Willem
Elsschot
Willem Elsschot
Aderisce
alla poetica antiformalista e umanitarista il fiammingo Willem
Elsschot (nato ad Aversa il 7 maggio 1882, morto l'1 giugno 1960;
ma il suo vero nome era Alfons Jozef de Ridder) con la sua prosa
ironica e disincantata. Egli è autore di poesia novelle
e romanzi (Villa des Roses 1913, Imbrogliare 1924, Pensione 1937,
Il fuoco fatuo 1946) in cui mette a ridicolo il duro arrivismo
dei ceti mercantili e descrive con ironia abitudini e mentalità
della piccola borghesia.
Tratti comuni lo avvicinano a un Italo Svevo: l’attività
nel mondo degli affari (dirige un’agenzia pubblicitaria),
il frustrato periodo di silenzio, l’improvviso riconoscimento,
ma soprattutto l’ironia, anche se più bonaria, e
la rigorosa economia dei mezzi espressivi. I suoi temi costanti
sono l’osservazione puntuale dell’ambiguità
morale borghese, l’ingegnoso gioco verbale che fa propri
gli elementi dell’attività commerciale e la sensibile,
a volte sentimentaleggiante, rappresentazione della vita familiare.
Bibliografia: Willem Elsschot
Villa delle rose (1913)
L'inghippo (1924)
Formaggio (1933)
Poesie d'un tempo (1934)
Pensione (1937)
Il fuoco fatuo (1946)
Letture
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