American psycho
di angelo luca pattavina, pubblicato sul n. 96/2002 di
Girodivite
Titolo:
American Psycho
Autore: Bret Easton Ellis
Edizione: Bompiani (2000)
Anno di prima pubblicazione: 1991 (Vintage Books)
Note: Traduzione di Pier Francesco Paolini.
Lasciate ogni speranza, voi chentrate.
Comincia così, come una discesa agli inferi, uno
dei capolavori più inquietanti e scandalosi della
letteratura contemporanea.
Un viaggio infernale tra le pieghe più nascoste della
mente umana. Un viaggio che lentamente si fa sempre più
vertiginoso, sempre più spietato, fino alla perdita
totale di ogni controllo.
Una generazione (quella degli anni 80), unAmerica
(quella degli yuppies di Wall Street), nascosta dietro la
maschera impeccabile di un cittadino normale.
Anzi, invidiabile.
Una normalità che esplode però in una psicotica
violenza gratuita, in una ammaliante soggezzione al Male,
in una rincorsa disperata verso un successo indefinitamente
vuoto.
Una storia di follia, di quelle che ci potrebbero sfiorare
ogni giorno e di cui neanche ci accorgiamo, raccontata con
uno stile sapientemente lucido e spietato. Una scrittura
ossessivamente ricca di particolari descrittivi esteriori,
ma capace anche di ammaliarti con una poetica introspettiva
che lascia spazio anche a un senso di umana pietà
per quel pazzo furioso e bastardo.
Comunque, non abbiate paura.
Non siamo più negli anni Ottanta.
E questa non è lAmerica di Wall Street.
Quindi, leggete con calma. Poi alzate gli occhi. E guardatevi
attorno. Quante persone normali vedete in giro?
E quando tutto andava a catafascio, nessuno ci faceva
tanto caso.
Talking Heads
«Prima di recarmi in riunione, inghiotto due Valium
con alcune sorsate di Perrier, poi mi detergo la faccia
con batuffoli di cotone preinumiditi, quindi mi applico
un idratante. Indosso un completo di tweed, camicia di cotone
a righine, entrambi di Yves Saint Laurent, e cravatta Armani
di seta. Ai piedi, porto scarpe nere di Ferragamo, nuove,
con mascherina. Mi sciacquo la bocca con lantiplacca
Plax, indi mi lavo i denti. Quando mi soffio il naso, scorgo
venature di sangue nel muco denso che si spande sul fazzoletto,
acquistato da Hermès per 45 dollari. Meno male che
non me lhanno regalato. E qualche tempo che
sto bevendo venti litri di acqua Evian al giorno e sto frequentando
regolarmente il tanning salon, quindi una singola serie
di bagordi non ha inficiato la levigatezza della mia pelle
nè il suo colorito. La mia epidermide è ancora
eccellente... Insomma: dentro mi sento una merda, ma fuori
appaio uno splendore.»
«... cè unidea di Patrick Bateman,
una sorta di astrazione, ma non esiste un vero e proprio
me... Puoi pure sentire la mia carne a contatto
con la tua, e credere che i nostri stili di vita siano comparabili,
ma io semplicemente non ci sono. Per me, è difficile
avere un senso, a qualsiasi livello. Io sono uninvenzione,
unaberrazione. Sono un essere umano incoerente. La
mia personalità è appena abbozzata, informe;
solo la mia crudeltà è persistente e alligna
nel profondo ... »
«... Quello che resta del corpo di Elizabeth giace
raggomitolato in un cantuccio del soggiorno. Le manca il
braccio destro e una gamba risulta incompleta. La sua mano
sinistra, mozzata allaltezza del polso, si trova su
un piatto in cucina. Lì accanto, al centro del tavolo,
cè la sua testa sanguinolenta, senza gli occhi,
che le ho cavato dalle orbite. Le ho messo un paio di occhiali
da sole Alain Mikli... »
«... questa non è unuscita. »
Contesto
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