Storia della letteratura europea - Torna in homepageCina


Cina


In Cina, nel 1937-1945 è l'impegno del paese nella guerra contro il Giappone. La Lega degli scrittori si scioglie per dare vi ta a una federazione di autori dalle tendenze diverse, ma tesi a valorizzare una letteratura nazionale che contribuisca alla lotta per l'indipendenza del paese.
Nel 1942 Mao Tse-tung definisce il ruolo che gli scrittori debbono assumersi, proponendo una letteratura capace di fondere «contenuto politico rivoluzionario e massimo di perfezione arti stica». Sono tesi che divengono canoni-guida per la successiva produzione letteraria, nell'ambito della nuova Repubblica Popola re (fondata nel 1949). Tra gli autori del primo periodo sono, in narrativa, Chao Shu-li, Ting Ling, Chou Li-po (1908\); in ambito teatrale Ho Ching-chih e Ting Yi, autori del famoso dramma musicale La fanciulla dai capelli bianchi (1945).
L'affermazione delle forze maoiste fa volgere la produzione letteraria verso le tematiche del realismo socialista. Grande at tenzione è rivolta anche alla produzione delle minoranze etniche nazionali, le cui opere vengono estesamente tradotte.
Nella seconda metà degli anni '50 sono lanciate, sotto le di rettive del PCC, campagne ideologiche che hanno grosso impatto in campo letterario; nel 1956 è la "campagna dei cento fiori" che si prefigge un innalzamento del livello tecnico e qualitativo delle opere prodotte, spesso stereotipate, lasciando più respiro alle tematiche e ai riferimenti teorici altri, ma confermando il prin cipio che il fine primo della letteratura deve essere "l'innalza mento della coscienza politica". Nel 1957 segue una campagna con tro elementi definiti "di destra", che coinvolge anche autori fa mosi come Ting Ling e Ai Ch'ing. Nel 1958 è enunciato il principio secondo cui "romanticismo rivoluzionario e realismo rivoluzionario" sono gli unici riferimenti adottabili nella creazione letteraria.

La 'rivoluzione culturale'

Con un articolo pubblicato il 10 novembre 1965 dal giornalista Yao Wen-yuan su un giornale di Shangai, «Wen Hui Bao», inizia quella che verrà chiamata 'rivoluzione culturale'. Fu un movimen to politico complesso, fatto di entusiasmi ma anche di errori. La 'rivoluzione culturale' fu il tentativo di Mao Tse-Tung di rivi talizzare la 'rivoluzione' comunista cinese che rischiava ogget- tivamente di burocratizzarsi e decadere (come accadde in URSS). La 'linea rivoluzionaria' di Mao si oppose alla linea 'revisionista' di Liu Shao-ch'i (1898\1973) leader del PCC e presidente della repubblica dal 1959 al 1968. Di fronte a uno scontro tutto interno tra gruppi dirigenti, Mao, con il suo bracciodestro Lin Piao (1908\1971), riuscì a coinvolgere larghe masse di popolazione, soprattutto giovani e studenti. Fu un movimento dal basso, radicale e fondamentalista, che impose l'allontanamento dai posti di comando, non solo centrali ma anche periferici, dei dirigenti precedenti. Ciò servì senz'altro a svecchiare parzialmente le strutture dirigenti del paese e l'apparato burocratico.
Con la "rivoluzione culturale" si assiste a una battuta d'ar resto e al silenzio (salvo eccezioni: Lao She, che poi fu costretto all'"autocritica") della maggior parte degli esponenti della scena letteraria; fanno la loro comparsa opere collettive di autori non professionisti: operai, contadini, studenti. Cessa l'attività dell'Associazione degli scrittori cinesi (fondata nel 1953), s'interrompono la pubblicazione di molte riviste letterarie e la traduzione di opere straniere.

Il dopo-Lin Piao e il dopo-Mao

Negli anni '70 l'orizzonte muta. Nel 1971 muore in circostanze misteriose in un incidente aereo Lin Piao. Con la sua morte è la fine del più capace leader maoista. La linea politica radicale viene messa da parte, anche a fronte dei disastri economici (e umani) che la 'rivoluzione culturale' nel suo velleitarismo aveva apportato. Nel 1976 la morte di Mao Tse-Tung porta al potere la linea di Deng Xiaoping. Deng aveva partecipato alla 'lunga marcia', nel 1966 era stato tra le vittime della rivoluzione cultu rale giacché faceva parte della fazione 'revisionista'. Nel 1976-1977 viene attuata l'eliminazione degli ultimi residui di maoismo in Cina (il processo pubblico alla 'banda dei quattro', tra cui era l'ultima moglie di Mao), seguita da una cauta libera lizzazione economica con l'obiettivo di portare la Cina allo stesso (e magari superiore) livello economico e tecnologico dei paesi occidentali. Una politica di avvicinamento provvisorio ai paesi occidentali, anche con problemi interni (la strage di Tien-An-Men, la piazza centrale di Pechino in cui gli studenti che reclamavano maggiore liberazione vengono trucidati dai carri armati dei reparti dell'Esercito del Popolo), ma che tuttavia si gnifica provvisoriamente una maggiore apertura culturale.
Nel 1972 si pubblicano di nuovo un centinaio di titoli, tra cui romanzi racconti drammi poesie. Riprende l'edizione critica di opere del passato ( Il sogno della camera rossa , Lo scimmiotto , Storia delle spiagge , Il romanzo dei Tre Regni ecc.). Dopo la sconfitta delle posizioni dell'estrema sinistra, nel 1976-1980, la generazione di scrittori messa a tacere negli anni della "rivoluzione culturale" è tornata a esprimersi. Tra i nuovi scrittori venuti alla ribalta è Liu Hsin-wu. Interessante è un poeta come Mang Ke. Notevole successo in occidente ha avuto lo scrittore Acheng, soprattutto grazie alla cosiddetta "Trilogia dei re" data dai tre testi narrativi intitolati Il re degli alberi , Il re dei bambini , Il re degli scacchi .
© Antenati - 1994-1997

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