Tarjei
Vesaas
Tarjei Vesaas
Nato
a Vinje (nel Telemark) nel 1897 (morto a Oslo nel 1970), di famiglia
contadina, trovò nel landsmål, la 'lingua del paese'
cioè il neonorvegese, lo strumento naturale della sua arte,
che attinse temi situazioni personaggi dal mondo rurale del Telemark.
Alla tradizione realistica e popolare si ricollegano i primi racconti:
Huskuld il messo (1924), I cavalli neri (1928). Nei successivi
Il viaggio del padre (1930), Sigrid Stallbrokk (1931), Gli uomini
sconosciuti (1932), La casa nelle tenebre (1945), è sempre
di più l'analisi psicologica e il disegno di trame densamente
simboliche, imperniate sul conflitto tra le forze devastatrici
del male e la volontà di vita e di riscatto. Dopo un inizio
letterario secondo un modello neoromantico, in cui Hamsun e la
Lagerlöf sono i suoi “dèi”, trova la vena
migliore nei romanzi di tipo simbolico. Ulteriore sviluppo nella
esplorazione dei misteri della psiche è nel Perdigiorno
(1957), storia di un minorato incapace di inserirsi nella società
ma sensibilissimo alle voci della natura. E nel Castello di ghiaccio
(1963).
Gli stessi temi delle opere narrative sono nelle opere dramma
tiche: Le case di dio (1925), Ultimatum (1934), Il vento del mattino
(1947). E in varie raccolte poetiche, caratterizzate da un linguaggio
arditamente sperimentale: Le sorgenti (1946), La danza e il fulmine
(1947), Fortuna per i viaggiatori (1949).
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