Storia della letteratura europea - Torna in homepageInghilterra 1917-1939: L'impegno degli anni '30


Inghilterra 1917-1939: L'impegno degli anni Trenta

La generazione degli impegnati | le pubblicazioni di sinistra | il left book club | la nascita del Penguin Book | gli "apocalittici" |


vai sopra / up La generazione degli impegnati

Negli anni '30 un gruppo di giovani poeti inglesi cercò di coniugare l'impegno artistico con quello civile, l'interesse per Marx e quello per Freud. A questo gruppo appartengono: Wystan-Hugh Auden con ruolo di caposcuola, Stephen Spender, Cecil-Day Lewis, Louis MacNeice. A essi può accostarsi il sarcastico oltre che scozzese Hugh MacDiarmid.
A un ideale d'impegno civile e politico risponde un narratore satirico di primo piano come George Orwell, mentre su un piano più aristocratico è Aldous Huxley, entrambi impegnati a definire le proiezioni di un mondo del futuro minaccioso e antiutopico.


La matrice dell'impegno di questi giovani scrittori è tutto interno alla situazione sociale e economica dell'Inghilterra dei primi anni '30: in quegli anni l'Inghilterra conosce una devastante crisi economica, con una altissima disoccupazione, scioperi per la fame, riduzione dei salari e dei sussidi di disoccupazione, persino una rivolta della flotta imperiale britannica nel 1931 che fece quasi temere l'inizio di un estendersi della rivolta a più vaste proporzioni. Per la prima volta la crisi colpiva anche il ceto degli intellettuali, di solito al riparo dalle fluttuazioni di mercato: la riduzione delle spese per la scuola portò al licenziamento di molti insegnanti, mentre anche le borse di studio furono ridotte.
Orwell nel suo Giù e fuori a Paris e a London ci ha lasciato una immagine molto viva del declassamento dell'intellettuale di quel periodo, sbattuto alla deriva da un inadeguato posto di lavoro a un altro. Negli scioperi che interessarono le scuole in quegli anni uno degli slogan era «più borse di studio e meno corazzate». A fronte di questa situazione, l'incapacità dei governi a una politica che non fosse quella del la repressione e dei tagli alle spese sociali. Si giunse a un "governo di unità nazionale" visto da molti come una svendita dei partiti e sindacati tradizionalmente di sinistra al conservatori smo, un "passare dall'altra parte": il fallimento del laburismo spinse molti intellettuali verso il marxismo. Il clima politico del paese era decisamente orientato a destra, se non proprio verso il fascismo (si pensi al British Union of Fascists, fondato da sir Oswald Mosley nel 1932).
Lo stesso arrivo dei primi emigrati dalla Germania, perseguitati per motivi razziali e ideologici dal regime nazista, fu accolto dall'opinione pubblica a denti stretti. In tali condizioni si formò un movimento, che fu minoritario e romantico, di giovani intellettuali radicali e populisti. Giovani con gli occhi aperti sulla realtà di miseria cui la crisi costringeva masse enormi di popolazione, che vedeva nel nazifascismo un nemico; giovani come Graham Greene, George Orwell, Joyce Cary costretti a recarsi per lavoro nelle colonie d'oltremare e che si rendevano conto del risentimento che serpeggiava tra i sudditi di quell'Impero una volta ritenuto indistruttibile.
Quando poi si dovette combattere la Germania nazista, il potere conservatore attinse a questi quadri, ma negli anni '30 essi rimasero minoritari e frondisti: le istituzioni saldamente in mano al mondo accademico e reazionario. Sono gli intellettuali più vivi e, oggi, più apprezzabili del tempo in Great Britain. Scienze e arti subirono una serie di modifiche a opera di nuovi influssi intellettuali. In psicologia le dottrine di Freud, Jung, di Groddeck e Homer Lane ecc. avevano già raggiunto una popolarità tale da divenire parte integrante del linguaggio di artisti e scrittori. In campo economico si cercarono nelle dottrine non ortodosse soluzioni per la crisi: così Keynes, il Credito sociale di Douglas, ma soprattutto il marxismo: un testo come "The coming struggle for power" di John Strachey di divulgazione del marxismo divenne molto popolare tra i giovani intellettuali. E' un movimento radicale che si espresse nei vari movimenti politici e per la pace degli studenti. Mentre nel 1926 gli studenti avevano fatto da crumiri mettendosi alla guida dei tram e degli autobus quando gli autisti scioperavano, negli anni '30 parteciparono alle marce della fame, alle dimostrazioni contro l'autoritarismo nelle università, per il diritto allo studio e alla libertà accademica; un movimento studentesco certamente ridotto per dimensioni e persino obiettivi rispetto al movimento studentesco degli anni '60, ma certamente indicatore di un mutamento del clima sociale di quegli anni. Un mutamento che si avverte anche nel Left Book Club. Negli anni '20 è la pubblicazione delle opere di James Joyce, D.H. Lawrence, E.M. Forster, Virginia Woolf.
Negli anni '30 Virginia Woolf scrisse Gli anni e Le onde, romanzi di più difficile lettura, che investirono un pubblico meno vasto dei suoi libri precedenti. Lo High Bloomsbury le cui radici emotive erano nella stabilità della Cambridge edoardiana, non rappresentava più, come negli anni '20, il clima dominante del mondo letterario inglese. La sua tipica ripugnanza di stampo liberal per il diretto impegno sociale e politico, l'idealizzazione dei rapporti personali, cominciarono a apparire inadeguate ai giovani intellettuali della generazione successiva. Forster , è vero, dette spazio con il suo prestigio a diversi movimenti antifascisti, tra cui il Council for Civil Liberties.
Thomas S. Eliot passò dal vuoto di "Terra desolata" all'adesione all'ortodossia religiosa anglo-cattolica, a salvaguardia dei valori che la società doveva opporre contro il materialismo e la rivoluzione; sono concetti che acquistarono forma poetica in Mercoledì delle ceneri e, più direttamente, nelle commedie scritte per essere rappresentate in chiesa (Assassinio nella cattedrale, The Rock). La rivista trimestrale di Eliot, «Criterion» , seguì via via una linea sempre più tradizionalista e antidemocratica, anche se rimase aperta a contributi provenienti da altre parti; dimostrò anche una certa simpatia per l'ideologia fascista. La stessa simpatia che si avverte in una poesia come Marcia trionfale (Triumphal March). Quando scoppiò la guerra civile in Spagna, Eliot fu uno dei pochi scrittori inglesi eminenti, insieme a Edmund Blunden, che non si pronunciò a favore della repubblica. Ma si pensi che scrittori decisamente di destra erano Pound, Wyndham Lewis, Yeats. Se «Criterion» era schierato in senso religioso, rivista più agnostica ma sempre duramente moralista era «Scrutiny» diretta da F.R. Leavis, impegnato nella sua crociata contro il romanzo d'appendice che allora vendeva molto.
A salvaguardia dei valori letterari stava il gruppo di Eton.
Alcuni giovani scrittori di tendenze radicali e di sinistra raccolse le loro opere nelle antologie Nuove firme (New Signatures, 1932) e Nuovo paese (New Country, 1933), curate dal poeta e insegnante Michael Roberts. Tra le voci nuove spiccavano Wystan H. Auden le cui prime poesie, del tutto ignorate, erano apparse nel 1930, C. Day Lewis, Stephen Spender, Edward Upward, Louis MacNeice, Christopher Isherwood e John Lehmann che in seguito fondò e diresse la rivista trimestrale «New Writing» (1936).
Era un gruppo non molto omogeneo, ma avevano un retroterra e un certo tono comune. Provenivano tutti dalle Public Schools e da Oxford o da Cambridge, appartenevano alla generazione cresciuta e laureatasi negli anni '20 (precedente quella degli anni '30 organizzata a sinistra), i loro sentimenti e i loro scritti erano ispirati a un senso di emarginazione. Gran parte del loro lavoro conservava la traccia del forte sentimento di amore-odio che li legava ai valori delle loro Public Schools: molti erano anche insegnanti. Condividevano un credo che li faceva oscillare tra rimpianto e esultanza: il vecchio ordine costituito era destinato a morire, doveva sopravvenire una qualche forma di rivoluzione, e l'unica possibile speranze era riposta nella classe operaia oppressa. La loro poesia populista dava una nuova immagine del panorama inglese, non più visto come uno scenario nello sfondo ma osservato dall'alto o con distacco così «come lo vede il falco o l'aviatore» in modo da individuare le linee del mutamento sociale. Il loro mondo poetico comprendeva le fabbriche e le centrali elettriche in cui essi non vedevano una minaccia ma vedevano anche una promessa (il socialismo + elettrificazione = comunismo, di Lenin...). La loro poesia fu definita «poesia dei piloni», con riferimento a I piloni (The Pylons) di Spender:

«But far above and far as sight endures, | like whips of anger | with lightning's danger, | there runs the quick perspective of the future»
[Ma lassù in alto, fin dove giunge la vista | come frustate di rabbia | quando accanito il fulmine minaccia | lì rapida vola la visione del futuro]

Questa immagine era in forte contrasto con la visione che il letterato tradizionale aveva del paesaggio industriale. Circa in quello stesso periodo John Betjeman scriveva in Palude (Slough):

«Come, bombs, and blow to smithereens | those air-conditioned bright canteens, | tinned fruit, tinned meat, tinned milk, tinned beans, | tinned minds, tinned breath»
[Venite, bombe, e riducete in briciole | le lucenti mense a aria condizionata, | frutta in scatola, carne in scatola, latte in scatola, fagioli in scatola | mente e respiro inscatolati]
Nell'opera di Auden, il poeta più importante del gruppo, il conflitto derivante dalla formazione culturale si fondeva interamente con la più ampia rivolta contro la società. In Gli oratori (The Orators, 1932), le immagini delle prepotenze degli anziani, degli insegnanti e degli studenti più giovani, vittime dei loro compagni più adulti, si mescolano con fosche suggestioni di guer ra, e di guerra civile. Il desolato panorama della crisi industriale domina le sue poesie dei primi anni '30, e ridimensiona quella che chiama l'autocompiaciuta sensibilità degli intellet tuali, «la nostra angoscia metafisica | la nostra gentilezza ri volta a dieci persone» quando i cinegiornali mostravano ogni giorno «diecimila disperati in marcia | alti cinque, sei, sette piedi». Sembrava un tradimento, al poeta,
«ascoltare la voce dell'amore che dice piano, e chiaro | sii Lubbe, sii Hitler, ma sii il mio bene | di giorno, di notte»
[«Our metaphysical distress, | our kindness to ten persons» [...] «Ten thousand of the desperate marching by, | five foot, six foot, seven foot high» [...] «The voice of love saying lightly, brightly, | be Lubbe, be Hitler, but be my good | daily, nightly»].

In forma forse meno fantastica anche Stephen Spender espresse la sua indignazione per le sofferenze che colpivano gli uomini durante la depressione economica. Così scriveva in Aula d'elementari in un tugurio (Elementary Classroom in a Slum):

«On their slag heap, these children | wear skins peeped through by bones and spectacles of steel | with mented glass, like bottle bits on stones»
[Sul loro mucchio di rifiuti questi bambini | con la pelle trafitta dalle ossa hanno occhiali di ferro | con le lenti scheggiate, come cocci di bottiglia sulla pietra]

Cecil D. Lewis diceva in Un canto natalizio (A Carol):

«Oh hush thee, my baby, | thy cradle's in pawn, | no blankets to cover thee | cold and forlorn, | the stars in the bright sky | look down and are dumb | at the heir of the ages | asleep in a slum»
[Sta' zitto, bimbo mio, | la tua culla l'ho data in pegno, | non hai coperte per coprirti, | sei freddo e abbandonato, | le stelle nel cielo lucente | guardano giù ammutolite | all'erede dei secoli | che dorme in una baracca]

Christopher Isherwood fu più degli altri colpito dalla Germania della depressione, alla vigilia dell'avvento del nazismo, della quale ebbe esperienza diretta (come anche Spender, Auden e Lehmann, a diversi livelli). Alcuni suoi romanzi, Il signor Norris se ne va, Sally Bowles e Addio Berlin, sono l'amara e raffinata testimonianza di quel periodo pieno di fallimenti e di minacce. Nelle tre commedie scritte in collaborazione con Auden, Il cane sotto la pelle (The dog beneath the skin, 1935), L'ascesa di F6 (The ascent of F6, 1936), e Sulla frontiera (On the frontier, 1938), è molto influenzata da Brecht e dal cabaret berlinese di sinistra. Sono tutte argute fantasie satiriche che cercano di sintetizzare in forma drammatica le diagnosi marxista e freudiane della sofferenza umana.

Il protagonista de "L'ascesa di F6" ad esempio e un personaggio alla Lawrence d'Arabia, un alpinista che fa parte di una spedizione votata alla morte, che serve unicamente a soddisfare le ambizioni imperialistiche, e a fornire un surrogato alle frustrazioni dell'uomo medio che resta a casa. Il vertice drammatico è raggiunto quando nelle allucinazioni del protagonista morente il demone, il drago della montagna, i cui poteri malefici hanno reso la terra un deserto e seminato morte tra gli scalatori, si sovrappone all'immagine della madre possessiva.


La maggior parte di questi poeti, conosceva meglio le teorie di Freud e di Groddeck che quelle di Marx e di Lenin. Un comunista agli altri (A Communist to Others) di Auden è più una consapevole personificazione poetica che non l'esposizione di un credo politico. E si avverte sempre in lui il senso che la partecipazione diretta alla vita politica costituisca una occupazione poco congeniale, un diversivo alla poesia.

Altri come Cecil D. Lewis e Upward, per un certo periodo si identificarono più da vicino con il comunismo e ne trassero maggiori stimoli: si legga Il giorno delle esequie (The Buriel Day) di Lewis, e Negli anni '30 (In the Thirties) di Upward. Spender ebbe un breve contatto con la poli tica rivoluzionaria dettato da un senso di colpa e di dovere, ma intimamente preferiva il liberalismo del gruppo di Bloomsbury [E' quanto dichiarò Spender, nell'estate 1967, sul «Partisan Review»].

Gli scrittori migliori, consci della impossibilità di avere un rapporto diretto con la classe operaia, scoprirono che la chiave più efficace per la loro prosa non era il realismo ma forme allegoriche para-kafkaiane. Così Wilde Goose di Rex Warner e Viaggio alla frontiera (Journey to the Border) di Edward Upward. Il realismo, secondo loro, poteva adattarsi solo alla crisi del vecchio modo di vivere.

Su questa base è concepito ad esempio Centro morto (Dead Centre), un buon romanzo sulla "public school" di Arthur Calder-Marshall . Alcuni scrittori invece pensavano che l'isolamento della classe operaia potesse essere superato con dei documenti obiettivi nei quali fosse assente ogni partecipazione emotiva: così Fatto (Fact) di Storm Jameson. Nel 1936 il sociologo Tom Harrison, il poeta marxista Charles Madge e l'attore e regista Humphrey Jen nings, diedero vita al 'Mass Observation', una iniziativa che doveva stimolare la gente a osservare minutamente il comportamento sociale di sé stessa e degli altri. Alcuni dei primi osservatori erano scrittori come John Sommerfield e William Empson. La tecnica era quella descrizione soggettiva piuttosto che quella del sondaggio scientifico. Il libro Bretagna 1936 (Britain 1936) pubblicato dalla Penguin Books, rese popolare l'idea: nuove descrizioni riguardarono i pubs, gli atteggiamenti della gente verso l'anniversario dell'armistizio e l'incoronazione, le elezioni e l'ARP.

Auden scriveva intanto, in Spagna (Spain) pubblicato nel 1937 sotto forma di opuscolo, versi come:

«Today the expenditure of powers | on tha flat ephemeral pamphlet and the boring meeting»
[Oggi il dispendio di tutte le energie | nell'effimero e scialbo pamphlet o in noiose riunioni]

Il senso di isolamento, così forte nell'opera di Auden e di Spender, era vissuto diversamente dagli scrittori che avevano più forti legami con la politica di sinistra e il movimento operaio. La 'generazione' immediatamente successiva fu una generazione più impegnata concretamente. La loro milizia cominciava nelle manifestazioni antifasciste, di solidarietà con i disoccupati, di sostegno alla repubblica spagnola: alcuni ne venivano coinvolti al punto da smettere di scrivere. Gli intellettuali che giunsero a maturità negli anni '30 e che avevano affrontato la crisi negli anni dell'università, si ponevano in maniera diversa rispetto al la generazione di Spender e di Auden: per essi Auden, Spender, Lewis ecc. non erano capiscuola ma compagni di strada dotati ma poco seri, impantanati in quelle che John Cornford chiamava «le importanti parole che si interpongono | tra l'occhio infelice e la scena difficile» [«The important words that come between | the unhappy eye and the difficult scene» (John Cornford, in "A Memoir" 1937)].


Tra i tentativi di allargare il pubblico dei lettori e di rivolgersi alle masse operaie, oltre che le pubblicazioni su rivista si tentò anche il teatro. Forse il tentativo di maggiore continuità fu quello di un gruppo di scrittori e attori dilettanti che trasformarono la sala della chiesa di Saint Pancras nel piccolo 'Unity Theatre', for nendo una sede a un teatro politico di dilettanti. Il gruppo rappresentò delle commedie serie come Aspettando Lefty di Clifford Odets che parlava di uno sciopero dei taxi a New York, Processo di un giudice (Trial of a Judge) di Stephen Spender incentrato sul conflitto tra giustizia e opportunismo in cui si dibatte un giudice di un paese fascista, Fabbrica nel sole (Plant in the Sun) che ha per tema uno sciopero. I maggiori successi si ebbero con le rappresentazioni più informali, come il Living Newspaper, una specie di documentario sullo sciopero degli autobus di London, Miniera occupata (Stand down Miner) di Montagu Slater , e la pantomima su Monaco Bimbi nella foresta (Babes in the Wood, 1938) in cui lo zio malvagio assomigliava a Neville Chamberlain, il primo-ministro inglese, e Robin Hood salvava i bambini sull'aria di "Affiliate with me". In questa commedia il Cleveden Set canta va il proprio appoggio all'accordo di Monaco con un'armonia divi sa in quattro parti sul motivo di "Land of Hope and Glory", e la buona fata che esaudisce i desideri agitava la sua bacchetta ma gica sperando come i giornalisti della stampa ottimista che tutto si sarebbe risolto per il meglio.


La guerra civile spagnola rinvigorì tra gli intellettuali, non solo tra quelli tradizionalmente vicini alla sinistra, l'odio per il fascismo e il timore del suo avvento. La sua influenza sulla poesia inglese fu più viva e stimolante di quella della seconda guerra mondiale, che pure ebbe dimensioni tanto più vaste. Alcuni poeti andarono in Spagna e combatterono a fianco della repubblica: Christopher Caudwell, Julian Bell, John Cornford, Tom Wintringham, David Martin ecc. Altri scrissero toccanti poesie in omaggio ai combattenti per la repubblica: Herbert Read, Stephen Spender, C. Day Lewis , J. Bronowski, A.L. Lloyd, Louis MacNeice. Jack Lindsay nei comizi di massa declamava Di guardia per la Spagna (On Guard for Spain). La lunga poesia di Auden, Spagna (Spain), venduta in opuscolo per sostenere l'assistenza medica, dava una visione dell'insieme della civiltà umana e della storia come di fatti tutti convergenti al momento decisivo prima di Madrid:

«The stars are dead. The animals will not look. | We are left alone with our day, and the time is short, and | history to the defeated | may say alas but cannot help or pardon»
[Le stelle sono morte. Gli animali non guarderanno. | Siamo rimasti soli con il nostro giorno, e il tempo manca, e | la storia agli sconfitti | potrà dire ahimè, ma non fornire aiuto né perdono]

Alcuni di questi scrittori assunsero in seguito posizioni po liticamente disimpegnate. Auden rifiutò quanto scritto all'epoca come «robaccia». Era intervenuta l'angoscia per la sconfitta e per l'essere stati da una parte che aveva avuto anch'essa le sue colpe. Tuttavia i pezzi poetici, e quelli documentari come Volontario in Spagna (Volunteer in Spain) di John Sommerfield, e Boadilla di Esmond Romilly rimangono una testimonianza di un periodo importante della storia della poesia inglese. Dal 1937 in poi le riserve e i dissensi degli intellettuali antifascisti, specie sull'URSS stalinista, aumentarono. Le notizie delle purghe e dei processi per tradimento in URSS, e lo scontro tra il governo repubblicano spagnolo e il POUM, diffusero i primi dubbi. Gli artisti astrattisti erano disgustati dal carattere convenzionale dell'arte ufficiale sovietica. Influì anche Gide con il suo "Ritorno dall'URSS" (Retour de l'URSS). Divenne chiaro che la libertà degli scrittori sovietici era fortemente limitata. Con l'avanzata nazifascista in europa, all'interno della sinistra crebbero amarezza e critiche. Molti si allontanarono dalla politica militante. Auden e Isherwood partirono per gli USA. Auden nel settembre 1939 scrisse: «le speranze migliori muoiono in un decennio disonorevole e sleale». MacNeice scrisse minacciosamente: «presto, amico, | non avremo più tempo per le danze» [«Soon, my friend | we shall have no time for dances» (L. MacNeice, The Sunlight on the Garden)] . Dopo il patto russo-tedesco del 1939 molti ritrattarono il loro atteggiamento verso l'URSS e verso il sistema capitalistico. Auden rivide le sue poesie per farle uscire in nuove edizioni eliminando o correggendo quelle di contenuto più chiaramente politico. Spender, dopo molte abiure pubbliche, divenne durante la guerra fredda direttore di «Encounter», ignorando che fosse finanziato dai servizi segreti nordamericani. E tuttavia la gran parte degli scrittori di sinistra degli anni '30 rimase legata alla sinistra più che alla destra, e negli anni '50 e '60 quando il movimento riprese con le lotte contro le armi nucleari e contro il sostegno britannico agli USA in Vietnam, furono firmatari di petizioni e presenti alle manifestazioni.


vai sopra / up Le pubblicazioni di sinistra

Tra i giornali di sinistra, di tendenze genericamente marxiste era in Inghilterra la «Left Review», fondata nel 1934, diretta da Montagu Slater, Amabel Williams- Ellis, Tom Wintringham e poi da Edgel Rickword. Proprio attraverso Edgel Rickword e a Douglas Garman la «Left Review» si ricollegava al «Calendar of Modern Letters» degli anni '20 e alle prime opere di Leavis. «L'utilità di uno scrittore dipende dalla sua influenza, cioè dal suo pubblico», dichiarava: la rivista era impegnata nella ricerca di uno stile più semplice e diretto di quello di Eliot o del primo Auden. In stretto contatto con gli scrittori europei di sinistra, che erano per tradizione molto meno contrari alla politica di quelli inglesi, tra i suoi collaboratori erano Ralph Bates, Ralph Fox, Jack Lindsay, Randall Swingler, Hugh MacDiarmid, Storme Jameson, Cecil Day Lewis. La rivista pubblicava molti reportages, documentari e vignette satiriche di James Boswell, James Fitton e James Holland. Essa fu un centro di importanza vitale per molti artisti antifascisti come Naomi Mitchinson, Winifred Holtby, Charles Madge, John Lehmann, Amabel Williams-Ellis, J.B. Priestley, Stephen Spender, George B. Shaw.

I giovani poeti che invece rifiutavano di agganciare la propria opera a un impegno politico diretto, collaboravano in genere alla piccola rivista di Geoffrey Grigson, «New Verse», su cui apparvero in prima edizione molte opere di Auden e di MacNeice.

Da ricordare anche la rivista trimestrale di John Lehmann, «New Writing», che uscì in edizione rilegata e permise a molti lettori di accostarsi per la prima volta a alcuni insigni esponenti della letteratura europea di sinistra: Ignazio Silone, André Chamson, Anna Seghers. Sia la «Left Review» sia la «New Writing», che mantenevano rapporti di collaborazione, erano soprattutto alla ricerca di scrittori di estrazione operaia che potessero trasferire sul piano letterario la loro esperienza diretta. Si riuscì a scoprire qualche bravo scrittore di reportages e di racconti documentari. Tra questi il minatore B.L. Coombes autore di Queste povere mani (These poor hands), Lewis Jones un leader dei disoccupati del Rhondda che scrisse Cwmardy, e un gruppo di giovani autori di Birmingham tra cui Leslie Halward e Walter Allen. Domina comunque l'intento propagandistico e un acerbo populismo retorico. Le cose migliori sono alcune poesie di Edgell Rickward come Alla moglie di uno statista non-interventista (To the Wife of any Non Inter vention Statesman), Birmingham di MacNeice, Scambiolavoro (Labour exchange) di Clifford Dyment. La circolazione di periodici letterari di sinistra come «Left Review», «New Writing», «Fact» ecc., restò piuttosto limitata.


vai sopra / up Il 'Left Book Club'

Nessuno riuscì a toccare un pubblico vasto come quello che seguiva il 'Left Book Club' con i suoi libri di argomento politico. L'LBC fu fondato nel maggio 1936 da Victor Gollancz, editore di brillanti storie poliziesche e di libri di carattere generale. Fu una operazione di diffusione politica, che offrì libri a basso prezzo. Un libro normale allora costava dai 12 ai 18 scellini. L'LBC offriva un libro al mese, scelto da Gollancz, John Strachey e Harold Laski al prezzo di 2 scellini e 6 pence, a coloro che si impegnavano a acquistare il libro mensile per almeno sei mesi. Fu una iniziativa che toccò un mercato di imprevedibile ampiezza, le vendite toccarono le 50 mila copie, una cifra inaudita se rapportata alla serietà delle opere. Salvemini scrisse sul fascismo, Edgar Snow raccontò la guerriglia cinese in Stella rossa sulla Cina, e R.P. Dutt scrisse su India d'oggi. La depressione economica nordamericana fu studiata da Leo Huberman in "Mans Wordly Goods", quella inglese da Harmington in "Problem of the Distressed Areas", e dalla deputata Ellen Wilkinson in "The Town that was Murdered". Dalle carceri giunsero alcuni reportages come "Walles have Mouth" di Wilfred MacArtney. Dalle miniere "These poor Hands" di B.L. Coombes. Dalle scuole degli slums "Pennorth of Chips" di S. Segal. Dal movimento clandestino tedesco "Our Street" di Jan Peterson. C.R. Attlee scrisse "The Labour Party in Perspective", John Strachey "The Theory and Practice of Socialism". Una delle imprese più durature fu "People's History of England" di A.L. Morton, un manuale popolare in prospettiva marxista. La richiesta di libri al LBC superò le aspettative. Gollancz permise di acquistare altri libri da lui editi direttamente a prezzi economici, fu inaugurata una speciale collana tascabile che copriva tutti gli argomenti, dalle lingue moderne al controllo delle nascite, a una storia greco e romana formato pocket, fino alla documentata analisi dei Cole sulla "Condizione della Gran Bretagna", e a un "Manuale del marxismo". Grazie a uno speciale accordo con Lawrence & Wishart, il principale editore comunista, il LBC potè pubblicare in economia i testi più importanti. Sorsero gruppi di lettura, all'inizio spontaneamente: nel momento di massimo sviluppo erano 1200 gruppi di questo tipo. Presenti anche nei sobborghi tradizionalmente conservatori e nelle piccole città di provincia, questi gruppi organizzavano discussioni pubbliche, proiezioni di film spagnoli e russi, raccolte di fondi per la Spagna. Fu una attività stimolata dal foglio «Left News» che usciva insieme ai libri, e dal 1937 anche da una équipe di conferenzieri che si recavano presso i vari gruppi. Il LBC rappresentò per una intera generazione un momento importante della cultura di sinistra in Inghilterra. Nell'aprile 1937 il Labour Party cominciò a preoccuparsi della sfida da sinistra che il LBC rappresentava nei confronti della sua autorità. I dirigenti del Labour Party cercarono di annettere l'iniziativa, ma la trattativa fallì. Nel 1938 la libreria Foyle diede vita al 'Right Book Club'. La Transport House annunciò la fondazione di un 'Socialist Book Club' ufficiale, ma nessuna delle due iniziative riuscì a conquistarsi un pubblico. Il LBC raggiunse l'apice delle iscrizioni nella primavera del 1938. Cominciò a sgretolarsi con il patto russo-tedesco, lo scoppio della guerra e la conseguente divisione profonda che si ebbe nella sinistra: Gollancz curò una collezione di saggi sul tema "The betray of the Left" (il tradimento/inganno della sinistra), il LBC pubblicò "Barbari alla porta" (Barbarians at the Gate) di Leonard Woolf amaro attacco alla politica sovietica, G.D.H. Cole. e Strachey presero anch'essi una posizione analoga. Durante la guerra continuò a essere un importante avvenimento editoriale: nel 1943 le vendite toccavano le 20 mila copie. Ma non fu più un movimento politico.

Il Left Book Club riuscì a smuovere il mondo dell'editoria e della diffusione dei libri. Quanto almeno l'altra grande iniziativa inglese del periodo tra le due guerre, questa a carattere editoriale non politicizzata.


vai sopra / up La nascita nel 1935 dei «Penguin Book»

Sin dall'inizio la Penguin si rifiutò di introdurre delle distinzioni tra i lettori e trovò un mercato larghissimo rivolgendosi a molti livelli. I primi Penguin, venduti a 6 penny l'uno (un romanzo rilegato costava allora sui 7-10 scellini, in brossura sui 2-5 scellini, mentre edizioni a più basso prezzo erano di stile e formato poco invoglianti), furono tirati in 20 mila copie raggiungendo presto le 50 mila copie. Nel 1937 si cominciarono a pubblicare i Pelican e i Penguin Special per soddisfare e esten dere l'interesse per i libri seri di saggistica politica sociolo gia arte. Gli Special affrontavano temi di attualità: erano testi pubblicati per la prima volta, commissionati appositamente per questa collana. Il tipo di mercato al quale mirava la Penguin era soprattutto quello che Gollancz aveva aperto l'anno prima.


vai sopra / up Gli "apocalittici" inglesi

Alla vigilia della seconda guerra mondiale, nell'ambito del gusto diffuso dalla poesie surrealista di David Gascoyne e dall'opera di Dylan Thomas e Herbert Read, sorse il movimento degli "apocalittici" o di "nuova apocalisse". Il movimento in pratica si esaurì con la pubblicazione di tre antologie: la nuova apocalisse (The new Apocalypse, 1939), Il cavaliere bianco (The white horseman, 1941), La corona e la falce (The crown and the sickle, 1944). Ne furono animatori Henry Treece, J.F. Hendry, G.S. Fraser, vi partecipò George Barker. Essi reagivano contro la poesia politicamente impegnata dei seguaci di Auden, auspicavano il ritorno alla visione e al mito, sulla scorta dei modelli biblici (i libri profetici, e l'Apoca lisse), e di Blake e Kafka.

Contesto

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