La metafisica dei tubi, di Amélie Nothomb


La metafisica dei tubi
di pina la villa

Amélie Nothomb, "Metafisica dei tubi", Voland, Roma, 2002

Amélie Nothomb riesce a rendere avvincente, divertente, pieno di cose, il racconto del primo periodo della sua vita, da zero a tre anni. Riesce a fare, degli eventi di quegli anni, una chiarissima meditazione filosofica sulla vita e la morte - da qui il titolo: "La metafisica dei tubi". In un racconto apparentemente ingenuo, assurdo, c'è la lettura dei classici della filosofia - ma non ce accorgiamo, giuro.
Il racconto di questa preistoria, che è sua ma è anche nostra, non è l'avvio di un discorso nostalgico e melenso sull'innocenza perduta, o sul desiderio di ritorno all'infanzia. E' un'allegra ma profonda ricognizione della tappe della scoperta di sé, dell'altro, del mondo, della natura, e soprattutto del senso di tutto questo.
Dio - è così che si chiama l'essere che vegeta fino a circa due anni e che poi diventerà "io" - all'inizio è immobile. Verso i due anni comincia a dare segni di vita. Ma piange ininterrottamente. Si apre alla vita solo quando la nonna paterna arriva dal Belgio e le offre, dall'alto della culla, una barretta di cioccolato bianco:

"- Si mangia - dice la voce. Mangiare: Dio sa cos'è. E' una cosa che fa spesso. Mangiare è il biberon, il puré con pezzetti di carne, la banana schiacciata con la mela grattugiata e il succo d'arancia. Mangiare ha un odore. Questa barretta biancastra ha un odore che Dio non conosce. Ed è migliore del sapone e della pomata. Dio ne ha paura e voglia allo stesso tempo. Smorfia di disgusto e acquolina in bocca. Con un'impennata di coraggio acchiappa la novità coi denti, la mastica, ma non serve: si fonde sulla lingua, tappezza il palato, gli riempie la bocca - e accade il miracolo. La voluttà gli dà alla testa, gli lacera il cervello e vi fa rimbombare una voce che non aveva mai sentito prima: "Sono io! Sono io, vivo! Io parlo![…] sono il tuo migliore amico: io ti procuro il piacere". E' stato allora che sono nata, nel febbraio del 1970, all'età di due anni e mezzo[…] sotto gli occhi di mia nonna paterna, per grazia del cioccolato bianco.[…] Il piacere è una meraviglia che mi insegna che io sono io. Io sono la sede del piacere. Io sono il piacere: ogni volta che ci sarà il piacere, ci sarò io[…] Sono fantastica come la voluttà che provo e che io stessa ho inventato! Senza di me questo cioccolato è solo un pezzo di niente. Ma una volta nella mia bocca, diventa piacere. Ha bisogno di me."

Nota: In Italia Amélie Nothomb è stata presentata ed è edito dalla Voland, una piccola e coraggiosa casa editrice romana, che ha la passione per i libri e per la qualità. Auguri a Amélie e alla Voland!

[Questo articolo è stato pubblicato su: Girodivite 89, maggio 2002]

Amélie Nothomb: scheda

 


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