Europa
Orientale e paesi slavi
Europa Orientale e paesi slavi
La produzione ungherese
In Ungheria, dopo il tentativo comunista di Béla Kun
(1919), il regime conservatore di Horthy favorì il tradizionalismo
di Herczeg, le correnti irredentistiche, il nazionalismo della
rivista «Oriente» (1923), le posizioni filorazziste di D.
Szabó. Il poeta socialista Lajos
Kassák, che si era scontrato con il potere politico
sotto Béla Kun, fu perseguitato sotto il nuovo regime.
Costretto all'esilio fu Béla Balász.
Proprio l'opposto di Balász è il cattolico e classicista
Mihály Babits.
La linea occidentalizzante dei narratori d'evasione Lajos
Zilahy, Ferenc Körmendi, Mihály
Földi fu combattuta da poeti populisti come Gyula
Illyés e Miklós Radnóti
che fu ucciso dai nazisti, e proletaristi come Attila
József. Realista e attratto dalle figure della marginalità
fu Józsi Tersztyánszky.
Area baltica
1) ucraina
In Ucraina la rivoluzione del 1917 fu accompagnata da una straordinaria
fioritura culturale. La grande esperienza dell'a vanguardia degli
anni '20 ebbe anche qui esponenti di prim'ordine. Conclusasi la
guerra civile, che fu particolarmente sanguinosa nel sud, passata
la carestia e l'instabilità politica, si ebbe un gran fervore
poetico. Coesistettero diverse scuole. Si formarono molti gruppi
letterari, con varie ideologie e dichiarazioni programmatiche:
«L'aratro» (1922) associazione di scrittori proletaristi; «Gart»
(1923) d'indirizzo marxista e antiformalista; la «Libera Accademia
di letteratura proletaria» (1925) guidata da M.
Chvylevoj. Il futurismo ucraino ebbe M.
Semenko e A. Slisarenko.
2) bielorussia
In Bielorussia la rivoluzione del 1917 creò grosse tensioni
separatiste, ma alla fine la regione entrò nella compagine
sovietica. Dopo il 1921 si affermano: - gli scrittori T.
Gartny, M. Bogdanovic, Z.
Bjadula, K. Bujlo, - i narratori
K. Corny, I. Bryl, M.
Lynkou, - i poeti A. Kulesou, M.
Tank, P. Brouka, P.
Hlebka. Negli anni '30 in Bielorussia è la lirica d'ispirazione
proletaria e di agitazione politica, e opere sulla collettivizzazione
e su temi storici. In campo teatrale è il drammaturgo K.
Krapiva.
3) estonia, lituania, lettonia
Tra il 1920 e il 1940 le avanguardie estoni furono sommerse
dal realismo proletario, i cui esponenti principali in Estonia
furono A. Jakobson, A.
Hansen-Tammsaare con il suo ciclo di romanzi Verità
e giustizia (1926-1933), e M. Metsanurk.
Nel 1918 anche la Lituania diventa repubblica indipendente, esprime
una letteratura unitaria, con violente contraddizioni e influenze
straniere: futurismo russo e simbolismo francese; oltre all'espressione
dei temi locali, dei tradizionali valori contadini. Si ricordano
i romanzieri lituani V. Putinas-Mykolaitis,
J. Savickis, P.
Crizka, A. Venclova. Vicina al
futurismo russo è la rivista «Quattro venti». In campo
teatrale è il drammaturgo P. Vaiciunas.
Dopo il 1918, con la nascita dell'indipendente Repubblica di Lettonia,
ha inizio un fervido periodo di attività letteraria. La
prima guerra mondiale fa da sfondo ai romanzi di A.
Upit e A. Brigader. La lirica civile
e patriottica raggiunge espressione classica in E.
Virza. La spartizione avvenuta nel 1940 tra URSS e Germania,
da una parte dà luogo a una letteratura dell'esilio, dall'altro,
dopo la guerra, porterà agli scrittori rimasti sotto il
regime URSS a seguirne le tematiche.
Area balcanica-danubiana
1) bulgaria
2) romania
3) jugoslavia
Dopo la guerra Serbia Croazia e Slovenia formano un regno unito,
ma le tre regioni mantengono le proprie peculiarità nazionaliste,
culturali oltre che linguistiche.
In Serbia si ebbero trasformazioni culturali profonde. La poesia
si aprì a tutte le influenze europee con S.
Milicic, J. Spiridonovic-Savic,
S. Vinaver, A.
Vuco, R. Petrovic. E Milan
Dedinac, considerato il caposcuola della corrente ermetica
serba.
In Croazia la personalità maggiore è quella di Miroslav
Krleza, drammaturgo narratore poeta. Accanto a lui i prosatori
A. Cesarec, V.
Kaleb.
In Croazia è la prosa che accoglie e interpreta, attraverso
le più moderne tecniche narrative europee, le angosce e
le inquietudini del tempo: soprattutto U.
Donadini, e poi S. Batusic, S.
Kolar, M. Budak,
N. Simic, I. Jakovljevic, I. Softa, I. Doncevic. Numerosi
i poeti croati, benché la poesia non raggiunga lo stesso
livello della prosa: A. Ujevic, G.
Krklec.
In Slovenia, sulla scia del modernismo ma con originalità
di atteggiamenti è il prosatore L.
Kraigher, e il poeta sloveno A. Gradnik.
La prosa ha una matura consapevolezza con V.
Levstik, Ivan Pregelj principale
rappresentante della prosa espressionistica slovena.
Ma è la poesia che conosce i momenti più felici
con S. Kosovel poeta di fresca ispirazione,
e K. Destovnik e M.
Bor. Nel teatro sloveno il nome più significativo è
quello di Bratko Kreft.
4) macedonia
In Macedonia emergono i poeti rivoluzionari Koco
Racin considerato il fondatore della poesia macedone moderna,
K. Nedelkovski, V.
Markovski.
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