta, l'esaltazione dell'io. E' anche un moto di difesa rispetto
alla società-massa, e all'uso della versificazione ad esempio
da parte del com- mercio e della canzonetta. Ma in questa chiusura
rispetto alla società borghese, nel rifiuto della società
borghese da cui del resto provengono ora la maggior parte dei
poeti, il tentativo impossibile di una società diversa.
La poesia diventa utopia e isola aristocratica, si stacca dalla
comunicatività immediata per ricercare un proprio gergo
e una propria allusività, un linguaggio iniziatico.
Estetismo: il Decadentismo
Il decadentismo cominciò a fare sentire la sua presenza
a partire dal 1880, a Paris. Incline a cogliere i segni della
raffinatezza e della eleganza intellettuale nelle epoche di 'decadenza',
il decadentismo presenta alcuni atteggiamenti tipici: la predilezione
per le esperienze rare, sottili, artificiose, 'proibite'; il recupero
di un ideale estenuato di bellezza; l'evocazione di un Oriente
misterioso e sensuale; il disprezzo per le idee umanitarie e socialistiche,
inteso soprattutto come rifiuto del positivismo borghese; esaltazione
dell'irrazionale; gusto per l'esoterico e l'occulto, per l'ascesi
mistica, per l'inferno dei bassifondi; la riproposta del dandysmo
baudelaireiano, come eversione e privilegio spirituale.
In tutta una serie di riviste e caffè Parisni, l'eredità
dei 'maledetti' Verlaine e Rimbaud viene concepita come programma
definito. Tra i periodici sono «Le Chat noir», «Lutèce»,
«Le Dé cadent», «La Plume».
Il romanzo Controcorrente di J.K. Huysmans
, bibbia del decadentismo, segna nel 1884 la consacrazione
della nuova poetica centrata sull'elaborazione di uno stile di
vita estetizzante, e sulla volontà letteraria, affermata
nella prefazione del romanzo da Huysmans, di uscire dagli schemi
della cultura imperante suddita del naturalismo. Il decadentismo
fu il tentativo di rovesciare i risultati della storia con la
coscienza aristocratica e snobbistica di essere al di sopra della
mischia: la sconfitta diventa il destino delle 'anime grandi',
confinati in una zona che i più non possono attingere.
Il decadentismo francese esaurisce la sua spinta nel giro di un
decennio, determinando una svolta decisiva per la letteratura
europea con l'avvento del simbolismo. Diverso invece il percorso
riscontrabile in altri paesi. In Italia il movimento è
ripreso dalle figure di D'Annunzio nei suoi aspetti più
estetizzanti, e di Pascoli. In Inghilterra sono teorici come
Ruskin e Pater , ma anche scrittori
come Swinburne ,
Rossetti , Thompson, Oscar Wilde che con il suo Ritratto di
Dorian Gray (1891), in cui il protagonista ricalca il Des Esseintes
di "Controcorrente", divulgò la figura del gentiluomo demoniaco.
Nell'ultimo decennio del secolo il decadentismo penetra anche
in Germania, con Rilke, Hofmannsthal. Nella produzione belga di
lingua francese è Maeterlinck .
Nella cultura russa V.S. Solov'ë v.
I simbolisti in europa
Il simbolismo conobbe una diffusione molto maggiore dei movimenti
pre- cedenti o contemporanei, forse perché meno legato
a rapporti ambientali di tipo storico-sociale.
In Inghilterra furono Hopkins e Swinburne.
In Russia Brjusov, Ivanov, Blok, Belyj. In area francese continuò
grazie a Verhaeren, Rodenbach, Mae- terlinck, fino a Claudel e
a Valé ry. In Germania ebbe influssi su George, Rilke,
Benn. In Italia Pascoli, D'Annunzio ("Poema paradisiaco"), Onofri,
Campana, e i crepuscolari. In area spagnola Darí o, Machado,
Jimé nez. In campo teatrale ebbe influsso su Maeterlinck,
Jarry , Ibsen. In ogni caso innescando
processi di sviluppo che portarono oltre i limiti della poetica
ori- ginaria.
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