Area
culturale spagnola nel corso del Seicento
Area culturale spagnola nel corso del Seicento
La produzione teatrale
La preminenza culturale spagnola durerà
fino alla metà del secolo. Dopo, una lunga decadenza. In
campo teatrale, dopo Lope de la Vega,
è Pedro Calderón de la Barca.
La sua fama universale è dovuta in gran parte alla "riscoperta"
che di lui fecero i romanticisti. Nei primi due decenni del XVII
secolo le iniziative teatrali a Madrid erano numerose: nella capitale
circolavano ben quattro compagnie di commedianti, cui si aggiungevano
quelle organizzate da non professionisti. Rappresentazioni erano
realizzate non solo nei teatri di corte, nei giardini di Aranjuez,
ma anche nei primi teatri pubblici. Pé rez de Montalbán
ricorda che nel 1635 solo a Madrid erano atti vi 50 poeti di teatro,
molti dei quali cedevano i loro testi a degli acquirenti, che
li usavano a proprio piacimento (scarsa era la protezione dei
diritti d'autore). Non mancarono appropriazioni plagi e contaminazioni.
Avveniva anche che gli autori si accordassero, per scrivere ciascuno
un atto di una stessa opera. Ciò testimonia di un mercato
molto florido, che non è privo di difficoltà per
gli studiosi odierni proprio per queste caratteristiche.
Produzione narrativa
In campo narrativo,
Alonso de Castillo Solórzano con tutta una serie di
romanzi brevi e picareschi. Graffiante è "Il diavolo zoppo"
(1641) di Luis Vélez de Guevara,
ripreso da Lesage.
Saggistica
Un posto a parte merita
Baltasar Gracián (1601\1658), autore di importanti
saggi di carattere morale e esistenziale. Accanto a lui e in polemica
con lui, Diego de Saavedra Fajardo.
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