Gli
austriaci, 1945-1989
Gli austriaci, 1945-1989
L'Austria vive la difficile situazione
post-bellica di stato-cuscinetto tra le due superpotenze (Usa
e Urss). La sua situazione è simile politicamente a quella
dei paesi scandinavi, ma con in più il divieto di convergere
con la Germania per riformare il "grande reich" di hitleriana
memoria. In occidente del resto non si dimentica il ruolo dell'Austria
nazista e nazificata all'interno degli stermini perpretati durante
la guerra. E' una coscienza che rende gli scrittori austriaci
particolarmente sensibili ai problemi sociali e psicologici; mentre
una gran parte dell'opinione pubblica vorrebbe dimenticare.
Tra i maggiori autori di teatro e romanzo
in lingua tedesca è l'austriaco Thomas
Bernhard, mentre tra le maggiori poetesse e intellettuali
del secolo è Ingeborg Bachmann.
La letteratura austriaca ha come rappresentanti
Heimito von Doderer, Albert
P. Gütersloh, Georg Saiko che
ancòra nell'orbita del passato asburgico, aggiornano l'idea
del romanzo totale. Il neorealismo austriaco di Franz
Innerhofer e di Gernot Wolfgruber,
orientato verso problemi di psicologia sociale, è strettamente
autobiografico.
Originale poeta lirica contadina è
Christine Lavant. Austriaca è
anche Ilse Aichinger, che si è
dedicata al racconto.
Alla poesia impegnata a partire dagli anni
'60 risponde Erich Fried. Tra gli autori
sperimentali più interessanti è Ernst
Jandl.
Negli anni '50 si avviò la prosa sperimentalista
del Wiener Gruppe (Gruppo di Vienna). Il gruppo fu fondato nel
1953 da alcuni giovani scrittori. Tra essi erano K.
Bayer, Hans C. Artmann, Oswald
Wiener. Tendenze sperimentaliste e realiste ha anche il Graz
Gruppe: con Peter Handke, A.
Kolleritsch, Gerhard Roth, G.F.
Jonke. Dopo il 1968 si registra anche una svolta verso l'interiorità:
temi psicologici fortemente autobiografici dominano nei libri
di Handke e Gerhard Roth.
© Antenati - 1994-1997
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