Ellis, bret easton


Bret Easton Ellis

Bret Easton Ellis, l'erede principale, insieme a McInerney, della tradizione postmoderna americana del minimalismo, è nato a Los Angeles nel 1964, primo di tre figli, ha studiato al Bennington College, è vissuto tra New York e Richmond, in Virginia.
Negli anni Ottanta, oltre allo scrittore, ha fatto anche il musicista, suonando un po' per tutta l'America, e aggregandosi di volta in volta, a varie band. Nel frattempo studiava letteratura.

Ha dichiarato Ellis stesso quali sono stati gli autori che maggiormente lo hanno influenzato: Hemingway, Joyce, Flaubert e Dennis Cooper. Accanto a loro, Ellis sottolinea l'influenza che su di lui hanno esercitato "il cinema, la tv e il rock".

Il suo esordio, con il romanzo Meno di Zero (Less than zero, 1985), scritto per un corso di scrittura creativa, l'ha immediatamente consacrato come l'erede principale del minimalismo. Un esordio che ha fatto immediatamente gridare al capolavoro e che è stato salutato come una ventata d'aria fresca nel panorama letterario americano. Non a caso Fernanda Pivano, profonda conoscitrice della letteratura d'oltre oceano, nella prefazione al romanzo scrisse che "… la sapienza stilistica di Ellis fa pensare a un vecchio professionista; ma scaturiscono dalle pagine un'energia, una disperazione, che rivelano tutta l'adolescenza dell'autore".
Protagonisti belli e dannati, convinti del loro ruolo vagamente decadente e a volte fin troppo patinati da sembrare falsi. Nonostante gli agi, la vita mondana e una situazione socioeconomica privilegiata ("…cos'è giusto? Se si vuole una cosa è giusto prendersela. Se si vuole fare una cosa è giusto farla"), spendono le loro giornate in un profondo stato d'angoscia, in uno stato d'assenza totale di valori e ideali.
Scrive Ellis: "…c'è troppa libertà. Non so se libertà è la parola giusta, ma il fulcro del libro è questo: 'che cosa fare quando si può fare più o meno tutto quello che si vuole? che cosa si ricava? che cosa importa?…" (Bret Easton Ellis - Less than Zero)

Il secondo romanzo di Ellis, Le regole dell'attrazione (The Rules of Attraction, 1987), si configura come un ulteriore pezzo del mosaico destinato a rappresentare il vuoto spirituale degli anni '80, tematica ricorrente e inesauribile fonte d'ispirazione per l'autore. Ingiustamente sottovalutato, fino ad essere considerato quasi un'opera minore, il romanzo completa quanto iniziato con Less than Zero, ma con una maggiore consapevolezza dei propri mezzi narrativi. Lo stile gelido, quasi sempre distaccato e una narrazione priva di simpatia o compassione nei confronti dei protagonisti.

Terzo romanco con American Psycho. Nel 1990 l'editore Simon & Schuster gli aveva offerto 30.000 $. Un anno dopo, a causa delle proteste di un gruppo di impiegati che bloccano le rotative, l'editore rifiutò di pubblicare il libro. Un mese più tardi il romanzo è pubblicato da Vintage, ed è best-seller. Dal romanzo è stato tratto un film nel 2000, per la regia di Mary Harron.

La quarta pubblicazione di Ellis è una raccolta di racconti, Acqua dal sole (The Informers, 1994). Tredici episodi ambientati a Los Angeles, una città dove tutto può accadere. Protagonisti sono giovani ricchi e viziati (una costante), rock star dedite alle droghe e a pratiche sessuali estreme, madri e mogli in crisi e padri che cercano inutilmente di ricucire rapporti con i propri figli, perfino un moderno vampiro più simile ad una star di Hollywood che all'icona inflazionata del principe della notte. Si raccontano esistenze basate sulla droga, permeate di violenza e sopraffazione.

"Una gran collezione di paradossi: di verità e bugie, di bellezza e paure, di sani principi e depravazione da un maestro di stile…", queste sono le parole utilizzate dall'autorevole rivista The Observer per introdurre l'ultimo romanzo in ordine di tempo di Bret Easton Ellis, Glamorama (1999).
Protagonista del libro è Victor Ward, giove e bellissimo fotomodello che vive in un vortice patinato e pervaso da una follia isterica e contagiosa. Ossessionato dalle droghe e dal mito dell'apparire che soppianta l'essere, il personaggio cerca di districarsi fra le spire di un mondo sfavillante ed effimero, che non riesce a nascondere le crepe che lo stanno portando alla decadenza. Ellis segue Victor come un cameraman nascosto dietro alla macchina da presa, un occhio curioso ed insistente che riprende senza soluzione di continuità la scena. La forza del romanzo sta proprio nella scrittura veloce, tipica di un film trash o di un b-movie, dove sono i dialoghi a trionfare. Conversazioni vivaci, a tratti surreali e sul filo del non-sense, molto spesso imprevedibili. Frasi ad effetto, spietatamente caustiche ed ironiche, architettate con lo scopo di demolire il mito della bellezza effimera, della celebrità, dell'apparire a tutti i costi.

Letture

American psycho, di angelo l. pattavina

Contesto

Gli Stati Uniti dopo il 1945

 


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