Paesi
extraeuropei nel secondo Ottocento
Paesi extraeuropei nel secondo Ottocento
Culture di lingua e derivazione europee
Culture extraeuropee
India
In India, il contatto con la cultura occidentale ha effetti culturali
diversi. Si assiste a una rivitalizzazione della cultura hindi.
Ha un rapido sviluppo un nuovo hindi semplificato, il khari-boli
(discorso diretto), favorito dall'influsso della letteratura bengali,
già ampiamente modernizzata. Haris Candra (1846\1884) è
forse il primo a usare questo hindi in drammi, poemi, racconti
e saggi.
Più controverse invece le cose per uno scrittore bengali
come Bankim Chandra Chatterji .
Giappone
In Giappone, nella prima metà del secolo, le nuove esigenze
poste dal ceto dei mercanti (chonin), l'influsso esercitato dalla
corte sull'imperatore, la pressione politico-culturale dell'occidente
determinarono profondi mutamenti. Dopo due secoli e mezzo di isolamento
quasi totale si ha una progressiva apertura agli influssi stranieri.
Si studiano i più recenti movimenti letterari occidentali,
si traducono molte opere. In letteratura emergono esigenze e tematiche
nuove, che si esprimono attraverso i circoli letterari e le riviste
fondate alla fine del secolo.
Il mondo letterario svolge un ruolo sociale di denuncia dei mali
della società ancora legata alla mentalità feudale;
si cerca un'analisi psicologica accurata dei personaggi e delle
situazioni.
Tra i maggiori poeti, scrittore di haiku, è Shiki Masaoka
(1867\1902). Autore del teatro kabuki è Kawatake Mokuami
(1816\1893).
Cina
In Cina si diffonde, a partire dalla metà del XIX secolo,
in campo teatrale, il Ching Hsi, lo stile dell'Opera di Pechino,
che soppiantò il k'un ch'ü, parallelamente al declinare
della classe ricca e colta che lo sosteneva. Il ching-hsi diffuse,
sulla base di semplici canovacci, il patrimonio millenario della
storia e delle leggende dell'antica Cina.
Mondo arabo
Nel mondo arabo si ha la produzione legata alla religiosità
musulmana. Ma anche prodotti del misticismo ereticale. Una di
queste 'eresie' è quella del baha'i. Essa è connessa
alla predicazione dell'iraniano Sayyid Alì Muhammad, che
intorno agli anni '30 del XIX secolo aveva raccolto attorno a
sé un gruppo di seguaci. Egli, soprannominato Báb
(= porta), fu perseguitato e fucilato nel 1850 nella fortezza
di Tabriz. Il suo messaggio fu ripreso da Mirza Hussain Alì
Nuri, un nobile persiano, anche lui perseguitato ma che riuscì
a scampare (morì il 29 maggio 1892 a San-Giovanni-d'Acri
[Palestina]), raccolse dei fedeli che lo soprannominarono Baha'u'llah
(= lo splendore di dio) e scrisse "Le sette valli", la sua più
grande composizione mistica.
Dalla regione kurda proviene un poeta come Herik.
Oltre a Herik, è tutta una produzione legata alla tradizione
popolare e folklorica. Sono canti e poemi tramandati oralmente,
di datazione originaria incerta. Tra la seconda metà del
XIX secolo e il XX secolo si cominciano a raccogliere questi canti,
che entrano così a formare il corpus della tradizione letteraria
dei popoli kurdi. Uno dei poemi popolari tradizionali più
famosi è quello intitolato a Siyaband e Khajeh. Siyaband
era un bandito che dopo molte avventure rapisce la bellissima
Khajeh figlia del principe, che altrimenti non potrebbe sposare.
I due giovani vivono felici per tre giorni sul monte Sipan, finché
Siyaband andando a caccia viene spinto da un cervo giù
da un precipizio. Siyaband lamenta la sua sorte, non teme la morte
ma piange per il destino della giovane sposa. Khajeh si getta
nel baratro per morire abbracciata a Siyaband. Questa di Siyaband
e di Khajeh fu una delle leggende più popolari del folklore
kurdo.
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