Il castello di ghiaccio / di Tariej Vesaas
Il
castello di ghiaccio (Is-slottet, 1963) – Traduzione
da norvegese e postfazione di Irene Peroni
I ed.: Marzo 2001 - Iperborea editore.
pp. 180 – ISBN 88-7091-094-6.
Il castello di ghiaccio è una cascata gelata,
una costruzione fatta di saloni, fessure, giochi di luce.
L’interno è riempito dal fragoroso rombo dell’acqua
che precipita e modella i muri: è una voce segreta,
è un mistero che ci spinge a inoltrarci sempre più
in profondità fino a che il sole non riesce più
a raggiungerci. E lì troviamo paradisi nascosti,
echi ingannevoli, pareti che piangono: il freddo non riesce
a scalfirci, non troviamo più la strada del ritorno.
Da fuori, il castello attrae e riflette la luce e lo sguardo.
Non è possibile non fermarsi a osservarlo, ad ammirarlo:
è un monumento all’inverno, alla natura selvaggia.
Un uccello dagli artigli spaventosi ne è il signore.
E l’inquietante richiamo della morte lo sovrasta.
Questo è il paesaggio naturale della Norvegia nei
bui mesi dell’inverno, questo è lo sfondo del
romanzo di Vesaas – ma ne è contemporaneamente
il primo piano: il buio, il ghiaccio e il freddo sono i
simbolici protagonisti. E’ qui che Unn, ragazzina
di undici anni affascinante e misteriosa, scompare senza
lasciare tracce. E’ qui che Siss, sua coetanea che
ha paura del buio, catturata da un segreto non svelato,
si lascia trasportare alla ricerca della sua nuova amica,
incontrata solo il giorno prima. E’ qui che Siss conosce
la morte, il rimpianto, l’incomprensione della gente.
Ma è ancora qui che la ragazzina guarisce, spezza
l’isolamento in cui si era chiusa dopo la tragedia.
E’ questa una storia della lotta fra la luce e la
tenebra, fra il giorno e la notte, fra la paura del buio
e la gioia di vivere. E’ la storia di una ragazzina
che, grazie all’aiuto muto e disinteressato della
sua comunità, di una “vecchia sciocca”
e di un timido ragazzo, vince la paura facendo comparire
dal “buio ai lati della strada” dei suonatori
di flauto che l’accompagnano a casa. Il romanzo si
chiude – come un cerchio perfetto – nello splendore
del sole primaverile che riscalda e scioglie i ghiacci del
castello dove si intersecano tutti i grandi temi affrontati
dall’autore: l’amicizia e la morte, l’apparenza
e la realtà, il rimpianto e la consolazione.
(Scheda a cura di Iperborea.com)
Contesto
|
|