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Cinematografia euroccidentale dalla fine della guerra agli anni Cinquanta


Cinematografia euroccidentale dalla fine della guerra agli anni Cinquanta


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Inghilterra

Subito dopo la guerra in Inghilterra inizia la ricostruzione. Con fatica si recupera una produzione anche nel campo cinematografico. Laurence Olivier, grandissimo attore inglese, è regista-attore di sue trasposizioni shakespeareiane: Enrico V (Henry V, 1944) e Hamlet (1947, con Jean Simmons).
Inglese è anche David Lean, che ha diretto Breve incontro (Brief encounter, 1947), racconto di un idillio tra un uomo e una donna non liberi; essi sentono la tentazione del peccato ma non riescono a superarla; film delicato e doloroso, raccontato con semplicità e penetrazione.
Carol Reed ha diretto due film d'avventura come Fuggiasco (1946) e Il terzo uomo (1949). Interessante anche un regista come A. Asquith (The way to the stars, 1945).
Parallela è l'attività di Alfred Hitchcock e degli altri emigrati inglesi (David Lean), negli Stati Uniti.
La produzione successiva si orienta verso le riduzioni di classici, costosi films in costume, e la serie di film di spionaggio (si ricorda la fortunata serie con 007, diretta da T. Young).

Negli anni Sessanta si inizia una fortunata produzione di film derivati da spettacoli teatrali: P. Czinner (Romeo and Juliet, 1967), S. Burge (Othello, 1968), fino all'originale "Marat-Sade" (1967) di Peter Brook. E' proprio la vitalità della scena teatrale inglese che consente alla cinematografia inglese di ritagliarsi uno spazio all'interno della produzione cinematografica mondiale dominata dalla produzione Usa. Dal teatro proviene il film che caratterizza tutto un movimento, innovativo, all'inizio degli anni Sessanta: ci riferiamo a "I giovani arrabbiati" (Look back in anger, 1959) regia di Tony Richardson.

Inglese è uno dei migliori registi psicologici, J. Losey.

Il periodo thatcheriano

Durante il lungo periodo thatcheriano, un impegno politico e una attenzione verso i problemi sociali viene mantenuta dalla produzione del "labour movie", legato a una cinematografia di sinistra. E' il filo che emergerà negli anni Novanta, anche attraverso un film di rottura come Trainspotting (1996), dello scozzese Danny Boyle.
Un capitolo a parte della produzione inglese riguarda i films che continuano la tradizione della commedia satirica, di tipico "humour britannico": i fratello J. e R. Boulting, C. Crichton, C. Donner. Negli anni Settanta un rinnovamento è dato dall'humour demenziale dei Monty Python (si veda "Monty Python: il senso della vita" regia di Terry Jones, 1983; fino a "Brian di Nazareth" 1991).

La Francia sotto l'occupazione tedesca e negli Stati Uniti

Durante l'occupazione della Francia a opera dei nazi-fascisti, la produzione cinematografica riprende dopo il 1941, con "À nous les gosses" di L. Daquin. Possono individuarsi due indirizzi nella produzione francese di questo periodo: da una parte il naturalismo ante-guerra, con le opere di Henri-Georgee Clouzot che dopo "L'assassin habite au 21" (1942) ne Il corvo (Le corbeau, 1943) racconta il terrore che assale un piccolo centro per la valanga di lettere anonime che un vecchio dottore riversa nelle famiglie per sconvolgerle e procurare catastrofi.Al filone naturalista appartiene anche J. Grémillon (Lumière d'été, 1943; Le ciel est à vous, 1943). L'altro filone è quello del sogno e delle ricostruzioni storiche: si pensi ai film di Marcel Carné (Les visiteurs du soir, 1942; Les enfants du Paradis, 1943-45), a Cocteau (sceneggiatore di "L'éternel retour" diretto da J. Dellanoy), L'Herbier (La nuit fantastique, 1942).
Discorso a parte merita il lavoro dei francesi emigrati negli USA in quegli anni. Per originalità e brio si ricordano i film realizzati da René Clair (The flame of New Orleans, 1941; I married a witch, 1942; It happened tomorrow, 1944) e in parte Renoir (The southerner, 1945).

La Francia dopo il 1945

Dopo il 1945 il cinema francese si riprende. Tornano i registi e gli emigrati dagli USA: Clair dirige "Le silence est d'or" (1947). Soprattutto Claude Autant-Lara dirige Diavolo in corpo (Le diable au corps, 1949, ispirato dal romanzo di Radiguet): l'avventura di un adolescente che durante la prima guerra mondiale diventa l'amante di una giovane signora che ha il marito al fronte; il protagonista vive la sua avventura pieno di rimorsi e contraddizioni; la morte della donna amata scioglie il nodo.
Di quegli anni sono anche "Les parents terribles" (1948) di Jean Cocteau, e "Antoine et Antoinette" (1947) di J. Becker. Siamo ai primordi di un cinema realista che però non ha modo di affermarsi sufficentemente: tra i pochi saggi di questo filone si segnalano alcuni films di L. Daquin (Le point du jour, 1949; Maitre après Dieu, 1950), Jean-Paul Le Channois (L'école Bouissonnière, 1949; Sans laisser d'adresse, 1951), A. Cayatte (Justice ets faite, 1950).
Riparte anche il filone comico, con i film di Noël Noël (Les casse-pied, 1949) e di Jacques Tati (Jour de fête, 1950).
Negli anni Cinquanta in Francia sono ancora i film di Clair, Dellanoy, Bresson, René Clément. Il rinnovamento avverrà in Francia negli anni Sessanta grazie alla nouvelle vague.

Italia

Uno dei fenomeni cinematografici più importanti in europa avviene in Italia, proprio tra la fine della guerra e i primi anni Cinquanta, con il movimento del neorealismo.

 

Contesto

Indice cinema post 1945

 


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